Cattafi e la voglia irrefrenabile di andare a Reggio |
Documenti - Altri documenti | |||||||||
Scritto da Ilaria Raffaele | |||||||||
Venerdì 21 Giugno 2013 21:36 | |||||||||
di Ilaria Raffaele - 20 giugno 2013
«Questo non è più un processo dove si accerta una verità, ma è diventato un processo astratto». Esordisce così Rosario Pio Cattafi in videoconferenza dal carcere de L’Aquila dove è detenuto al 41-bis. Durante l’udienza preliminare del processo “Gotha 3” che lo ha portato in carcere e che si è tenuta nell’aula di Assise del tribunale di Messina, Cattafi ha preso la parola per fare dichiarazioni spontanee. Al riparo dalle domande dei pubblici ministeri, l’avvocato accusato di essere “colletto bianco” della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, ha messo in dubbio la parzialità della sede del processo a causa del «clima creato dall’avvocato Repici con le sue denunce». Ragione per cui Cattafi, tramite i suoi legali Giuseppe Salvatore Carrabba e Giambattista Freni, ha chiesto di spostare il processo che lo vede imputato per associazione mafiosa da Messina a Reggio Calabria. «Repici in un verbale risalente al 15 aprile 2011 formula delle accuse ben precise nei confronti del magistrato Giuseppe Verzera, che è lo stesso che ha negato a noi difensori una registrazione – è stata l’accusa di Carrabba – e quel fascicolo è stato inviato anche al procuratore Pignatone di Reggio Calabria. Perciò ci dev’essere un procedimento aperto lì. In tal caso la competenza anche di questo processo sarebbe di Reggio».
Comments:
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
Powered by !JoomlaComment 3.26
3.26 Copyright (C) 2008 Compojoom.com / Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."
|