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Lari e Montante spiati? PDF Stampa E-mail
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Scritto da Redazione Antimafiaduemila   
Martedì 09 Agosto 2011 21:10

Gli spostamenti in un appunto informatico del costruttore Di Vincenzo

9 agosto 2011 - Palermo.
Era racchiuso in un appunto informatico l’incontro del procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari e del Presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e responsabile Legalità di Confindustria, Antonello Montante. L’appunto è stato trovato nel computer del costruttore nisseno Pietro Di Vincenzo, ex presidente regionale dell’Ance, nel corso di una perquisizione avvenuta dopo il suo arresto (4 giugno 2010) per riciclaggio, intestazione fittizia di beni ed estorsione. Nel testo si legge che Lari e Montante si sarebbero incontrati nel 2008 per un caffè.

L'esistenza del documento è stata confermata dallo stesso procuratore Sergio Lari, anche se “non si tratta di un pizzino – ha specificato Lari - come ha detto qualcuno. Era un appunto informatico, ritrovato sul pc di Di Vincenzo durante la perquisizione dopo l'arresto. Inoltre, non erano segnati tutti i miei spostamenti, o il caffè al bar, ma un solo incontro di cortesia istituzionale, avvenuto nell'estate del 2008, dopo il mio insediamento, a casa di una persona e a cui partecipò anche Antonello Montante di Confindustria”. Ma “quello che colpisce di più in questa vicenda - ha aggiunto il procuratore Lari - è che il costruttore Di Vincenzo conoscesse i miei spostamenti, evidentemente aveva degli informatori”.
“Non conoscevo questo episodio – ha detto invece Montante, delegato nazionale di Confindustria per la Legalità - che, però, rafforza in me la convinzione che, oltre alla pericolosità consueta della criminalità mafiosa, c'è anche in atto una campagna di delegittimazione nei confronti dei magistrati, dei rappresentati delle forze dell'ordine e dei rappresentanti della società civile che si battono contro la criminalità mafiosa, e non è opera di un singolo ma di un gruppo di persone ben individuabili”.
Montante, insieme al presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, è tra gli autori del cosiddetto codice etico che prevede l'espulsione degli imprenditori associati che non denunciano il pizzo; ha ricordato che sul fronte della lotta a Cosa nostra la mafia non va combatuta solo con l'arresto dei latitanti, ma con un cambio culturale.


Di fronte alla gravità di quanto avvenuto auspichiamo un concreto intervento da parte delle istituzioni preposte a garantire la sicurezza di ogni servitore di questo Stato.
Al procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari e al presidente di Confindustria Antonello Montante tutto il sostegno e la solidarietà della redazione di ANTIMAFIADuemila.






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