.......la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
Nell’ottobre ‘96, dovendo giustificare con i rispettivi elettori l’inciucio della Bicamerale, destra e sinistra presero per buona la bufala del “cimicione” che Berlusconi disse di aver trovato nel suo studio e attribuì alle “procura deviate”. Poi si scoprì che era un ferrovecchio inutilizzabile, piazzato in casa sua da un amico del capo della sua security incaricato di “bonificargli” la reggia. Ma intanto la Bicamerale era nata e il cimicione-truffa aveva svolto la sua sporca funzione. Ora Al Tappone ci riprova con un’altra superballa, assecondato al solito dalla presunta opposizione e dai giornali: il presunto “scandalo” dell’“archivio Genchi”, che dovrebbe spianare la strada alla controriforma delle intercettazioni.
Gioacchino Genchi è un funzionario di polizia, in aspettativa da anni, che collabora con la magistratura fin dai tempi di Falcone, ha fatto luce sulle stragi di mafia, ha risolto decine di omicidi insoluti e tuttora collabora con varie Procure in indagini su malaffari, mafioserie e fatti di sangue. Che fa Genchi: intercetta? No, non ha mai intercettato nessuno. Dunque, qualunque cosa si voglia sostenere sulla sua attività, non ha alcun legame con la legge anti-intercettazioni. Che fa allora Genchi? I magistrati,secondo la legge, dispongono intercettazioni e acquisizioni di tabulati telefonici. Poi li passano al consulente tecnico, che li “incrocia” grazie a software sofisticati e relaziona sui contatti telefonici fra indagati intercettati e non indagati. Genchi l’ha fatto anche nelle indagini di De Magistris, prima che fossero scippate al titolare. Tutte le cifre che si leggono sui giornali e i commenti dei politici (compreso l’ineffabile presidente del Copasir Francesco Rutelli, amico dell’indagato n.1 di “Why Not”, Antonio Saladino) sono falsi o manipolati o frutto di crassa ignoranza. Chi si scandalizza per le “migliaia di telefoni controllati per conto di De Magistris”, chi strilla perché fra quei numeri ci sono quelli di “molti non indagati”, di parlamentari non intercettabili, di agenti segreti, non sa quel che dice. O mente sapendo di mentire. Per conto di De Magistris, Genchi ha trattato 730 utenze, appartenenti a un numero molto inferiore di persone (ciascuna usa più telefoni e più schede): fra queste ci sono decine di indagati e centinaia di non indagati. Com’è inevitabile, visto che i tabulati indicano chi chiama chi, chi viene chiamato da chi, e da dove, e a che ora, ma non il contenuto della conversazione. E ciascun indagato parla con decine di non indagati. Nessuno può sapere chi sono queste persone (onorevoli? agenti segreti? papi?), finchè non si risale al titolare dell’utenza. Solo dopo, se l’utente è coperto da immunità o altri privilegi, si provvede a fermarsi o a chiedere il permesso. In ogni caso è impossibile violare segreti di Stato leggendo il tabulato di una spia (non si sa cosa dice), né intercettandola: la legge vieta a militari e agenti segreti di “trattare al telefono argomenti classificati”. Se uno 007 parla al telefono di segreti di Stato, è lui a violare la legge, non chi lo ascolta.
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
Federico
- Si passano la palla...
|2009-01-26 12:41:27
Repubblica, 7 dicembre 2008: "Il lavoro di De Magistris - anche prima dell'interruzione - è apparso inadeguato a dimostrare accuse costruite soprattutto e quasi esclusivamente con i tabulati telefonici raccolti dal suo misterioso e discusso consulente tecnico, Gioacchino Genchi, forse il vero dominus delle inchieste calabresi."
Giuseppe D'Avanzo
Corriere, 8 dicembre 2008: "Dietro il conflitto tra i due uffici giudiziari c'è il maxi-archivio accumulato dal perito di de Magistris, il poliziotto in aspettativa Gioacchino Genchi, già consulente delle Procure di mezza Italia: 578.000 record di richieste anagrafiche che attentano al diritto alla privacy e conterrebbero perfino utenze coperte da segreto di Stato." Giovanni Bianconi
Corriere, 23 gennaio 2009: "La pietra dello scandalo che torna in superficie è il lavoro svolto dal consulente tecnico Gioacchino Genchi, su mandato e per conto dell'ex pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris, nei procedimenti chiamati Why not e Poseidone che hanno provocato prima l'avocazione delle inchieste e poi il trasferimento del magistrato. Il quale aveva autorizzato il perito ad accedere ai sistemi informativi delle aziende telefoniche, ma anche alle banche dati del Centro elaborazione dati del ministero dell'Interno, dell'Anagrafe tributaria, delle Camere di commercio, delle anagrafi comunali e altri servizi." Giovanni Bianconi
Repubblica, 26 gennaio 2009: "Il vice-questore in aspettativa Genchi, 49 anni, va su tutte le furie quando si parla di lui come di "un personaggio misterioso". Anche se cede al narcisismo quando lo si incontra nel sotterraneo di 500 metri quadrati, ipertecnologico, di piazza Principe di Camporeale, a Palermo (è un tormento riuscire a incontrarlo). A Genchi piace mostrarsi seduto al suo scrittoio, tra gli schermi di cinque grandi computer. Non è parco di parole. Il suo è un flusso verbale ininterrotto impastato di allusioni, suggerimenti, accenni, avvertimenti che risultano per lo più oscuri, indecifrabili. Si compiace del mistero che sollecita. Gli piace apparire un uomo che sa troppo cose indicibili, ma dicibilissime, se gli si sta troppo addosso.(...) Genchi ha un'alta opinione di se stesso e del suo lavoro. Non tace che le sue perizie sono "già pezzi di sentenza". Gli piace, nei suoi resoconti alle procure, argomentare l'accusa, suggerire deduzioni, indicare nuove ipotesi investigative, chiedere il coinvolgimento nell'indagine di questo o di quello. Non tutti i pubblici ministero abboccano al suo amo." Giuseppe D'Avanzo
Federico
- E ancora...
|2009-01-26 13:05:25
Sole24ore, 26 gennaio 2009: "Non tutti i Pubblici ministeri si fanno teleguidare da consulenti alla Genchi, per quanto bravi e preparati possano essere. Nel 1993, Gioacchino Genchi era un dipendente della Polizia di Stato (vedi curriculum) molto abile nell'analisi delle telecomunicazioni. Ma il sostituto procuratore di Milano Ilda Boccassini, fattasi applicare a Caltanissetta per condurre le indagini sulle stragi di Capaci e via d'Amelio fece estromettere Genchi dal gruppo d'indagine Falcone e Borsellino. Perché? «Perché già allora – conferma oggi il Pm milanese – dalle proposte che Genchi avanzava a noi magistrati, ebbi la sgradevole impressione che non stesse lavorando per l'inchiesta ma seguendo sue personali curiosità». E, vedendo che nessuno prendeva decisioni, Boccassini pose il suo aut aut al Procuratore di Caltanissetta: «Fuori lui o me ne vado io», ottenendo che venissero revocati gli incarichi di consulenza affidati al poliziotto di Castelbuono all'inizio dell'indagine sulle stragi del 1992."
Lionello Mancini
gia70
- ANSA ORE 15.08 Azione giovani contro Mancino
|2009-01-26 17:25:04
ROMA: CASO BORSELLINO, MANIFESTI AZIONE GIOVANI CONTRO VICEPRESIDENTE CSM MANCINO = Roma, 26 gen. - (Adnkronos) - Centinaia di manifesti fatti a mano che attaccano il vicepresidente del Csm Nicola Mancino sono stati affissi la scorsa notte a Roma tra piazza Bologna e piazza Indipendenza, dove ha sede il Csm. I manifesti portano la firma dello
storico circolo di Azione Giovani di via Livorno 1. "Con questa nostra
iniziativa - scrive Azione Giovani in una nota - uniamo la nostra a tutte quelle voci che da anni continuano a lottare perche' sulla morte di Paolo Borsellino venga fatta finalmente giustizia, in particolare vogliamo porre l'attenzione su Nicola Mancino, caso emblematico". "Due anni fa - prosegue la nota - Salvatore Borsellino, fratello del giudice, ruppe un silenzio assordante durato 15 anni sulle responsabilita' dello Stato nella strage di Via D'Amelio. Ora, dopo
anni in cui sono continuati a emergere altri particolari che tendono sempre piu' a confermare i ragionevoli dubbi del fratello, e' arrivata la testimonianza del figlio dell'ex Sindaco di Palermo Ciancimino che
ha rivelato uno scandaloso accordo Mafia-Stato che ebbe come garante
proprio l'ex ministro dell'interno Nicola Mancino che ora ricopre un
ruolo di primo piano nella giustizia italiana come vicepresidente del
Csm"."Lo stesso Mancino - continua la nota - ebbe un incontro col
giudice pochi giorni prima della sua morte, incontro che lo stesso continua a 'non ricordare', in cui si presume che l'ex Ministro abbia messo Borsellino di fronte all'accordo con Cosa nostra, che ovviamente il giudice ha rifiutato, restando isolato e firmando cosi' la sua condanna a morte che venne eseguita il 19 luglio del '92. In questi giorni in cui la politica si interroga sulla questione morale crediamo sia un atto dovuto alla nazione che Mancino rassegni le dimissioni visti i pesanti lati oscuri che ancora oggi avvolgono la sua persona e speriamo che finalmente sui casi irrisolti di Via D'Amelio venga fatta luce facendo giustizia a Paolo Borsellino, morto per la sua terra".
P.S. Sono distante anni luce dalle posizioni di Azione Giovani, ma ben vengano tutte quelle persone che veramente vogliono dare un contributo e uno stimolo alle ricerca della verita'.
Un saluto e arrivedreci al 28/01/2009
Mancino vattene..! MANIFESTI CONTRO MANCINO: PICIERNO(PD),GESTO MELONI E' GRAVE (V.'MANIFESTO CONTRO MANCINO: MELONI DISPIACIUTA..' DELLE 13:25)
(ANSA) - ROMA, 26 GEN - ''Il gesto del ministro Meloni e' politicamente grave e sbagliato''. Lo afferma il ministro ombra per la Gioventu' del Pd Pina Picierno riferendosi al
ritrovamento di alcuni manifesti firmati da Azione Giovani di
Roma in cui il numero due del Csm viene attaccato. ''Nel comunicare la nostra piena stima e solidarieta' al
vicepresidente del Csm Nicola Mancino - rileva - riteniamo inaccettabile che un esponente politico, per di piu' con
incarichi istituzionali come il ministro Meloni, responsabile
nazionale di Azione Giovani, dia copertura a gesti che offendono
le istituzioni ed i loro ppresentanti''.
''I toni del manifesto sono gravissimi e calunniosi - conclude Picierno - ed e' inaccettabile che ci sia chi, come il ministro Meloni, e' pronto a mettere a repentaglio la credibilita' delle stesse istituzioni che e' chiamata a
rappresentare per rispondere in maniera aprioristica al richiamo del suo 'branco politico'' .
Complimenti PD, ormai siete i fratelli di latte del PDL. vergogna...!
Federico
- Picierno chi??????
|2009-01-26 18:22:27
Ho fatto una breve ricerca in internet e ho scoperto che questa Pina Picierno è una ragazza di 26 anni (!!!!). Ma come è possibile che una ragazza (tanto bellina e carina per carità), appena laureata e con un curriculum di un paio di righe possa già ricoprire (quando è stata eletta aveva ancora 25 anni) una carica tanto importante come ministro ombra del PD e possa rilasciare dichiarazioni altisonanti, evidentemente a nome di tutto il partito democratico, che tradiscono la sua completa ignoranza (beata gioventù) di una questione tanto delicata? Ma a che gente siamo in mano?
Ma chi l'ha votata questa?
Poi ci stupiamo della Carfagna.
gia70
- Mancino a Piazzale Clodio...
|2009-01-26 17:33:09
Apc-Mafia/ Mancino: Contenuto manifesti altamente calunnioso Il vicepresidente del Csm presenta denuncia-querela contro autori Roma, 26 gen. (Apcom) -"Ho presentato una denuncia-querela nei
confronti dell'autore o degli autori dei manifesti affissi oggi a
Roma e con i quali si chiedono le mie dimissioni da vicepresidente del Csm. Il contenuto è altamente calunnioso e
offensivo". Lo ha annunciato il vicepresidente del Csm, Nicola
Mancino, lasciando gli uffici di piazzale Clodio, dopo un
incontro con il procuratore capo della Procura di Roma. Ringrazio per la solidarieta' tutte le forze politiche.
Signor Mancino, noi il 28 saremo presenti .... mettendoci la faccia...e non al buio. Siamo a rischo querela anche noi, o in questo paese e' ancora possbile dissentire... ?