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Gioacchino Genchi ospite di Annozero PDF Stampa E-mail
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Scritto da Annozero   
Mercoledì 04 Febbraio 2009 19:22

Giovedì 5 febbraio, ANNOZERO

"Il silenzio degli innocenti"


[youtube:www.youtube.com/watch?v=kWam72GOkFM]
fonte:InformazioneAlterna
 


[youtube:it.youtube.com/watch?v=u2IComA_bq4]
fonte: ItalianSpot

Gli altri interventi di Gioacchino Genchi: 2 - 3
 
E’ davvero necessaria una legge sulle intercettazioni telefoniche? Quali limiti ci saranno per le indagini e per l’informazione? Davvero Giacchino Genchi ha costruito un archivio di utenze telefoniche intercettabili pericoloso per la democrazia? Le nuove disposizioni sulle intercettazioni allo studio della maggioranza saranno al centro della puntata di Annozero, in onda giovedì 5 febbraio su Raidue alle 21.00.

Le intercettazioni per i magistrati sono uno strumento per l’acquisizione delle prove, oppure possono essere utilizzate solo quando ci sono già le prove di colpevolezza di un indagato?

Si parlerà dei limiti delle intercettazioni e della tutela delle garanzie per i parlamentari come previsto dalla legge. Capita sempre più spesso che chi parla, denuncia o espone uno striscione venga indicato come un possibile colpevole. Il silenzio degli innocenti è il titolo della puntata condotta da Michele Santoro che avrà come ospiti Gioacchino Genchi, lo scrittore Antonio Tabucchi, il parlamentare del Pdl Niccolò Ghedini, il vicedirettore del Corriere della Sera Pierluigi Battista e Claudio Martelli. Anche in questa puntata, gli interventi a sorpresa di Sabina Guzzanti.

Fonte: www.annozero.rai.it

Comments:

Commenti
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morris2   |2009-02-05 10:10:37
Grazie x la bellissima notizia!
Non vedo l'ora di sentire le str....te di
Ghedini, già lo sento: "Ma daai, ma andiamooo, si vergooogni..." il
tutto condito con la sua faccia poi, sarà uno spettacolo!
Gioacchino facci
sognare!!!
M.
VaronEmanuele   |2009-02-05 11:24:06
Ogni volta è un'amaro risveglio ricordarsi che quel c.....ne è un
parlamentare!
Faremmo meglio a chiamarlo per ciò che è: l'avvocato del
presidente del consiglio, colui che passa il tempo a non comparire in
parlamento, spesato dalle nostre tasse, e studiare il modo di mantenere fuori
dalle sbarre il suo cliente.
In un paese civile Ghedini sarebbe già stato
radiato.
Thomas  - è CIRCONDATO DA MAFIOSI E AVVOCATI   |2009-02-05 14:52:30
E' circondato dai suoi amici. Un pò sono mafiosi, un pò sono avvocati
difensori, i suoi..
Che tristezza.
Resistere, va bene ribellarsi però è
meglio.
gia70  - Vogliono impedire a Genchi di partecipare ad Anno   |2009-02-05 12:09:08
Agenzia Ansa : Cicchitto ed altri contro Genchi, Zavoli intervenga e impedisca a
Genchi di aprtecipare ad Anno Zero.....La notizia e' vera...! L'ho appresa
personalmente questa mattina in Viale Mazzini... Zavoli non e ' stato eletto
neanche da 24 ore e gia' lo ''tirano per la giacchetta''. Non solo Pdl, ma anche
Pd e Rutelli come presidente del COPASIR, ritengono inopportuna la presenza di
Genchi. Genchi e'indagato, non condannato..! Chi meglio di lui puo'spiegarci...
? Come mai, cari parlamentari, quando arrivano le autorizzazioni a procedere
contro di voi, le giunte le negano sempre..? Il vostro comportamente e'
inopportuno, non la presenza di Genchi. Zavoli onori il suo ruolo, permetta a
Genchi di partecipare ad Anno Zero. LA VERITA' PREOCCUPA MOLTI...!
VaronEmanuele   |2009-02-05 13:19:44
Hanno forse paura??
Pensano forse che le stronzate che si inventerà Ghedini non
basteranno a contraddire le affermazioni di Genchi??
Potrà forse emergere
l'incostituzionalità di certe pretese proposte di legge sulle intercettazioni?
E men che meno la fondatezza dellle accuse mosse dal loggione politico-mediatico
a Genchi e DeMagistris??
Forse che i pregiudicati berlusconi o sgarbi hanno
problemi ad apparire in televisione?? Qualcuno si è mai opposto??
gia70  - Una buona notizia...finalmente...   |2009-02-05 21:31:36
ROMA - Il braccio della legge entra deciso anche nel web. Il Senato ha approvato
infatti, nell'ambito del disegno di legge sulla sicurezza, un emendamento del
presidente dei senatori dell'Udc, Giampiero D'Alia, che prevede la repressione
dei casi di apologia e incitamento via internet di associazioni mafiose,
criminose, eversive, terroristiche, oltre che di violenza sessuale,
discriminazione, odio etnico, nazionale, razziale e religioso. Lo ha reso noto
lo stesso D'Alia.

INTERRUZIONE E FILTRAGGIO - «In caso di accertata
apologia o incitamento, il ministro dell'Interno - si legge nel testo - dispone
con proprio decreto l'interruzione dell'attività indicata, ordinando ai
fornitori di servizi di connettività alla rete internet di utilizzare gli
appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine, applicando sanzioni
pecuniarie per gli inadempienti». «In questo modo - commenta D'Alia - diamo
concretezza alle nostre iniziative per ripulire la rete, e in particolare il
social network «Facebook», dagli emuli di Riina, Provenzano, delle Br, degli
stupratori di Guidonia e di tutti gli altri cattivi esempi cui finora si è dato
irresponsabilmente spazio».
Fuori anche il gruppo Brno Contrada libero..!
Domani iniziero' a segnalarlo alla polizia postale...!
harlock   |2009-02-07 15:32:18
Mi spiace, ma non riesco a considerarla una "buona notizia". Credo
che la censura imposta per legge non lo sia mai, tanto più che si sa
da dove si comincia e non si sa mai dove si va a finire e soprattutto
perché è indice di un'immaturità civile del nostro paese.
D'altra parte nello stesso testo ( link:http://mobile.senato.it/japp/bgt/showdoc/fra me.jsp?tipodoc=Emend&leg
=16&id=391198&idoggetto=41 3875) si parla anche di "istigazione
a delinquere o a disobbedire alle leggi" e viste le barbariche
leggi che stanno approvando con la scusa della sicurezza mi sento
tutt'altro che tranquillo.
vannlora  - In apertura!   |2009-02-06 01:03:12
Salvatore Borsellino in apertura di trasmissione, visto da milioni di
telespettatori in ora di massimo ascolto. Grande Santoro, voglio Annozero tutte
le sere
pcampoli  - Un dato vero su Santoro   |2009-02-06 07:42:38
Cosa ha fatto Santoro nel 1994
Nel 1994 Berlusconi, in violazione degli
art. 21 e 27 della Costituzione italiana ha estorto al Popolo
una legittimazione politca inammissbile ed ora ne paghiamo le
conseguenze e non so fino a quando. 
Di Pietro dice ora che corriamo il
pericolo del nazismo.

Nel febbraio 1994, alla vigilia delle elezioni
politiche che hanno permesso la elezione illegittima di Berlusconi, Santoro
aveva in studio Giovanni Ruggeri, morto nel marzo 2006.

Poiche' Ruggeri non puo' piu' parlare ma Pietro Campoli si, ricordo
per inneggia per uno come Santoro, o per chi invece non si esalta, cosa ha
fatto Santoro nel 1994.

La verita' va conosciuta.

A fine puntata pote' intervenire Berlusconi, il
quale mentendo, diffamo' Ruggeri. Infatti Berlusconi, disse
che Ruggeri era un noto diffamatore, riconosciuto tale da sentenze di
Tribunali italiani.

La verita' invece era che una sentenza della
Cassazione del marzo 1993 aveva sancito che Ruggeri e Guarino
nel libro "Berlusconi, inchiesta sul signor TV" edito nel
marzo 1987 da Editori Riuniti,  avevano scritto solo verita' che Berlusconi
voleva invece occultare fin dal 1986. Quindi Ruggeri e Guarino non
erano dei diffamatori.

E inoltre nel processo Berlusconi a Verona il
27-09-1988 interrogato come teste e quindi con l'obbligo di dire la
verita', menti' e so macchio' del reato di falsa testimonianza.

Dopo la
telefonata diffamatoria di Berlusconi cosa e' successo nella puntata
condotta da Santoro?

Ruggeri non ebbe il tempo di difendersi, Santoro non
rettifico' la menzogna di Berlusconi, per cui i cittadini che videro
quella puntata furono disinformati.

Neppure nella puntata successiva
di Il Rosso e il Nero Santoro rettifico' le menzogne di Berlusconi.

Giudicate voi, questi sono i fatti.

Il mio giudizio, dopo aver letto la
introduzione del libro "Berlusconi, inchiesta sul signor TV"
ed. Kaos 1994, di cui consiglio da tempo la lettura, e' che Santoro, nel 1994, ha
contribuito come tutti i giornalisti
italiani che non hanno fatto conoscere al Popolo i dati contenuti in
quella introduzione, alla violazione degli art. 21 e 27 della
Costituzione italiana.
Sara Pn   |2009-02-06 11:24:11
Secondo me nemmeno Santoro è libero. Semplicemente è il "meno peggio"
della televisione italiana.
eulero84  - La paura della verità   |2009-02-06 12:30:19
La cosa che mi ha indignato di più è stato il comportamente di martelli
che prestatosi allo squallido scopo di denigrare e interrompere
il dott.Genchi, alla fine della trasmissione, dice: "Genchi ma lei
chi è?" e per tutta risposta si prende: " Io sono il consulente che è venuto nel suo ministero per esaminare i
computer di Falcone che erano stati manomessi quando già erano soggetti
a sequestro". Dopo mancino abbiamo un'altro che soffre di amnesie.
La verità è che Genchi è uno troppo in gamba che fa paura a questi
soggetti. Si vede che tremano di paura e allora cercano di aggredirlo
e denigrarlo.
gia70  - Post inviato al dott. Genchi su Facebook..   |2009-02-06 13:23:04
Complienti, argomentazione ineccepibili. Le esprimo tutta la mia solidarieta'
per gli attacchi propagandistici. Irritante, cavilloso e pretestuoso Ghedini,
che e' pagato da Berlusconi comunque, poi se la fattura glie la rilascia
Mediaset o il Gruppo Parlamentare di Forza Italia, poco cambia. Martelli e ' uno
dei responabili della situazione disastrosa dei conti italiani attuali, mentre i
paesei europei risanavano i propri bilanci negli anni 80, noi sprofondavamo nel
debito pubblico.. Quando Ghedini l'ha accusata di essere preoccupato per
l'avviso di garanzia, oltre a rispondergli giustamente di essere tranquillo,
avrebbe dovuto dirgli che se avesse avuto paura o preoccupazioni di aver
commesso degli illeciti, si sarebbe affidato a lui che e' esperto nel difendere
pregiudicati.
Un saluto.
Massimo86   |2009-02-06 16:42:46
Dopo aver sentito l'ennesima intervista di Salvatore Borsellino, sono sempre
sempre più convinto che siamo NOI cittadini a doverci SVEGLIARE.
Caro
Salvatore, con me ci sei riuscito: IO SONO INDIGNATO, INCAZZATO NERO, ora sono
consapevole della verità, di quello che la nostra Italia è: una democrazia di
facciata, di carta.
In Italia comandano i Poteri FORTI.
Ecco perchè solo se
noi cittadini, di qualunque estrazione sociale, economica, prenderemo veramente
su di noi la missione di non girare la faccia dall'altra parte, di non essere
indifferenti, ma di IMPEGNARCI CONCRETAMENTE per avere GIUSTIZIA, RISPETTO,
DEMOCRAZIA, VERITA', allora le cose cambieranno sicuramente.
Putroppo gli
attuali partiti, di destra e sinistra, sono corrotti nel dna, quindi loro non si
opporranno mai ai poteri forti e neache vorranno questo miglioramente della
realtà (anche perchè fanno parte dei Poteri forti).
Credo che in Italia sia
ora di riorganizzare la Politica, secondo gli ideali che prima ho citato, ma non
so quanti cittadini lo vogliano, forse in pochi: una grossa fetta dell'Italia sa
tutto del calcio, di grande fratello, dell'isola dei famosi, della velina di
ultimo conio, ma poche persone hanno a cuore questa battaglia..
Non so,
sinceramente la nostra situazione è a dir poco tragica.
Ma nonostante ciò,
voglio riprendere le parole dette dal Ministro Gelmini qualche mese fa, un
Ministro che io manderei a lavorare alle cave di pietra tutti i santi giorni.
Prendo in prestito una sua frase che, a mio parere, dovremmo sentire tutti noi
che crediamo nel cambiamento: "Io sono come una goccia d'acqua: ogni giorno
levigherò un pezzo di roccia, e con il tempo la divorerò completamente".
gelu  - controcorrente   |2009-02-06 18:15:43
Ho visto con piacere (si fa per dire) il discorso di Salvatore trasmesso in tv.
Ma non ho resitito più di mezz'ora davanti ad Annozero. E ho avuto una netta
impressione: mi è sembrato tutto un teatro, tutto preparato e recitato;
soprattutto quando ho sentito P.G. (così amichevolmente chiamato, come fosse
Wodehouse) Battista affermare le identiche cose che gli avevo sentito dire una
settimana prima a Giuliano Ferrara a Radio24. E Genchi gli ha risposto
ammirevolmente le stesse identiche cose. O Battista non capisce un piffero
("il numero delle intercettazioni è diverso in America dall'Italia perchè
là non viene conteggiato") oppure recita. Davvero Santoro fa informazione?
direi che non è proprio più il caso di credere alla tv. Anche quando
"dice" essere servizio pubblico.
Tex  - re: controcorrente   |2009-02-08 02:19:28
Ho visto con piacere (si fa per dire) il discorso di Salvatore trasmesso
in tv. Ma non ho resitito più di mezz'ora davanti ad Annozero. E ho
avuto una netta impressione: mi è sembrato tutto un teatro, tutto
preparato e recitato; soprattutto quando ho sentito P.G. (così
amichevolmente chiamato, come fosse Wodehouse) Battista affermare le
identiche cose che gli avevo sentito dire una settimana prima a Giuliano
Ferrara a Radio24. E Genchi gli ha risposto ammirevolmente le
stesse identiche cose. O Battista non capisce un piffero ("il
numero delle intercettazioni è diverso in America dall'Italia perchè là
non viene conteggiato") oppure recita. Davvero Santoro fa
informazione? direi che non è proprio più il caso di credere alla tv.
Anche quando "dice" essere servizio pubblico.

Infatti
meglio meglio guardare programmi più rilassanti..tipo Porta a Porta,
se poi uno ha voglia di un pò di cabaret c'è il tg 4 :)
Tex   |2009-02-08 02:23:02
Non so se è il posto giusto, se non lo è me ne scuso anticipatamente ma
ho pensato di che in tema di intercettazioni non possiamo starcene con
le mani in mano
so che non servirà a nulla ma.... abbiamo il dovere
di provarci.
Vi chiedo di perdere 5 minuti del vostro tempo per mandare
una mail al nostro amato ministro della giustizia alfano_a@camera.it

Potete fare copia ed incolla o magari scriverne
una voi ...allegando l'interessante articolo di Bruno Tinti


On. Ministro, di seguito troverà alcune interessanti riflessioni di Bruno
Tinti, Procuratore della Repubblica, sul tema delle intercettazioni a
Lei tanto caro.
Sono sicuro che non le leggerà, ma questo non è
importante, ciò che importa è che Lei sappia che sono in molti
ad averle lette.

La saga delle intercettazioni
di Bruno Tinti,Procuratore della
Repubblica


Non credo restino molti dubbi sullo scopo che la
nostra classe politica intende perseguire quanto alle intercettazione
telefoniche: non si debbono fare. Punto e a capo.

In un primo tempo il
metodo da utilizzare sembrava dovesse essere quello di ridurre
all’osso i reati per i quali le intercettazioni sarebbero state
consentite: solo quelli puniti con pene superiori a 10 anni
di reclusione. Restavano fuori un sacco di reati gravi ma pazienza,
quello che importava era che, tra quelli per cui non si poteva
intercettare c’erano tutti i reati contro la
Pubblica Amministrazione; cioè tutti i reati abitualmente commessi
dalla classe politica. Che infatti proprio in vista di questo obbiettivo si
dava da fare per riformare la disciplina relativa.

Poi qualche
politico più attento di altri alle reazioni dell’opinione pubblica deve
aver pensato che a tutto c’è un limite e che forse i cittadini non
avrebbero apprezzato, e magari la prossima volta avrebbero votato
“male”. E così hanno studiato un sistema diverso per ottenere lo
stesso risultato; sistema che ha il pregio di non disgustare troppo i
futuri elettori che, naturalmente, masticando poco di diritto,
non dovrebbero essere in grado di capire fino in fondo i trucchi
utilizzati per garantire comunque l’impunità alla casta e ai
suoi fiancheggiatori.

Questa considerazione può essere facilmente
condivisa leggendo quella parte del DDL che modifica modalità di
richiesta, presupposti e termini di durata delle intercettazioni; la
trascrivo qui di seguito.

“Il pubblico ministero
richiede l'autorizzazione a disporre le operazioni
previste dall'articolo 266 al tribunale del capoluogo del distretto
nel cui ambito ha sede il giudice competente, che decide in composizione
collegiale. L'autorizzazione è data con decreto motivato, contestuale
e non successivamente modificabile o sostituibile, quando vi sono gravi
indizi di colpevolezza e l'intercettazione è
assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini
e sussistono specifiche e inderogabili esigenze relative ai fatti per i
quali si procede, fondate su elementi espressamente e
analiticamente indicati nel provvedimento, non limitati ai
soli contenuti di conversazioni telefoniche intercettate nel medesimo
procedimento e frutto di un'autonoma valutazione da parte del
giudice;
Il pubblico ministero, insieme alla richiesta
di autorizzazione, trasmette al giudice il fascicolo con tutti gli
atti di indagine fino a quel momento compiuti;
Nei procedimenti contro
ignoti, l'autorizzazione a disporre le operazioni
previste dall'articolo 266 è data, su richiesta della persona offesa,
sulle utenze o nei luoghi nella disponibilità della stessa, al solo fine
di identificare l'autore del reato;
Nei procedimenti contro ignoti,
è sempre consentita l'acquisizione della documentazione del traffico
delle conversazioni o comunicazioni, al solo fine di identificare le
persone presenti sul luogo del reato o nelle immediate vicinanze di
esso.
Il decreto del pubblico ministero che dispone l'intercettazione
indica le modalità e la durata delle operazioni per un periodo massimo di
trenta giorni, anche non continuativo. Il pubblico ministero da
immediata comunicazione al tribunale della sospensione delle operazioni e
della loro ripresa. Su richiesta motivata del pubblico ministero,
contenente l'indicazione dei risultati acquisiti, la durata delle
operazioni può essere prorogata dal tribunale fino a quindici
giorni, anche non continuativi. Una ulteriore proroga delle operazioni
fino a quindici giorni, anche non continuativi, può essere autorizzata
qualora siano emersi nuovi elementi, specificamente indicati nel
provvedimento di proroga unitamente ai presupposti di cui al comma
1”.

Chi di mestiere non fa il giudice o l’avvocato o
il poliziotto (o il politico-delinquente) certamente sarà sorpreso
leggendo le precisazioni che seguono.

Dunque, Il pubblico ministero
richiede l'autorizzazione a disporre le operazioni
previste dall'articolo 266 al tribunale del capoluogo del distretto
nel cui ambito ha sede il giudice competente, che decide in
composizione collegiale.
Questo vuol dire che tutte le Procure di un
Distretto giudiziario (che equivale grosso modo a una Regione, in Piemonte
addirittura a due Regioni, Piemonte e Valle d’Aosta), quando debbono
intercettare un’utenza telefonica lo debbono chiedere al Tribunale che ha
sede nel capoluogo; insomma, in Piemonte e Valle d’Aosta, 19 Procure
(tante sono) non possono rivolgersi al loro Tribunale ma debbono far capo
al Tribunale di Torino.

Beh, si potrebbe dire, si tratterà
di inviare le richieste dei vari Sostituti via fax o via e-mail alla
competente Sezione di questo Tribunale capoluogo di Distretto (che
sarà certamente costituita in tempi brevissimi, utilizzando quella
decina di giudici che, come noto, essendo in soprannumero, non hanno niente
da fare e rubano lo stipendio). La competente Sezione del Tribunale
leggerà e provvederà in tempi brevissimi.

Peccato, prima di tutto, che
di giudici disponibili per svolgere questo lavoro non ce n’é. Come
tutti sanno (meno il nostro legislatore) i giudici sono in numero
largamente insufficiente per far fronte al lavoro che già hanno;
trovarne qualcuno che possa occuparsi di intercettazioni sarà del tutto
impossibile.

Ma c’è anche un altro problemuccio che
forse avrebbe dovuto essere considerato. Perché il DDL prevede anche
che Il pubblico ministero, insieme alla richiesta di autorizzazione,
trasmetta al giudice il fascicolo con tutti gli atti di indagine fino
a quel momento compiuti.
E qui si tratta di far viaggiare tra una città
e un’altra i fascicoli processuali. E chi li porterà? Gli autisti,
per la verità, ci sono; erano stati assunti quando gli uffici
giudiziari disponevano di un accettabile parco macchine, qualcuna
blindata e qualcuna no. Ma adesso, in tempi di vacche magre, le macchine
non ci sono più; le poche residue sono destinate al trasporto dei
magistrati sotto tutela (le blindate) e al ritiro della posta presso gli
uffici postali; attività che spesso non si riesce a fare
perché, siccome sono dei rottami, passano più tempo in officina che
in strada. E allora, come si farà a trasportare i fascicoli? Senza i
quali, si noti, il Tribunale non potrà provvedere sulla richiesta di
intercettazione del PM. Tenete conto che si tratta di far viaggiare, avanti
e indietro, per centinaia di chilometri (penso al Piemonte, da Aosta o
Verbania a Torino, per citare solo le città più lontane) decine ma anche
centinaia di faldoni (sarebbero quelle grosse cartelline di cartone,
tenute chiuse da lacci di stoffa in genere rotti e riannodati); e che si
tratta di farlo tutti i giorni e, forse, anche più volte in un
giorno. E attenzione, tutta questa procedura deve essere ripetuta per ogni
richiesta di intercettazione. Immaginate che un PM
chieda l’autorizzazione ad intercettare l’utenza fissa posta
nell’abitazione di Calogero Ammazzatutti; dopo un paio di giorni scopre
che questo telefono viene utilizzato dalla moglie di Calogero per
ordinare la spesa; ma che, sempre a quel telefono, arrivano numerosi
squilli a vuoto provenienti da un cellulare finora ignoto
che, ovviamente, viene subito dopo richiamato da Calogero utilizzando
un altro apparecchio. Quindi bisogna intercettare questo cellulare nuovo.
Altra richiesta, altro viaggio avanti e indietro fino al Tribunale
capoluogo di Regione. Poi, da questo cellulare, si risale al cellulare
utilizzato personalmente da Calogero e poi a quello del suo amico
Giusepe Appaltifacili e poi magari a quello dell’amico di Giuseppe, il
senatore Benedetto Dal Popolo. E, almeno per i primi due
cellulari (quello di Benedetto è sacro, che scherziamo) bisogna fare
altre richieste, altri trasferimenti di fascicoli, altri ritorni di
fascicoli e via così.

Ma non facevano prima a dire che
le intercettazioni telefoniche ce le dovevamo scordare?
In realtà
tutto questo calvario non dovrebbe essere molto frequente; anzi, per
la verità, potrebbe non verificarsi mai. Perché il legislatore (ma
si può onorare di un titolo simile una o più persone che fanno di
questi trucchi?) ha stabilito che le intercettazioni telefoniche si
possono fare per tutti i reati per i quali si sono fatte fino ad ora
(visto, cari cittadini, che non è vero che noi vogliamo impedire le
indagini?). Solo che ci va una piccola condizione: occorrono gravi indizi
di colpevolezza.

E questa è proprio una finezza. Dovete sapere
che, fino ad ora, i telefoni si potevano intercettare quando c’erano
gravi indizi di reato. La distinzione è sottile ma non troppo. Gravi
indizi di reato significa che ci sono buone ragioni per pensare che un
reato sia stato commesso; da chi ancora non si sa e per questo motivo
si fanno le intercettazioni, si cerca di capire chi sia stato a
commetterlo. Gravi indizi di colpevolezza significa che ci sono
buone ragioni per ritenere che una certa persona abbia commesso un
certo reato. Da qui in avanti dunque si potranno intercettare i telefoni
solo quando si saprà con pratica certezza che Calogero Ammazzatutti
ha in effetti ammazzato Peppino Animapia.

Alla domanda: ma se già
sappiamo che Calogero ha ammazzato Peppino, perché dovremmo fare
intercettazioni? Attenzione, non le possiamo fare per scoprire se, quando
Calogero ha ammazzato Peppino, insieme con lui c’era anche
Giuseppe Appaltifacili perché, nei confronti di questo qui ancora non
abbiamo gravi indizi di colpevolezza. E mica possiamo usare le
intercettazioni per scoprire se è colpevole
davvero!

Insomma, secondo il nostro legislatore le
intercettazioni le possiamo fare solo quando non ci servono
più, perché già abbiamo scoperto il colpevole. Voi direte che non
è possibile che qualcuno abbia pensato una bestialità del genere. E
invece è possibilissimo. Tanto è vero che l’esistenza di “gravi
indizi di colpevolezza” è il presupposto, pensate un po’, per mettere
in galera l’imputato. Dice infatti l’art. 273 del codice di
procedura penale, che "Nessuno può essere sottoposto a misure
cautelari se a suo carico non sussistono gravi indizi
di colpevolezza".
Dunque, ripeto, perché diavolo dovremmo
sottoporre ad intercettazione i telefoni di Calogero Ammazzatutti visto che
lo abbiamo già arrestato perché è incastrato da gravi indizi di
colpevolezza?
Adesso il problema è che tutto questo non vale solo per un
banale omicidio. Pur di assicurarsi l’impunità per i reati suoi
(pensate ad una bella corruzione con turbativa d’asta e abuso
d’ufficio, quelle fantasie di alcuni magistrati
politicizzati, quelle poche centinaia di casi isolati che non possono
giustificare la barbarie della persecuzione giudiziaria etc. etc.), la
casta ha assicurato l’impunità a tutti i delinquenti, anche a gente
come Calogero Ammazzatutti che vive di omicidi. Niente di nuovo sotto il
solo, naturalmente, ma qui c’è da
preoccuparsi parecchio.

Andiamo avanti.
Supponiamo che, nonostante
tutto, si riesca a intercettare l’utenza di Calogero Ammazzatutti. Lo si
può fare solo per 30 giorni, prorogabili al massimo per altri 30.
E
qui si apre un altro panorama ridicolo.
Prima di tutto Calogero
Ammazzatutti non dice niente di utile per 59 giorni ma,
al sessantesimo, telefona a Giuseppe Appaltifacili e gli dice che
domani o dopodomani si troveranno al solito bar per scambiarsi la busta;
magari, proprio perché vogliono essere chiari, Calogero dice a
Giuseppe “dì all’onorevole Benedetto Dal Popolo che i soldi glieli
facciamo avere tutti come lui ha chiesto”.
Beh,
sulle intercettazioni a carico di Calogero ci possiamo mettere una
croce perché 60 giorni ce li siamo già sparati tutti e non possiamo
più intercettarlo.

Ma non possiamo nemmeno intercettare le utenze
di Giuseppe (quelle di Benedetto, lo sappiamo, sono sacre). Perché,
dice il DDL, le richieste di intercettazione debbono essere
fondate
su elementi espressamente e analiticamente indicati nel
provvedimento, non limitati ai soli contenuti di
conversazioni telefoniche intercettate nel medesimo procedimento. Che
vuol dire che non si può richiedere un’intercettazione sulla base
di quanto accertato nel corso di un’altra intercettazione. Quindi,
siccome i gravi indizi di colpevolezza a carico di Giuseppe e
Benedetto derivano dall’intercettazione a carico di Calogero, niente
intercettazioni su di loro, possono starsene
tranquilli.

Un’ultima chicca.
Ci sono i procedimenti a carico
di ignoti. Per esempio, Modestino Salumiere ha qualche problema con la
mafia locale, non riesce a pagare il pizzo da qualche mese e questa un
bel giorno gli incendia il locale. Modestino non denuncerebbe nemmeno
il fatto ma i pompieri intervengono e così la Procura ne viene
a conoscenza. Non ci vuole una scienza particolare per capire che
l’incendio è doloso (i pompieri hanno trovato perfino il timer). Quindi
indagine per estorsione a carico di ignoti.
Che si fa in questi casi?
Si intercetta a tappeto: i telefoni di Modestino, quelli di sua moglie, dei
suoi figli, degli amici, dell’amante. Presto o tardi la telefonata
in cui si dice “hai visto che ti è successo? Adesso porta i soldi se no
la prossima volta …..” la si ascolta. Si identifica da dove viene
e da lì parte l‘indagine.

Bene. Adesso non si intercetta più
nulla.

Dice il nostro legislatore che "Nei procedimenti contro
ignoti, l'autorizzazione a disporre le operazioni
previste dall'articolo 266 è data, su richiesta della persona offesa,
sulle utenze o nei luoghi nella disponibilità della stessa, al solo fine
di identificare l'autore del reato".
Quindi Modestino Salumiere
deve, lui, proprio lui, chiedere al PM di sottoporre a controllo le
sue utenze. Pensate un po’; gli hanno appena incendiato il negozio e
lui dovrebbe fare alla mafia l’ulteriore sgarbo di chiedere
le intercettazioni, cosa che la mafia saprebbe benissimo che è
successa perché il nostro illuminato legislatore ha proprio previsto
che, senza questa richiesta, le intercettazioni non si fanno.
Quindi,
quando si andasse ad arrestare Calogero Ammazzatutti dicendo che le prove a
suo carico sono costituite dalle intercettazioni compiute sulle utenze
di Modestino Salumiere, Calogero saprebbe subito con chi
prendersela.
Non bisogna essere dei veggenti per immaginare
che richieste di intercettazione provenienti da parti offese ce ne
saranno pochine.

Infine (ma c’è tantissimo altro) una chicca.
In
caso di reato commesso da ignoti le intercettazioni, se si fanno,
debbono servire solo a
identificare l'autore del reato.
Come dire: se
intercettando intercettando scopro che Calogero sta parlando
con Giuseppe del senatore Benedetto dal Popolo e delle mazzette che
gli hanno dato; beh di queste cose non si può tenere conto.

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