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Il Tar del Lazio annulla trasferimento Forleo PDF Stampa E-mail
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Scritto da Franco Giuliano e Marco Bertelli   
Giovedì 30 Aprile 2009 17:57
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Clementina Forleo
 
BARI 30 APRILE - Il Tar del Lazio ha accettato il ricorso presentato dai legali del Gip di Milano, Clementina Forleo avverso il provvedimento del Csm con il quale fu deciso il trasferimento d'ufficio da Milano a Cremona. "Sono contenta - ha detto alla Gazzetta il Gip, commentando la decisione del Tribunale amministrativo del Lazio - la mia battaglia però contunuerà". 

La notizia è stata data da uno dei legali del giudice di Francavilla Fontana, avv. Giovanni Pesce (nativo di Oria) il quale spiega che la sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio ha annullato il trasferimento motivando questa decisione presa l'estate scorsa "ritenendo insussitenti i presupposti di quella decisione".

"Il giudice - ha aggiunto l'avvocato Pesce - mi ha riferito di essere felice della notizia, ma non intende, per il momento, lasciare il tribunale di Cremona. Ci fa piacere però che finalmente un giudice terzo imparziale ha riconosciuto l'ingiusta atteggiamento persecutorio assunto dal Csm nei suoi confronti".

Il plenum del Consiglio della magistratura decise a maggioranza di disporre il trasferimento del giudice per incompatibilità ambientale. 

La decisione fu adotatta dopo le dichiarazioni della Forleo sul comportamento dei magistrati milanesi che seguivano l’inchiesta sulle scalate bancarie.

«Lotterò fino alla fine dei miei giorni - dichiarò il gip di Milano; andrò a testa alta in tutti i tribunali, affermando il principio per cui la legge è uguale per tutti e auspicando una seria riforma della giustizia». 

A chi a suo tempo chiese al gip se avrebbe fatto ricorso al Tar contro la delibera di Palazzo dei Marescialli rispose: «Certamente».

Oggi attraverso il suo legale, avv. Pesce Clementina Forleo manda a dire "di avere vinto una battaglia di principio, non credo che tornerò a Milano. Almeno per ora".

Poi raggiunta al telefono dalla Gazzetta, il gip ha detto: "Sono commossa e ovviamente molto contenta della decisione del Tar. Questo dimostra che la verità prima o poi viene a galla. E comunque continuerò a battermi per l'indipendenza e l'autonomia del giudice e contro le logiche clientelari e le correnti all'interno all'interno dell'organo di autogoverno della magistratura conitnuerà". 

Alla domanda se adesso tornerà a Milano essendo la sentenza del tar immediatamente eseucutiva, il Gip ha preferito non rispondere, riservandosi di decidere e di affidarsi per ulteriori commenti ad un comunicato ufficiale dei suoi legali. "Aggiungo solo - ha concluso - che mi batterò ancora affinchè il giudice resti una figura indipendente e autonoma, al di fuori delle logiche clientelari".

Franco Giuliano (la Gazzetta del Mezzogiorno.it)







Ci hanno raccontato per mesi che Clementina Forleo e Luigi de Magistris erano "cattivi magistrati".  Le prime pagine dei principali quotidiani sono state riempite di articoli ed analisi sui "casi" Forleo e de Magistris. Il CSM è intervenuto per trasferire i due reprobi rei di aver rilasciato «dichiarazioni eccessive, forzate e gravissime che hanno creato preoccupazione negli ambienti giudiziari e sono state lesive dell'immagine dei magistrati di Milano, che si sono sentiti offesi» ("caso" Clementina Forleo) e di aver redatto un "abnorme"  decreto di perquisizione a carico del procuratore generale di Potenza Vincenzo Tufano e altri tre indagati, nonchè di non aver informato l’allora procuratore capo Mariano Lombardi di questa perquisizione e di un’altra, a carico di altri magistrati, nell’ambito dell´inchiesta «toghe lucane» ("caso" Luigi de Magistris).

Nei mesi immediatamente successivi ci hanno raccontato che Gioacchino Genchi, consulente di Luigi de Magistris, rappresentava il "più grande scandalo della  Repubblica". Genchi è stato indagato e perquisito su mandato della procura di Roma,  inoltre è stato sospeso dalla Polizia perchè ha rilasciato interviste per difendersi dalle calunnie e ha risposto su facebook alle critiche di un giornalista. «Condotta lesiva per il prestigio delle Istituzioni» che rende «la sua permanenza in servizio gravemente nociva per l’immagine della Polizia» è la asserita motivazione della sospensione.



Beh, tenetevi forte: le accuse mosse a Forleo, de Magistris e Genchi erano basate sul nulla. La verità dei fatti sta emergendo in modo palese. Solo che lo dicono in pochi. Le autorevoli penne con i baffi che hanno avuto un ruolo centrale nella delegittimazione di questi uomini dello Stato sono rimaste nelle ultime settimane nel calamaio, rendendo evidente una volta per tutte di non lavorare a servizio dei lettori e di svolgere un ruolo ben diverso da quello di giornalista.


Il TAR del Lazio il 30 aprile 2009 ha dichiarato "insussistenti i presupposti" a fondamento della decisione presa dal CSM di trasferire Clementina Forleo ed ha pertanto annullato il relativo trasferimento.

La Procura di Salerno ha ritenuto il 2 dicembre 2008 pienamente legittimito l´operato di Luigi de Magistris e di Gioacchino Genchi ed il Tribunale del Riesame di Salerno ha confermato il 9 gennaio 2009 questa conclusione. Il GIP di Salerno ha prosciolto il 29 aprile 2009 Luigi de Magistris nell´ambito dell´inchiesta "Toghe Lucane" perchè ne ha ritenuto provata 
l'assoluta correttezza ed ha anzi accertato l´esistenza di ostacoli posti in essere allo sviluppo delle sue inchieste.

Il Tribunale del Riesame di Roma ha annullato il 10 aprile 2009 le perquisizioni ed i sequestri eseguiti dal reparto tecnico del ROS nei confronti di Gioacchino Genchi. Le ordinanze del Tribunale hanno stabilito la piena legittimità dell´operato di Genchi ed hanno raso al suolo il precario "teorema" accusatorio messo assieme dai procuratori aggiunti di Roma Nello Rossi e Achille Toro e dal sostituto Andrea De Gasperis sulla base di presunti elementi di prova che nemmeno rispondevano ai reati contestati.





Non esistono dunque i "casi" Forleo, de Magistris e Genchi come buona parte dell´informazione e di alcuni organi istituzionali hanno voluto farci credere. Esistono invece i casi "Milano, Catanzaro e Roma" dove singoli esponenti delle Istituzioni ed in particolare della magistratura hanno bloccato sul nascere l´accertamento della verità ed hanno preso iniziative tese ad ostacolare coloro che si sono sempre mossi nel rispetto dell´uguaglianza della Legge per tutti.

Nel caso di Gioacchino Genchi i Pm di Roma si sono rifiutati di dare esecuzione ad un´ordinanza del Tribunale del Riesame e si sono resi responsabili dei reati di rifiuto di atti d´ufficio e di appropriazione indebita.  Gli organi di controllo non hanno nulla da dire a riguardo? Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica e del CSM, ha recentemente affermato che la "Costituzione non è un residuato bellico". Forse sarebbe il caso che lo stesso presidente Napolitano facesse seguire alle sue autorevoli parole i fatti e richiamasse al rispetto dei principi della Carta fondamentale proprio coloro che sono chiamati per primi ad applicarla.


Marco Bertelli



 

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