.......la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
Si attendono nuovi sviluppi nell’inchiesta che vede il giudice antimafia Olindo Canali indagato dalla Procura di Reggio Calabria per falsa testimonianza e favoreggiamento del boss Giuseppe Gullotti, con l’aggravante mafiosa, per la testimonianza resa alla Corte d’assise d’Appello di Messina, durante il processo contro le cosche barcellonesi ‘Mare Nostrum’. Il magistrato del Tribunale di Barcellona P. G. è stato interrogato, da indagato, già due volte dal Procuratore di Reggio Calabria Pignatone nelle scorse settimane.
Il pm Canali è difeso dall’avvocato del Foro di Barcellona Fabrizio Formica. A Canali viene contestata la falsa testimonianza in quanto, testimoniando al processo contro le cosche barcellonesi, il giudice brianzolo aveva escluso di avere scritto altro oltre all’ormai noto ‘Testamento‘, datato gennaio 2006, all’inizio creduto anonimo e poi riconosciuto dallo stesso giudice come suo. Si scoprì in seguito, grazie ad una lettera dell’avvocato Repici inviata anche alle procure di Messina e Reggio, che oltre alle clamorose riflessioni all’interno del file ‘Testamento’, ne esistevano altre in un altro memoriale dal titolo ‘Gli inizi‘. Un memoriale di 28 pagine che Canali inviò nel 2005 all’avvocato Fabio Repici, legale di parte civile della famiglia Alfano. Canali aveva anche escluso, durante la deposizione al processo Mare Nostrum, una circostanza ammessa nel memoriale sull’omicidio Iannello-Benvenga, per cui il boss barcellonese Giuseppe Gullotti ha avuto l’ergastolo in primo grado. Ed è per questo motivo che la Procura di Reggio Calabria gli contesta il favoreggiamento di Gullotti.
E.D.G.
Fonte: il BLOG del giornalista Enrico Di Giacomo (4 luglio 2009)
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