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Delitto Borsellino: "Strage di mafia, ma restano delle zone d’ombra" PDF Stampa E-mail
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Scritto da Guido Ruotolo   
Lunedì 20 Luglio 2009 17:08
Per la prima volta Totò Riina ha deciso di offrire un contributo di maggiore chiarezza ai misteri dello stragismo mafioso. E’ una novità positiva. Il dato più importante di queste sue esternazioni è quando dice che si è stufato di fare il parafulmine d’Italia».

 Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, titolare delle inchieste più importanti su quell’area grigia dei rapporti tra poteri criminali e pezzi delle istituzioni, commenta lo sfogo del Capo dei capi di Cosa nostra, il corleonese Totò Riina. Che avviene alla vigilia dell’anniversario della strage di via d’Amelio, del massacro di Paolo Borsellino e della sua scorta.


Dottore Ingroia, Totò Riina dice che la strage di Borsellino è opera dello Stato...
«Non è la prima volta che indica questo scenario. Oggi lo fa con maggiore chiarezza. Finora - in questi anni voglio dire - Riina ha sempre rifiutato ogni forma di dialogo. Non ha mai voluto rispondere alle nostre domande. In passato ha mandato, talvolta, messaggi sibillini e mai un granché chiari. Ora vedo nelle sue dichiarazioni un desiderio di far chiarezza, e non solo per ragioni processuali difensive».


E allora, Borsellino chi l’ha ammazzato?
«Che Cosa nostra abbia avuto un ruolo nella strage di via D’Amelio è indiscutibile. Rimangono delle zone d’ombra al punto che non si sa ancora chi ha premuto il pulsante dell’autobomba. Possiamo aggiungere che sicuramente vi sono stati interessi convergenti con quelli mafiosi».


Il capo dei Corleonesi dice che si è stancato di fare da parafulmine...
«Lasciando sottintendere, evidentemente, che non vuole pagare per colpe altrui. Intendiamoci, Riina è l’artefice della strategia stragista di Cosa nostra, sotto il suo comando la mafia ha ucciso, ha seminato terrore, ha soggiogato imprenditori e commercianti. Quando afferma che non vuole essere più il parafulmine di tutti, dice esplicitamente che sta pagando per colpe e responsabilità non sue. Siccome da indagini e processi si sono percepite altre corresponsabilità, che però non sono mai state messe a fuoco, solo lui, depositario di queste verità, ci può indicare, spiegare, dire di chi è stato il parafulmine. Noi siamo pronti, senza pregiudizi, ad ascoltare questa sua verità. E naturalmente a verificarla».


Procuratore, Riina sostiene di non avere nulla a che fare con la trattativa, semmai sospetta che il risultato di quella trattativa è stato la sua cattura.
«Su questo aspetto non posso entrare nel merito. Da indagini e processi in corso, in effetti è emerso che vi sono state una, due, forse tre trattative. All’inizio, Totò Riina stava incominciando ad avere un qualche ruolo nella trattativa. Poi, evidentemente, è stato scavalcato».


Quando?
«Già prima del suo arresto e sicuramente dopo. Lui ne sa, comunque, più di noi».


La prima trattativa. Quella del papello. Riina si chiama fuori e invita a fare una perizia calligrafica sul pezzo di carta attribuito a lui, ma non ancora consegnato da Massimo Ciancimino, sul quale avrebbe posto allo Stato le condizioni per far cessare le stragi e gli omicidi eccellenti.
«Su questo davvero non posso dire nulla. Sono in corso indagini molto delicate. Se vi fu trattativa, certamente non fu solo interesse di Cosa nostra a chiuderla. Tutti, da subito, sin dal 1992, hanno avuto la sensazione che vi fossero altri mandanti esterni a Cosa nostra, dietro lo stragismo di quel biennio ‘92-‘94».


Guido Ruotolo (Fonte
La Stampa, 19 luglio 2009)

Comments:

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zeitblom  - GRAZIE SALVATORE   |2009-07-20 19:52:01
Grazie Salvatore
per questi giorni
per la manifestazione
Non so dove
postare questi saluti.

Propongo di aprire una sezione dove postare filmati o
foto delle giornate di Palermo
Salve a TUTTI
elisabetta.dn   |2009-07-20 21:32:30
grazie salvatore ,
ti ho ascoltata sabato e mi hai ridato la speranza che
qualcosa possa veramente cambiare in questo disgraziato e bellissimo paese.

grazie
alexn8  - Salvatore ci siamo!   |2009-07-21 13:35:29
Ciao Salvatore, mi sono sbagliato il 19 luglio a palermo..quando di mattina ci
siamo salutati ti avevo detto che eravamo pochini, però poi nel pomeriggio la
sistuazione è migliorata..eravamo un bel gruppo..Certo hai ragione ad
arrabbiarti con tutti quelli che non hanno mantenuto la promessa nel giorno del
funerale di paolo.
Vuol dire che era un indignazione momentanea ...
Come al
solito dopo le parole di fuoco di Sonia e di tutti gli altri Genchi L'altro
deputato napoletano che non ricordo il nome l'effetto mediatico è sempre quasi
nullo..
Il fatto che nessuno delle istituzioni si è presentato io la vedo anche
nell'ottica ,oltre che alla volontà di non farsi contestare, come il preciso
interesse a non farsi fare determinate domande davanti alle tv e alla gente in
modo da non esposrsi direttamente e pubblicamente nel merito di questa strage.In
modo che poi si possano nascondere da queste polemiche...e non continuare il
discorso iniziato...Se si esponevavo direttamente davanti a tutti poi non
potevano far finta di non sapere.
Salvatore abbiamo fatto una grande
cosa...anche se mancavano tanti palermitani...ma eravamo tanti italiani...io da
siracusa, gente di napoli, bologna , milano, trieste.... tanti...
Siamo sempre
qui....

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