Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla.
Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare. Paolo Borsellino
CAMERANO (AN) - "Sento che oggi il vento sta cambiando. Dopo anni di occultamento finalmente si parla di mandanti occulti e di trattativa e per questo voglio ringraziare magistrati come Sergio Lari, procuratore di Caltanissetta". Lo ha dichiarato Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia nella strage di via D'Amelio, nell'ambito della conferenza organizzata a Camerano (Ancona), dall'associazione di volontariato Finestre Rosse, moderata dal vicedirettore di Antimafia Duemila Lorenzo Baldo.
"Io so - ha proseguito Borsellino - che Sergio Lari non si fermerà di fronte a niente e che per fermarlo dovranno usare il tritolo o tecniche come quelle adottate con Luigi de Magistris. Anche per questo lo devo ringraziare mentre in me si è riaccesa la speranza che si possa arrivare alla verità". "Sono passati 17 anni dalla strage di via D'Amelio - ha poi ricordato il fratello di Borsellino - ma io e la mia famiglia Paolo non lo abbiamo potuto ancora piangere perché prima di farlo è necessario che sia fatta giustizia".
"Dopo la morte di Paolo, quando ho visto la reazione della società civile - ha concluso Salvatore Borsellino - ho ringraziato Dio per quella morte, perché quella reazione era esattamente quello che Paolo desiderava. Per questo per cinque anni ho continuato a parlare nelle scuole, a parlare ai giovani, alla gente, sentendo che in qualche modo lui era dietro di me. Ma quando mi accorsi che tutto stava ritornando come prima, come quel fresco profumo di libertà era di nuovo sommerso dal puzzo del compromesso morale allora non sono riuscito più a parlare. Quando capii che lo stato era coinvolto in quella strage e che lo stesso Paolo aveva capito".
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
Maria Teresa
|2009-07-31 00:15:09
Grande Salvatore!
Christina P
- Universita' degli studi di Salvatore Borsellino...
|2009-07-31 11:17:22
Due serate indimenticabili quelle di Camerano e Chiaravalle. Sono serate storiche quelle con Salvatore. Sono serate che hanno il potere di cambiare non solo la nostra percezione sulle verita' di via D'Amelio. Ascoltare Salvatore cambia la visione, la mentalita' rispetto il giusto assetto sociale che deve avere la legalita' in Italia. I crimini, di qualsiasi natura essi siano vanno debellati ed il sistema legislativo deve essere posto nella condizione di poter lavorare serenamente, senza ostacoli. In una societa' civile i magistrati non devono temere per la propria vita semplicemente perche' adempiono al loro dovere. Questo e' inaccettabile! L'opinione pubblica deve mostrare ai nostri giudici che "facciamo il tifo per loro", come dice Salvatore. Le stragi di Stato, le parole di Salvatore, quando parla del suo Paolo sono parole tristi che mettono in evidenza uno Stato non solo assente ma traditore nei confronti del popolo. Il fatto stesso che Salvatore gira l'Italia per raccontarci questo stralcio doloroso e penoso della sua esistenza porta con se un messaggio di fiducia, di speranza. Quello che e' successo a Paolo non deve condizionare la visione che abbiamo riguardo le istituzioni che governano l'Italia. Deve spronarci a far emergere la parte buona delle istituzioni che, in questo momento sono sommerse dalle menzogne sulle quali e' basata questa "disgraziata seconda Repubblica". E' per questo che Salvatore ringrazia tutti quei giovani che lo invitano in ogni parte del paese. Ogni piazza che ha la fortuna di ospitare Salvatore rappresenta una porta attraverso la quale riesce a raggiungere le coscienze di chi lo ascolta passando per le vie del cuore. E' li, nei nostri cuori che riconosciamo la profonda consapevolezza dell'ingiustizia di un omicidio. Uccidere chi tenta di lavorare in nome del diritto che riguarda ognuno di noi e' un crimine.
Tutti abbiamo il dovere di guardarci intorno e denunciare le ingiustizie che vediamo di qualsiasi natura esse siano, che le subiscano gli altri o noi sulla nostra pelle. Solo in questo modo renderemo importanti quelle croci che sovente siamo chiamati ad apporre sulle schede elettorali. Il messaggio che oggi deve passare al mondo politico e' che i cittadini sono ben svegli e che hanno gli occhi aperti. Il tempo delle veline e degli accordi tra mafia e Stato e' finito. Solo noi possiamo determinare un tale cambiamento.