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Il testimone di giustizia Pino Masciari lascia la Calabria PDF Stampa E-mail
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Scritto da Il Quotidiano della Calabria.it   
Giovedì 03 Settembre 2009 19:07

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«A Serra San Bruno, il comune del vibonese dove sono nato 49 anni fa e che sono stato costretto a lasciare per aver dichiarato guerra alla ‘ndrangheta, non mi vogliono nemmeno come visitatore, ad incominciare dalle istituzioni per finire ai miei stessi familiari. Perciò sto raccogliendo le poche cose rimaste: il mio studio, lo studio odontoiatrico di mia moglie per dire definitivamente addio alla mia gente. Una partenza dolorosa quest’ultima più della prima se vogliamo, perchè ho deciso di trasferire anche la residenza anagrafica che ancora conservavo».
A dirlo con le lacrime agli occhi Pino Masciari, ex imprenditore edile calabrese, adesso importante testimone di giustizia, la cui tormentata vicenda ha avuto inizio 13 anni fa, quando, all’apice della sua attività di imprenditore edile in Calabria, denunciò un comitato d’affari legato ai clan che pretendeva la tangente su ogni lavoro.

Dopo aver denunciato tutto ai Carabinieri, racconta di essere stato «deportato» in una località segreta assieme alla moglie e a suoi due figli, per ritornare in Calabria scortato ogni qualvolta si tenevano udienze dei processi contro coloro che aveva denunciato e contro i quali si era costituito parte civile.
Dal suo rifugio continuò comunque la sua battaglia conquistandosi la simpatia e la stima di molte città italiane che gli hanno attribuito la cittadinanza onoraria.
«Soltanto il mio paese che è circondato da comuni sciolti per mafia – ha detto – non ha fatto niente per me, anzi, come ho potuto notare, non mi vuole. Per questo me ne vado, tagliando definitivamente i ponti, ringraziando la gente comune, gli uomini della scorta che il colonnello Giovanni Roccia mi ha messo a disposizione. Me ne andrò anche dalla località cosiddetta segreta che ultimamente è stata violata da due individui che sono entrati nella mia camera da letto, senza contare che qualche mese addietro sul davanzale della casa paterna di Serra San Bruno, ignoti hanno collocato un ordigno».



Tratto da
Antimafiaduemila.com e Il Quotidiano della Calabria.it (3 settembre 2009)

LINK: il
BLOG degli amici di Pino Masciari





WITNESS PINO MASCIARI LEAVES HIS HOMETOWN IN CALABRIA




“ I am no longer welcome, not even as a visitor in Serra Bruno, the municipality of vibonese where I was born 49 years ago and which I have been forced to leave after having declared war to the ‘ndrangheta. Local institutions as well as my own family members don’t want me there anymore. I am collecting the last few things from my office and from my wife’s dentist lab. I am saying goodbye forever to my people. This is a painful departure, far more painful than the first because I have decided to transfer my residence which I had maintained to this day”.
These words belong to Pino Masciari. His eyes fill with tears as he speaks. Mr. Masciari was a constructor from the italian region of Calabria who is now a very important witness in mafia trials. Pino’s tribulations began 13 years ago when his contruction business in Calabria was flourishing. He pressed charges against a business committee tied to mafia clans who demanded that a portion of the money earned from construction jobs be turned over to them.
After having reported everything to the Carabinieri (italian police force) Mr. Masciari describes his experience as a “deportee” to a secret location toghether with his wife and two children.  The only times he returned to Calabria ,Pino was escorted by bodyguards who protected him throughout the trials held against the people he had denounced.
For all this time Pino continued his battle for justice and truth from inside the walls of his hideout. He conquered the affection and the respect of a great number of italian cities who declared Pino honorary citizen.
“Only my hometown which is surrounded by other towns whose local political institutions have failed because of mafia infiltrations, has done nothing for me. I have sadly recognized that they do not want me there. For this reason I am leaving and cutting all ties with everyone. I wish to thank all the “common people” for their support. I also wish to thank colonel Giovanni Roccia and the bodyguards he kindly provided to watch over me. I am also leaving this, so called, secret location which was recently broken into by two individuals who raided my bedroom. Not to mention the explosive device placed on a window ledge of my paternal home in Serra San Bruno just a few months ago by strangers”.

translation by Christina Pacella

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Maria Teresa   |2009-09-03 21:17:06
E' una notizia che mi addolora. Profondamente.
Christina P   |2009-09-05 11:02:45
Le parole di Pino sono come una spada nel cuore. In tutto il mondo gli italiani
sono, o erano, noti per il loro animo estremamente umano. Siamo, o eravamo,
persone sempre pronte a dare una mano a stare vicini a chi doveva essere
sostenuto e difeso in nome di cio' che era giusto. Trovo, e lo dico con grande
rammarico, che il popolo italiano si sia incattivito. Il solo percepire un
potenziale "danneggiamento" alla propria persona o ai propri interessi
determina l'abbandono completo del prossimo. Un paradosso inaudito nella terra
del cristianesimo. Con quale coraggio la gente entra in chiesa a battersi il
petto la domenica? Ci preoccupiamo di Boffo e di Feltri e lasciamo nella piu'
completa solitudine Pino e la sua famiglia, i suoi bambini, i bambini, i
bambini. Questo e' uno scandalo, su questo si dovrebbe ragionare non su Boffo
si, Boffo no o Feltri si, Feltri no. Nessuno di questi due personaggi ha mai
lavorato o contribuito alla lotta per la conservazione della Costituzione, della
giustizia, della verita'. Pino e la sua famiglia rischiano la vita per il bene
di questo disgraziato paese. Hanno perso la liberta' per fare la cosa giusta.
Quando, io voglio sapere quand'e' che gli italiani avranno il coraggio di fare
la cosa giusta? Parliamo della storia di Pino, parliamone ovunque. Non lasciamo
che il silenzio dei media e dei politici "uccidano" Pino.

Christina
Pacella

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