Davanti alle difficoltà non bisogna arrendersi.
Al contrario, devono stimolarci a fare sempre di più e meglio, o superare gli ostacoli per raggiungere i risultati che ci siamo prefissati.
23 ottobre - Palermo. Si e' appena concluso l'interrogatorio reso ai pm di Caltanissetta da Gioacchino Genchi, consulente informatico e funzionario di polizia che curò gli accertamenti sui traffici telefonici in una delle inchieste sulla strage di via D'Amelio. Genchi è stato sentito per oltre 8 ore dai magistrati della dda che hanno riaperto l'indagine sull'uccisione del giudice Paolo Borsellino.
Il consulente avrebbe riferito elementi nuovi rispetto al passato circa contatti telefonici accertati nei giorni precedenti la strage tra esponenti mafiosi e "utenze istituzionali" e tra uomini d'onore e colletti bianchi. Genchi ha anche parlato dei contatti tra Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, don Vito, e utenze fisse e cellulari riferibili ai ministeri della Giustizia e dell'Interno. Secondo gli inquirenti l'ex primo cittadino fu uno dei protagonisti della prima trattativa tra Stato e mafia. L'interrogatorio è stato condotto dal procuratore Sergio Lari e dagli aggiunti Nico Gozzo, Amedeo Bertone e Nicolò Marino.
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maxhki
- prima e seconda trattativa
|2009-10-23 23:05:51
Secondo me è sbagliato parlare di prima e seconda trattativa perché mafia e pezzi dello stato hanno sempre trattato, fin dall'ottocento, o anche per esempio all'epoca di portella della ginestra. E la mafia ha avuto sempre grandi benefici dalla politica come appalti, impunità di fatto, trasferimento degli investigatori, commissioni antimafia che concludevano che la mafia non esiste...
Poi se penso all'epoca del maxiprocesso, gli omicidi di Salvo Lima ed Ignazio Salvo e poi la strage di Capaci furono dovuti alla delusione dei corleonesi per il mancato rispetto degli accordi con politici di alto livello che tutti conosciamo...