“La lotta alla mafia deve essere un movimento culturale e morale che coinvolga tutti…” (Paolo Borsellino)
Una societa’ priva di cultura non ha possibilita’ di sviluppo. La cultura rappresenta quell’insieme di sapere, di conoscenza, d’ arte, di morale e di diritto che sono l’anello di congiunzione tra cittadino, democrazia e liberta’. La cultura rende la mente libera, libera di pensare, di criticare e di decidere autonomamente. La cultura e’ l’arma pacifica dell’uomo. Lo sanno bene molti dei politici che oggi pascolano nelle valli della deculturalizzazione di massa, provocata e voluta da loro stessi. Lo capiscono a tal punto che, la cultura, oggi, costituisce una minaccia da mettere a tacere attraverso la censura, attraverso metodi “mafiosi” che molti artisti liberi affrontano e sconfiggono. Salgono sopra il palco di un teatro, suonano le note di una musica che racconta l’anima. Detengono la chiave che apre quel lucchetto posto sul cancello dell’intelletto, del pensiero.
La cultura, per esempio, portataci dal cinema di qualita’ e’ uno strumento efficace, in grado di toccare la coscienza ed il cuore di tutti. Accostare la cultura alla battaglia per la ricerca della verita’ e della giustizia e’ un passo obbligato verso il ripristino di una societa’ civile che antepone valori e diritti al profitto personale.
E’ con questo spirito che, su segnalazione di un utente del sito, ho pensato di pubblicare il link ad un videoclip tratto dal film: “Good night and good Luck” (“Buona notte e buona fortuna”) di George Clooney.
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harlock
- A proposito di cultura...
|2009-10-26 00:39:27
Stasera ho visto l'intervista di Nicola Gratteri a "Che tempo che fa" di Fazio. Secondo il procuratore nessun governo ha mai cercato seriamente di rafforzare la magistratura (e fin qui nulla di nuovo...) né la scuola, perché a suo dire, nessun governo nè di destra nè di sinistra aveva interesse a far crescere cittadini consapevoli. Mi ha molto colpito. Vuol dire che lo Stato è solo gestione del potere ed è la presa d'atto che siamo tutto tranne una democrazia. Fa male, ma ha proprio ragione.
francesco.caroselli
- Wow
|2009-10-26 02:59:20
Sono colpito che la mia segnalazione sia stata cosi "ascoltata"...
questo è un sito in cui mi sento a casa....
Sono felice che dopo tanti anni di silenzio finalemente si riparli di questi temi...
gia70
- La questione morale in Italia...
|2009-10-26 15:59:06
La questione morale in Italia : Berlusconi , Mastella, Dell’Utri, Del Turco, Bassolino, Marrazzo, D’Alema, etc etc.
Strano paese il nostro ! Nessuno e’ piu’ veramente libero e tutti siamo ricattati da interessi molto piu’ forti di noi. Si e’ creato un intreccio innaturale di potere politico-imprenditoriale e mediatico, siamo assoggettati a un perverso "Moloch" che impone ai cittadini regole impari e sacrifici immondi. Gli editorialisti della carta stampata , ad esempio, scrivono cio’ che i proprietari della medesima vogliono sentir raccontare. Le pochissime persone libere, quelle come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno pagato con una morte atroce la loro dedizione nei confronti dello Stato. Come si possono nutrire speranze di riscatto di fronte ad un Parlamento che non si differenzia molto dalle cloache romane ? Esiste una vera personalita’ ‘’super partes’’ capace di salvaguardare i destini del nostro paese ? La mia risposta, e’ no. E’ assolutamente inutile parlare di alleanze politiche e di finte riforme se non si mette al centro della discussione la ‘’ questione morale’’. Solo dalla sua risoluzione puo’ venire un nuovo rinascimento economico, sociale e culturale. Alla radice dei comportamenti di Berlusconi &Co , risiede una sub-cultura medievale nemica strenua dello sviluppo. Parliamoci chiaro, non conviene a nessuno prendersi in giro. Tale sottocultura non e’ solo di Berlusconi &Co, essa e’ infatti diffusa largamente fra il popolo ed e’ comune a larga parte delle elites dell’ Italia.
E’ condivisa, purtroppo, anche dalla classe dirigente di centro-sinistra . Lo Stato non garantisce piu’ beni pubblici . Il governatore non e’ una persona che ha l’obbligo di rispondere al cittadino, ma e ‘ diventato un ‘’ principe’medievale’’. A sinistra lo chiamano’’ il primato della politica’’ : lo Stato si occupa perche’ ci appartiene . Ecco a voi i risultati di questo modo di governare.
A destra, invece, con il fallito lodo Alfano, con lo scudo fiscale e con la limitazione delle intercettazioni, hanno teorizzato una stato di tipo peronista. In questo quadro disastroso e comatoso, i poteri forti corrono in aiuto della classe politica. Nessuna riforma vera della scuola, ma solo tagli, nessuna riposta ai precari ed ai disoccupati, nessuna riforma strutturale. In questo scenario paradossale, abbiamo visto il fallimento dell’ Alitalia, ‘’i furbetti del quartierino’’ e lo scempio dei rifiuti di Napoli, nonche’ il fallimento progressivo dei migliaglia di piccole imprese e lo sfaldamento dello stato sociale. Pensate davvero che una classe politica che ha questa concezione dello Stato fara’ mai quelle riforme necessarie per l’ammodernamento del paese.. ? Qualcuno di voi pensa veramente che una classe politica capace di stravolgere l’intero sistema giudiziario perche’ i loro ‘’ principi’’ non vengano processati, si preoccupera’ di fare riforme e di semplificare il sistema fiscale, riformare quello pensionistico e aggiustare quello sanitario.?
Signori il ritrovato peronismo ecomico tremontiano e’ prallelo al peronismo giudiziairio di Belrusconi. O si cambia l’intera classe politica, a destra e a sinistra, o la rinascita ecominca rimarra’ una chimera. In Italia ci sono 9,5 milioni di poveri. Punto.Cosa dobbiamo aggiungere.. ? Aggiungo io, una cosa. Entro il 2013 , rischiamo di fare la fine dell’Argentina . Con il nostro terzo debito pubblico del mondo, non sara’ difficile arrivare a quel punto. Un saluto ai frequentatori del sito e a Salvatore Borsellino in particolare
Christina P
|2009-10-26 21:20:48
Carissimi tutti, c'e un detto inglese che dice : "it's not over till it's over", ossia, non e' finita finche' non e' finito. Stiamo resistendo, stiamo lottando, ognuno come puo', con i propri mezzi e, anche con i prorpri suggerimenti. Siamo in un baratro, profondo e buio. Chi vive una quotidianita' fatta di stenti questo lo sa bene. Ma, chi e' che puo' cambiare le cose se non tutte quelle persone che condividono i valori di Paolo e di Giovanni? Oggi ho portato mio figlio al pronto soccorso, per la seconda volta in due giorni. Non riusciamo a farlo visitare da un otorino. Il bambino soffre, ha dolore e, fino a domani mattina non c'e' uno specialista che ci puo' aiutare. Da 7 giorni mio figlio sta male. Questa e' una delle tante "fotografie" italiane. La gente si rassegna. A testa bassa accetta e va avanti, senza reagire. Queste, sono le vicende che ci devono indignare, che ci devono spronare a reagire, ad informarci per conoscere i nostri diritti e pretendere dalle istituzioni che vengano rispettati. Visto che molte istituzioni non funzionano dobbiamo impegnarci per far si che nelle istituzioni entrino persone pulite, trasparenti, nuove, che hanno a cuore la politica intesa come quella parte della societa' che lavora per il bene collettivo. Non dico che dobbiamo diventare tutti politici ma, dobbiamo riconoscere e sostenere quelle persone che con umilta', devozione e passione si impegnano nella politica per ridare a questa" parola" la dignita' di cui necessita per essere di nuovo credibile agli occhi dei cittadini. Ognuno di noi deve cercare nelle proprie comunita' le persone che stanno lottando e resistendo per dar loro appoggio incondizionato. Non abbandoniamoci ad un pessimismo che, seppur compreso e giustificabile segna pericolosamente la fine di uno Stato di Diritto che appartiene a tutti noi. Guardate che meraviglioso strumento abbiamo tra le mani. La rete ci ha permesso di trovarci e di aprire una porta che era stata sbarrata per distruggere la speranza, la conoscenza, il dialogo, il confronto, la cultura, il pensiero. Qui, proprio qui e anche qui noi stiamo ritornando a vivere consapevolmente, nel bene e nel male ora vediamo il quadro completo e abbiamo, finalmente la possibilita' di cambiare le cose. Forse, non saremo noi a vedere i frutti di questo grande lavoro ma, sono sicura che le future generazioni potranno essere orgogliose di noi.