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L'incubo di Dell'Utri è Spatuzza PDF Stampa E-mail
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Scritto da Monica Centofante   
Giovedì 05 Novembre 2009 17:52
 
Domani la Corte di Palermo deciderà se accogliere nel dibattimento sul processo al senatore ed ex capo di Publitalia la deposizione del pentito di mafia che ha già fatto riaprire il processo sulla strage di via D’Amelio.

altTornano a disturbare i sonni del senatore Marcello Dell’Utri i fantasmi del ’92 e del ’93. E proprio quando il vento, in quel di Palermo, sembrava soffiare a suo favore. I tanti niet della Corte presieduta da Claudio Dall’Acqua alle richieste del pg Gatto, erano parsi di sicuro buon auspicio in vista della sentenza d’appello che era attesa per il prossimo dicembre. A cinque anni esatti dalla condanna in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, sopraggiunta dopo 211 udienze dibattimentali e una mole di prove tanto imponente che nel corso della requisitoria i pm si erano trovati costretti a tralasciarne molte, «per crisi di abbondanza». A settembre scorso i giudici avevano deciso di non ascoltare Massimo Ciancimino, figlio di don Vito – protagonista della trattativa tra Cosa nostra e lo Stato – che in questi ultimi tempi ha fatto riaffiorare in molti soggetti istituzionali ricordi inquietanti quanto la loro tardività. Mentre nei mesi e negli anni precedenti i rifiuti erano arrivati pressoché per tutte le richieste dell’accusa.
Compresa quella di ammettere una memoria e i documenti che secondo il pg avrebbero dimostrato come Forza Italia, nel 1994-95, avesse tentato di far approvare una serie di norme favorevoli a Cosa nostra. In perfetta aderenza con quanto raccontato a processo dai collaboratori di giustizia e in particolare da Salvatore Cucuzza. Che aveva ricostruito gli incontri milanesi di Mangano, “l’eroico” stalliere di Arcore, con Dell’Utri proprio in quel periodo, per concordare insieme al senatore modifiche al Codice penale molto favorevoli per l’organizzazione criminale e per i carcerati. Ed è proprio da quegli anni lontani che parte oggi la ricostruzione dell’ultimo grande pentito di Cosa nostra, Gaspare Spatuzza. L’ex boss di Brancaccio, braccio destro dei Graviano, che la Corte ha deciso di ascoltare, sospendendo la requisitoria, ormai alle battute finali.
Spatuzza, l’uomo che con le sue dichiarazioni ha fatto riaprire le indagini sulla strage di via D’Amelio, ha ricordato quella trattativa durata almeno fino al 2004, e che aveva come referenti Berlusconi e «il nostro paesano Dell’Utri». Altra cosa rispetto a quei «crastazzi dei socialisti», ha spiegato, ripetendo le parole del capomafia Giuseppe Graviano che, a un incontro al caffè Doney di via Veneto, a Roma, era giunto esultante. «Ci siamo messi il Paese nelle mani». L’allusione era a quei due politici grazie ai quali, dice Spatuzza, «avevamo ottenuto quello che cercavamo», in un periodo in cui Graviano «mi fece intendere che c’era una trattativa che riguardava anche la politica». Erano gli anni bui delle bombe. Nella Capitale gli stragisti stavano progettando l’ultimo grande attentato (all’Olimpico, fallì per un guasto al telecomando dell’ordigno) e Berlusconi stava scendendo in campo con un partito che – assicura la prima sentenza – la mafia siciliana, in testa Provenzano, aveva deciso all’unanimità di appoggiare.
Nella stessa i rapporti di quel periodo tra Dell’Utri e i Graviano, arrestati nel ’94 proprio a Milano, risultano accertati. Ed è uno di loro, Filippo, che nel 2004 nel carcere di Tolmezzo con Spatuzza parla di dissociazione e dei malumori manifestati dai boss ristretti in cella. «Se non arriva niente da dove deve arrivare – sono le parole di Graviano – è bene che anche noi cominciamo a parlare con i magistrati». I messaggi di insofferenza all’esterno del carcere in quegli anni arrivano in vari modi, e chissà se hanno raggiunto quei “referenti” dei quali Spatuzza a breve parlerà ai giudici. E chissà se il timore più grande è che quelle dichiarazioni non si fermino a Palermo, ma raggiungano altre sedi giudiziarie dove nuove prove potrebbero riaprire vecchie ferite, giacché il reato di strage non va in prescrizione.

Fonte: Terra (Monica Centofante, 5 Novembre 2009)

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franco 73   |2009-11-06 11:53:15
ALFA E BETA SONO ALLE STRETTE HANNO PAURA E' LA FINE DEL SOGNO, DELL'ILLEGALITA
DELLE LORO AZIENDE
gia70   |2009-11-06 16:03:40
Ecco l'intervento integrale del Presidente della Camera Gianfranco Fini al
Premio Paolo Borsellino.
Voglio invitare con tutta la forza di cui sono capace
le istituzioni, e quindi tutta la politica, ad essere nei confronti della
criminalita' organizzata e delle mafie come un tempo si diceva avrebbe dovuto
essere la moglie di Cesare, al di sopra di ogni sospetto". Cosi' ha esordito
oggi il presidente della Camera, Gianfranco Fini, parlando nel corso del Premio
Borsellino a Pescara.
"Anche quando c'e' il piu' piccolo sospetto, e in
alcuni casi non solo sospetti ma pagine e pagine di sentenze passate in
giudicato, che c'e' qualcosa di piu' della contiguita', della collusione della
compiacenza, quando nel piu' piccolo Comune come al piu' alto livello, chi
rappresenta le istituzioni, la politica, non sente il dovere di dire alto e
forte io non voglio quei voti se in qualche modo derivano da attivita' di tipo
criminale. Se c'e la forza di dire io quel signore non lo voglio candidato
perche' magari e' portatore di interessi che non hanno niente a che vedere con
gli interessi generali della collettivita', se non c'e' questo scatto, se non
c'e' questo esempio quotidiano da parte delle istituzioni, delle volonta' per
onorare i martiri di tagliare nettamente ogni tipo di collusione, contiguita' e
di sospetto, rimarra' sempre nell'animo dei ragazzi l'impressione che siano
parole per tacitare le coscienze".
Secondo Gianfranco Fini "la lotta
alla mafia si vince con la forza degli esempi, e ognuno deve fare quel che puo'.
La politica puo' fare molto, a condizione che sia una politica con la 'p'
maiuscola, fatta di servizio di etica della responsabilita', di idealita'. Se la
politica torna ad essere tutto cio', torna ad essere antidoto a quella
mentalita', a quella cultura, di tipo paramafioso, che a volte c'e' nella
societa' e che non necessariamente si traduce in un'infrazione del codice
penale".

"Piu' uomini e piu' risorse per le donne e uomini che sono
in prima linea contro la mafia . Se si vuole ricordare Borsellino bisogna dire
grazie alla magistratura, alle forze di polizia e a coloro che sono in prima
linea anche a rischio della vita. Ma non e' che si ringraziano con le
parole". Servono, per Fini, "piu' mezzi, piu' risorse", per
"essere in condizione di fare davvero le indagini. E questa - ha aggiunto il
presidente della Camera - e' una questione che deve stare a cuore a tutti e non
e' una prerogativa di una parte polItica, di un ramo del Parlamento, di
un'istituzione, ma deve stare a cuore di tutti gli italiani che amano la
liberta'". Sollecitando uomini e risorse Fini ha immaginato che "poi
magari domani ci sara' qualche polemica in piu'".

"La lotta alle
mafie si fa attraverso una forte azione di contrasto ma anche mostrando da parte
delle istituzioni concreta vicinanza e solidarieta' alle vittime delle
intimidaizoni mafiose, ai commercianti ai quali viene chiesto di pagare il
pizzo, ai cittadini che vengono intimiditi dai boss.A volte - ha aggiunto Fini -
l'indifferenza uccide piu' del tritolo o di una calibro 9. Chi ha dimestichezza
con i fenomeni mafiosi criminali soprattutto in alcune aree del Paese sa che se
le istituzioni vogliono sollevare la resistenza morale della societa' e
incentivare la collaborazione degli onesti non devono limitarsi alle buone
intenzioni e nemmeno al varo di leggi di grande rilievo. Devono mostrarsi
attenti alle esigenze dei commercianti e dei cittadini.
P.S. Sono al corrente
della grande stima personale che Fini nutriva nei confronti di Paolo Borsellino.
In molti convegni ed incontri, a margine di tematiche relative alla legalita' e
alla lotta contro la criminalita', ho sentito Fini ricordare l'esempio di
Borsellino. Sin dai tempi del Movimento Sociale Italiano, infatti, gli ideali di
legalita' e di giustizia rappresentati da Paolo con il suo esempio mirabile di
giudice, si identificavano in gran parte con quelli dell' Msi, che allora era
l'unico partito dell'arco costituzionale a battersi veramente contro la
criminalita' organizzta. Quello, pero', era il partito dalle mani pulite e non
il Pdl, una organizzazione a delinquere.
Queste parole, non le sentirete mai da
un Gasparri, da uno Schifani o da un Cicchitto. Le parole di Fini, che condivido
in pieno, mi fanno ben sperare nella nascita di una nuova destra europea,
moderna, e di stampo europeista. I tempi, purtroppo, non sono ancora maturi.
Fino a quando ci sranno Berlusconi e la Lega, saranno soffocati tutti gli ideali
di vera liberta' e legalita'. Un saluto a tutti.
Vento  - Double Face   |2009-11-06 18:54:07
Perdonami se ti contraddico ma Fini secondo me non può rappresentare niente di
buono nè per la destra nè per la politica italiana in generale.
La destra io
credo che condivida ancora i valori di rispetto e difesa della famiglia e della
fede cattolica.
Bè Fini, come tutti sanno ha insidiato la donna di un caro
amico(che ha tentato il suicidio).
Con questa donna(poi separata), si è
sposato ha avuto una figlia e l'ha lasciata due anni fà per una prorompente e
giovane bionda.
Fini è colui che allo stesso tempo parla di voto agli immigrati
e poi da bravo alleato della Lega firma la legge Bossi-Fini.
Parla di Borsellino
come esempio ma è servitore di un personaggio che dice che i magistrati sono
deviati mentali e che nella sua villa ha dato ospitalità a boss mafiosi.
La sua
maggioranza fà opere di bene per la mafia:scudo fiscale, legge contro i
pentiti, indebolimento del regime 41 bis, decreto contro le intercettazioni ecc.
ecc...
L'MSI unico partito a battersi contro la mafia? Bah...credo che Sonia
Alfano in virtù della sua drammatica vicenda personale non sarebbe tanto
d'accordo.
O si sta con Borsellino o si sta con berlusconi ù, le due parti non
possono coesistere.
Cordiali Saluti
gia70  - Per Vento...   |2009-11-06 20:05:14
Ho avuto modo di conoscere personalmente Fini, molti anni fa. Lo considero una
persona corretta e onesta. Parli di vicende personali in modo strumentale e non
giusto. Non mi sembra che le sue vicende siano diventate di dominio pubblico.
Mia moglie, ad esempio, ha lavorato come tecnica nel 2001 insieme a Fini
vicepremier. Lavorava insieme al suo capo di gabinetto sulla convenzione
europea. Ha sempre avuto testimonianza di una persona stimata, anche all'estero,
e di una persona coerente. Stessa cosa, chiaramente, non ha potuto dire di
Berlusconi o di altri esponenti di sinistra. Ha poi lasciato la Presidenza,
quando abbiamo saputo di aspettare un bambino ed e' ritornata alla Corte dei
Conti. Si, ribadisco, il Movimento Sociale di Almirante si e' battuto contro la
mafia piu'di qualsiasi altro partito, sicuramente piu' del partito comunista.
Fammi l'elenco dei politici di sinistra che si sono battuti a favore della
verita' sulla strage di Brsellino : Violante, D'Alema, Bassolino, Veltroni...!
Non scherziamo. Fini, non puo' certo diventare comunista per fare piacere agli
altri. Lui nasce come uomo di destra, ora ha assunto posizioni piu'liberali. Il
suo tentativo e' quello di prendere le distanze da Berlusconi e dalla Lega e
creare le condizioni di una destra moderna. Se uscisse o ababndonasse la sua
carica, lascerebbe il campo a Berlusconi. L'unico servitore che vedo in giro
e' D'Alema che ha accettato il piattino della candidatura a ministro della UE
offerta da Berlusconi. Su Sonia Alfano, non ho capito bene il tuo riferimento
con il Movimento Sociale. Ho visto in rete una sua partecipazione ad un convegno
con la destra estrema, mi sembra quella di forza nuova. Ma non per questo al
critico, come hanno fatto in molti su facebook, negli ambienti antagonisti di
sinistra. Giudico le persone non solo per quello che dicono, ma soprattutto per
quello che fanno. La considero una ragazza in gammba ed onesta, ma di certo non
puo' farmi cambiare idea la sua analisi. Prima, se ci riesce, provi a ripulire
tutto il marcio che si trova all'interno dell' Italia dei Valori poi ne
riparliamo.
Cerchi di essere piu' vicina a De Magistris che a Di Pietro. Ciao
Vento  - Per "gia70"   |2009-11-07 01:12:48
Non vedo perchè il riportare i fatti sia da intendere come uso strumentale e
ingiusto.
Semplicemente quei fatti li ho riportati perchè denotano l'incoerenza
di Fini rispetto al suo modo di intendere la famiglia.
Poi secondo me uno che
sta con berlusconi non può ritenersi persona onesta tanto più che insieme a
lui ha appoggiato iniziative delinquenziali.
"Doveva lasciare il paese in
mano a berlusconi?" Il fatto è che glie lo ha lasciato con tanto di scettro
in mano. Semmai doveva andarsene con Casini quando berlusconi era all'angolo e
non tornarci dopo essersi fatto prendere in giro.
Le distanze le ha prese anche
in passato salvo poi ritornare al guinzaglio del sultano.
Fammi un elenco di
politici di destra che si battono per la verità sulle stragi.
Il MSI si è
battuto contro l mafia? Ma la verità se non è l'oppostao poco ci manca.
A
parte che storicamente la mafia è più che mai stata vicina alla destra, basti
pensare a quello che successe dopo la fine della seconda guerra mondiale (vedi
Junio Valerio Borghese-il principe nero).
Ma se hai seguito stasera BLU NOTTE e
il caso Spampinato già ti sarai fatto un opinione diversa sull'MSI, mi
auguro.
Il mio riferimento a Sonia Alfano non era di critica per la sua persona,
ci mancherebbe altro.
Era per dire che suo padre appartenente all'MSI fù
abbandonato dal suo partito e nelle sue inchieste aveva scoperto proprio del
coinvolgimento di esponenti dell'MSI e della massoneria con la
mafia.
Concludendo: le varie indagini che ci sono state negli anni hanno
stabilito che la mafia, la massoneria deviata, la destra estrema e la DC (vedi
anche P2) sono state spesso una sola cosa.
Poi tu la stai buttando in politica,
ma io volevo solo sollevare dei dubbi non è che dicendo male di Fini volessi
dire: "forza sinistra!" Hai citato quattro persone di sinistra(?) che a
me danno il vomito solo a sentirle nominare.
Cordiali Saluti

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