TORINO - Quando il furgone blindato transiterà davanti al portone d'ingresso, Gaspare Spatuzza potrà scorgere la targa della strada di Torino che ospita il Palazzo di Giustizia: via Falcone e Borsellino. E sarà dunque lì, in quel luogo intitolato alla memoria più tragica dell'antimafia, che domani mattina il pentito ripeterà davanti alla corte d'Appello di Palermo le sue verità su Marcello Dell'Utri e sulle stragi mafiose. Le stesse che hanno già messo assieme le mille pagine di verbale inviate dalla procura di Firenze alla corte palermitana assieme al testo dei confronti tra Spatuzza e i suoi ex capimandamento di Brancaccio, Filippo e Giuseppe Graviano.
La corte, presieduta da Claudio dall'Acqua, è in trasferta a Torino per motivi di sicurezza legati proprio a questa deposizione che ha sconvolto i tempi del processo: la sentenza era prevista per fine anno e in primo grado Dell'Utri era stato condannato a 9 anni per concorso esterno in Cosa Nostra. Una decisione che ha imposto agli uffici giudiziari piemontesi una rapida riorganizzazione dell'intero Palazzo (intitolato a un'altra vittima della mafia, il procuratore capo di Torino Bruno Caccia): ieri sera, alla procura generale erano già arrivati 102 tra e-mail e fax per l'accredito di altrettanti giornalisti. Carta stampata e soprattutto tv, anche dalla Francia, dalla Germania e dall'Inghilterra: entro domani, però, quel numero potrebbe raddoppiare.
E mentre a Firenze la procura chiede il regime di protezione definitiva per Spatuzza ("Se noi abbiamo fatto la richiesta che ha dato adito al regime provvisorio e lo abbiamo ritenuto attendibile - ha commentato il procuratore capo Giuseppe Quattrocchi - pensate che lo lasciamo appeso e non chiediamo il regime definitivo?"), nel capoluogo subalpino si succedono le riunioni. L'ultima è di ieri mattina, guidata dal procuratore generale Marcello Maddalena: polizia, carabinieri, polizia penitenziaria e vigili urbani.
La sede scelta per il dibattimento è la "maxiaula 1", una delle tre strutture sotterranee allestite per i superprocessi. La stessa che ha già ospitato l'appello del "delitto di Cogne", il processo contro i vertici della Thyssen Group e quello per le vittime dell'Eternit (un record europeo, con migliaia di parti civili): e proprio l'esperienza nell'organizzazione di grandi eventi giudiziari avrebbe determinato la "trasferta" da Palermo. L'aula è rivestita di legno chiaro, lo stesso degli arredi: a destra ci sono le gabbie per gli imputati con i vetri antiproiettile. Tutta la tribuna del pubblico sarà riservata ai giornalisti e, se ci sarà anche una forte affluenza di curiosi, saranno allestiti collegamenti in teleconferenza nella seconda maxiaula. Per il momento, però, sono solo due le richieste di accreditamento del pubblico: quelle di uno studente di giurisprudenza e di un pensionato.
Alle 8 del mattino, giornalisti e cittadini comuni potranno cominciare a passare i controlli al metal detector del varco d'ingresso principale. Oltrepassata però la porta della maxiaula, ogni decisione sulla sicurezza dipenderà dal presidente e dal sostituto procuratore generale, Antonino Gatto. Autorizzando, ad esempio, le eventuali riprese tv, anche se Spatuzza parlerà al microfono nascosto da un paravento. A partire già da questa sera, sarà bloccata la corsia sud di via Cavalli, la strada che costeggia le maxiaule sotterranee.
Fonte:
Repubblica.it (Ettore Boffano, 3 Dicembre 2009)