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Genchi ad "Oggi": "Contatti telefonici tra Spatuzza ed un fondatore dei club di Forza Italia" PDF Stampa E-mail
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Scritto da Redazione 19luglio1992.com   
Mercoledì 23 Dicembre 2009 14:12

Gioacchino Genchi ad "OGGI": "Nel 1993 Spatuzza chiamò il telefono di Giovanni La Lia, fondatore di uno dei primi club di Forza Italia"

23 dic 2009 - In un’intervista al settimanale OGGI, in edicola da domani (anche su www.oggi.it), Gioacchino Genchi, il consulente telematico noto per la sua collaborazione con il magistrato Luigi De Magistris e per il suo «archivio» dei tabulati delle intercettazioni, rivela per la prima volta la storia di un telefono cellulare appartenuto a Giovanni La Lia, siciliano di Misilmeri, attorno al quale nel 1993 si sviluppò un reticolo di telefonate e di strani personaggi. Dal telefonino di La Lia, all’epoca disoccupato, e poi fondatore di uno dei primi club di Forza Italia, secondo Genchi, furono stabiliti contatti con utenze di mafiosi o personaggi vicini alla mafia come Francesca Buttitta, fidanzata di Giuseppe Graviano, Giovanni Tubato (accusato di aver custodito l’esplosivo della strage di Capaci), Salvatore Benigno e Giorgio Pizzo, condannati per le stragi del 1993, e soprattutto Gaspare Spatuzza.

«Gaspare Spatuzza si sentì con La Lia il 9 luglio 1993», dice Genchi. Che rivela: «Mi sorprende che su queste consulenze assai datate nessuno che si sia occupato delle stragi del ’92 e ’93 mi abbia mai chiamato a testimoniare. Tanto che a Firenze, pur avendo acquisito la mia consulenza sul telefono in uso a La Lia, non si sono per nulla soffermati ad approfondire cosa successe dopo, con lo stesso cellulare usato con tutti questi stragisti». Secondo Genchi, in seguito cambia il bacino d’utenza, e le chiamate riguardano esponenti politici locali e nazionali di Forza Italia. Ma anche Rino La Placa, allora consigliere comunale della Dc a Palermo e oggi tesoriere del Pd siciliano, con una serie di chiamate da marzo a maggio del 1994. Dice Genchi: «La prima di queste telefonate era del 27 marzo 1994. Dai tabulati risulta che due giorni dopo lo stesso La Placa telefonò a un’utenza dell’abitazione romana di Silvio Berlusconi, in via dell’Anima». Interpellato da OGGI, La Placa esclude categoricamente di aver usato quel cellulare e tantomeno di aver mai chiamato Berlusconi. «Cercherò di capire se quel numero lo avesse in uso qualche mio collaboratore».

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