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Dell'Utri, "uomo di zio Bino" PDF Stampa E-mail
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Scritto da Peter Gomez   
Mercoledì 13 Gennaio 2010 15:50
Ciancimino Jr rivela ai PM di Palermo

Che Bernardo Provenzano lo considerasse affidabile lo aveva già raccontato un suo ex braccio destro, il boss di Caccamo, Nino Giuffè. Tra il 1993 e il 1994, aveva ricordato il super pentito, Zio Bino al termine di una mezza dozzina di riunioni tra capimafia, aveva detto: "Siamo in buone mani, ci possiamo fidare". Ma l'eventualità che tra il senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri, e l'anziano uomo d'onore corleonese, per dieci anni alla guida di Cosa Nostra, vi fossero stati degli incontri a tu per tu era finora rimasta solo nel campo delle ipotesi. Chi adesso invece spariglia le carte e dà per sicuri quei summit, in cui si discuteva su come risolvere politicamente i molti problemi della mafia, è Massimo Ciancimino, il figlio di Vito, l'ex sindaco di Palermo protagonista di un pezzo importante della presunta trattativa tra Stato e i clan siciliani dei primi anni Novanta. Dice Ciancimino Junior: "Tra di loro c'erano rapporti stretti, molto stretti. Io so che si conoscevano che c’era un rapporto diretto. Tant’è che per mio padre, quando aveva bisogno di avere favori da quel partito (Forza Italia ndr) o notizie, bozze di legge, il punto di riferimento per era sempre il Lo Verde (uno degli alias di Provenzano ndr). Spesso anche tramite il Lo Verde mi sono arrivati a casa disegni di legge a casa, manovre su cose (il sequestro ndr) dei beni…".

È questa, forse, la rivelazione più importante contenuta nei 22 verbali del giovane Ciancimino, depositati due giorni fa (con parecchi omissis) al processo per la mancata cattura di Provenzano contro l'ex capo del Ros dei carabinieri, generale Mario Mori. Per mesi davanti ai magistrati di Caltanissetta e Palermo, Ciancimino Junior ha provato a riscrivere un pezzo di storia d'Italia, consegnando i documenti conservati da suo padre, i pizzini ricevuti da Provenzano, e soprattutto le spiegazioni su quanto era accaduto in Sicilia affidate da don Vito a un libro che l'ex sindaco democristiano stava scrivendo prima di morire. Così Massimo Ciacimino parla dei misteri della storia italiana recente: da Ustica al caso Moro, dagli omicidi di Michele Reina e Pietro Scaglione a quello di Piersanti Mattarella. E ricostruisce pure il versamento di presunte tangenti date "da Romano Tronci all'onorevole Enrico La Loggia" (ex Dc, poi ministro di Forza Italia), e racconta di "una somma di denaro (duecentocinquantamila euro)" consegnata nel 2005 un commercialista perché fosse girata al presidente della Commissione Affari Costituzionali del senato, Carlo Vizzini.


Dalla moviola della sua memoria esce insomma il dipinto verosimile, ma ancora tutto da verificare, dell'area grigia. Di quella zona di confine tra la mafia e una borghesia siciliana da sempre abituata a convivere e a fare affari con i boss. Un filo sottile che parte da Palermo per arrivare a Roma e che poi, secondo Massimo Ciancimimo, si riannoda ad Arcore dove Dell'Utri, già trentacinque anni fa, "sicuramente aveva gestito soldi che appartenevano sia a Stefano Bontade (il capo della mafia palermitana ucciso nel 1981 ndr) che a persone a lui legate". Ai pm Ciancimino junior ha offerto molte piste per i possibili riscontri: nomi di società tra le famiglie mafiose dei Bonura e dei Buscemi (questi ultimi già risultati soci del gruppo Ferruzzi di Ravenna), l'identità di commercianti di diamanti testimoni dei presunti passaggi di capitali, appunti di suo padre. Ma per il momento tutto è ancora coperto dal segreto investigativo. Agli atti finisce invece il racconto del dopo. Di quello che accadde quando nel 1992 Cosa Nostra uccide l'eurodeputato Salvo Lima, l'andreottiano che fino a quel momento aveva fatto da tramite tra la grande politica e le cosche. A quel punto don Vito, già arrestato e condannato, ma ancora libero, accarezza l'idea di prendere il suo posto. Con Provenzano vanta un'amicizia antica. I carabinieri del Ros, che vogliono catturare Totò Riina, bussano spesso alla sua porta. Don Vito pensa così di poter diventare il nuovo punto d'equilibrio tra Stato e mafia. Ma la situazione presto precipita. Lui va in carcere e viene sostituito. "Da chi? Da qualcuno che l’aveva scavalcato?" domandano i pm. Ciancimino junior risponde sicuro: "Mio padre disse che Marcello Dell’Utri, una persona che non stimava, perché la riteneva troppo impulsiva, poteva essere l’unico che poteva gestire una situazione simile". E le sue, secondo il figlio dell'ex sindaco, non erano ipotesi. Perché, nel corso degli anni, del rapporto diretto tra Provenzano e l'ideatore di Forza Italia, lui avrebbe avuto più volte riscontri diretti. Per esempio un biglietto ricevuto dalle mani del boss nel settembre 2001. Nel dattiloscritto si legge: "Carissimo Ingegnere (don Vito Ndr) ho letto quello che mi ha dato M (Massimo ndr)... Mi è stato detto dal nostro Sen e dal nuovo Pres che spigeranno la nuova soluzione per la sua sofferenza. Appena ho notizie ve li farò avere, so che l’av. è benintenzionato. Il nostro amico Z ha chiesto di incontrare il Sen. Ho letto che a lei non ha piacere e bisogna prendere tempo si tratta di nomine nel gas, mi ha detto che vi trovate in Ospedale che la salute vi ritorni presto e che il buon Dio ci assista".


Massimo Ciancimino, che ha già potuto apprezzare le capacità d'intervento del padre sul mondo Fininvest quando era riuscito a far assumere, nel giro di 20 giorni, un'amica a Publitalia, traduce. Il "nostro sen" è Dell'Utri, il "nuovo pres" è invece il governatore Siciliano Totò Cuffaro, mentre "l'av" è l'avvocato Nino Mormino, difensore di tutto il ghota di Cosa Nostra, legale di fiducia di Dell'Utri e, in quel momento vice-presidente della commissione giustizia della Camera. Tre politici già finiti sotto inchiesta per fatti di mafia (i primi due condannati in primo grado, il terzo archiviato) che, secondo Ciancimino junior, cercavano di darsi da fare perché l'ultima parte di pena che ancora costringeva l'ex sindaco agli arresti domiciliari, fosse cancellata da un provvedimento di clemenza. Anche per questo nelle mani di Ciancimino, altre volte anche tramite Provenzano, a partire dal '96 arrivano spesso gli articolati pro-mafia, poi presentati in parlamento. O almeno così dice Ciancimino Junior che spiega anche come "il nostro amico Z", fosse suo cugino, Enzo Zanghi. Un uomo già finito nel mirino degli investigatori nel 1998, quando due mafiosi legati a Provenzano, in alcune intercettazioni avevano parlato di lui come della persona che chiedeva di votare per Dell'Utri alle elezioni europee.


Certo, non tutte le parole di Ciancimino Junior vanno prese come oro colato. Gli investigatori stanno cercando di capire come mai già in bigliettini del 2000, quando Dell'Utri era solo deputato, comparisse un "amico senatore" che, secondo il testimone, sarebbe sempre il braccio destro di Berlusconi. Ma il dato è che per ora le sue parole sembrano preoccupare molte persone. Tanto che nei giorni scorsi, il giovane Ciancimino ha detto a Il Fatto Quotidiano di essere stato avvicinato da un emissario di Dell'Utri, forse proprio in vista di una possibile convocazione al processo d'appello contro il senatore azzurro. A Palermo e non solo, si trattiene il respiro.



Peter Gomez (
il Fatto Quotidiano, 13 gennaio 2010)

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Francesco Grasso  - ITALIA PAESE DEI MISTERI   |2010-01-13 21:29:56
Le dichiarazioni di M. Ciancimino appaiono dotate di una logicità intrinseca ed
estrinsica di grado molto elevato.
Gestite e verificate da magistrati
dall'elevato profilo professionale e morale quali quelli che che oggi li
trattano,le uniche che portano uno spiraglio di luce di grande rilievo per
chiarire o almeno capire i grandi misteri di questo Paese.
pcampoli  - ITALIA PAESE DI PUTTANE e IPOCRITI, non MISTERI   |2010-01-13 23:32:55
Puttane e ipocriti, padroni dell' Italia -
Per capire la veridicita' della mia
affermazione colorita, basta leggersi, come vado dicendo da parecchio tempo e
non cessero' perche' e' la chiave di svolta, il libro di Ruggeri e Guarino del
1994 ed. Kaos;

poi, se non si e' ipocriti e non si mente a se stessi,
domandarsi

1 - perche' a il "Rosso e il Nero' del febbraio del 1994,
Berlusconi pote' diffamare Ruggeri con la complicita' di Santoro, nonostante
esistesse una sentenza della Cassazione del marzo 1993 che sanciva certe
verita'.

2 - perche' anche l'informazione di 'sinistra' e quella alla Santoro,
Travaglio, montanelli, Biagi, ect. ect. nella campagna elettorale del 1994 non
ha detto e fornito alla pubblica opinione durante la campagna elettorale del
1994, i dati VERI che Ruggeri e Guarino dal 1987 al 1994 hanno messo nel loro
libro inchiesta su Berlusconi e sulle complicita' della 'sinistra' con
Berlusconi (vedasi i soldi certamente sporchi provenienti dalla Russia. soldi su
cui indagava Falcone che per questo e' stato fatto fuori !!!!!).

L'amnistia del
1990 ha sancito definitivamente il patto scellerato iniziato fin dall'immediato
dopo-guerra, PCI-PDS-DS-Mafia-P2 salvando Berlusconi da galera certa fin dal
febbraio 1991 e i dirigenti del PCI da inchieste sui finanziamenti illeciti al
partito.

I fatti sono questi e le prove che inchiodano i criminali che oggi
hanno in mano le Istituzioni del Paese stanno nella inamissibile legittimazione
di un criminale come Berlusconi che se non verra' fermato almeno dall' Europa,
visto che in Italia tutti i politici sono collusi, portera' prima l'Italia e poi
la stessa Europa alla rovina.

Non esistono Misteri in Italia : ha ragione il
ministro degli interni che il 15-08-1996 rispose "Non esistono fascicoli
segreti ne' misteri al Viminale".

Basterebbe PRETENDERE che si faccia
giustizia e non permettere a magistrati FELLONI di negare anche cio' che e'
LAMPANTE, come la vicenda Arcangioli insegna, o come il pass di Berruti datato
08-06-1994 dimostra, essendo stato considerato nullo come prova da una
Cassazione alla Carnevale senza Carnevale.

Il pass di Berruti era la prova
evidente che Berruti e Berlusconi si erano incontrati per concordare cosa dire
ai magistrati che indagavano sulle Tangenti alla GdF;

Berlusconi e Berruti
negavano di essersi incontrati poi nell'interrogatorio fiume hanno ritrattato
quando gli e' stato esibito il pass dimenticato da Berruti nella
agenda.

Berlusconi sapeva che Finivest corrompeva Finanzieri, ma non e' stata
considerata prova valida, un assurdo !!!!!!

La gente normale purtroppo
assistendo a vicende com quella di Arcangioli o al pass di Berruti (sono
infiniti i casi analoghi) si sente impotente, si rassegna per cui oramai in
Italia sono sempre meno quelli che hanno la forza di reagire perche' quelli che
l'avevano li hanno ammazzati, siano essi magistrati, giornalisti, ect. ect. e
nel Paese oramai passa tutto perche' circolano ancora troppi soldi arrivati
grazie alle prestazioni puttanesche che sono la causa di tanti stragi
'misteriose' e che sono state ben remnuerate dalla ex-Unione Sovietica.
pcampoli  - Sui "MISTERI" d' ITALIA   |2010-01-14 07:33:58
Sui "MISTERI" d' ITALIA -
Oramai e' tutto chiaro, mancano solo alcuni
dettagli, ma la VERITA' la si conosce, non la conosce il POPOLO perche' e'
tenuto nella IGNORANZA con i GF e manipolato con gli ANNO ZERO, i REPORT, per
non parlare dei BALLARO'.

Dal libro di Barbacetto il Grande Vecchio :

I
misteri d'Italia ritornano ad inquinare la nostra democrazia.Perche' la verita',
anche a distanza di 40 anni, resta INDICIBILE.
I magistrati che l'hanno cercata
la conoscono.
E ora la raccontano.

Pietro Campoli nel suo piccolo, da
semplice cittadino, lavorando sui dati forniti da Reuggeri e Guarino fin dal
1987, ha capito perche' un criminale come Berlusconi e' arrivato dove e'
arrivato, lo potrebbero sapere tutti, basta ad esempio, chiedere in TV, in una
puntata di Anno Zero, al signor Silvio Berlusconi, perche' offri' a fine anni
'80 un assegno in bianco a Giovanni Ruggeri e Mario Guarino.

Una cosa simile in
un Paese libero sarebbe successa nella puntata di "Il Rosso e il Nero"
del febbraio 1994, invece e' successo che Berlusconi pote' diffamare Ruggeri
grazie alla complicta' di Santoro.

Concludo con le parole di Libero Mancuso,
sempre da Il Grande Vecchio :

"Ci avete sconfitti ma oggi sappiamo chi
siete".

IO SO CHI E' BERLUSCONI e CHI SONO I SUOI COMPLICI
CRIMINALI.

Craxi a differenza di Berlusconi, davanti alla GIUSTIZIA e' fuggito
e cosi' ha ammesso le su colpe.

Berlusconi, che e' ancor piu' indifendibile di
Craxi, tant'e' che deve scardinare il Codice Penale e la Costituzione per
evitare la Galera, sta portando alla Rovina l' Italia e non fuggira' perche' e'
protetto da tutto il ceto politco CRIMINALE ITALIANO.

Solo una Norimberga
Europea potra' salvare il nostro Paese e l' Europa.

Se cio' non avverra' a
presto, l' Italia trascinera' anche l' Europa alla rovina, i segnali ci sono
tutti, a partire da Rosarno, allo scempio prodotto dalla TAV, alla Campania che
e' oramai una discarica a cielo aperto, agli inceneritori, costruiti perche'
ingrassano tanti politici corrotti ma che diffondono Nanoparticelle che saranno
l'Amianto del futuro (andiamo a vedere come e' stato censurata la ricerca di
Montanari e Gatti), ect. ect.

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