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Home Rubriche A Paolo nel giorno del suo 70° compleanno
A Paolo nel giorno del suo 70° compleanno PDF Stampa E-mail
Rubriche - Le vostre lettere
Scritto da Serena Verrecchia   
Martedì 19 Gennaio 2010 18:13
Caro Paolo,
mi manchi... E' sempre difficle iniziare una lettera, ma non ci sono parole migliori per esprimerti qualcosa. Quello che sto per scriverti è qualcosa che sento dal profondo dell'anima. Quando il tuo ricordo torna a farmi visita in maniera tanto forte, sento l'assoluta necessità di doverti parlare, ma ho paura che le mie parole sussurrate al vento vadano disperse, perciò ho deciso di scrivertele e, anche se non conosco l'indirizzo del Paradiso, spero che ti arrivino comunque.
Io sono una di quelle persone che non potrà dire ai propri figli di essere vissuta al tempo di Paolo Borsellino perchè il 19 luglio del 1992 non ero ancora nata; sarei venuta al mondo solo dodici mesi e trenta giorni dopo. I poteri oscuri di questo Paese si sono innalzati a giudici, ma non a quelli come te, bensì a giudici universali: si sono arrogati il diritto di scegliere della tua vita e delle tua morte. Con la loro brutalità e spregiudicatezza assolute, ti hanno strappato dalle braccia della tua amata terra, nonchè dall'affetto e dal calore della tua famiglia, per cui io non ti ho mai conosciuto e ti confesso che non vorrei altro che una potente macchina del tempo che mi trasporti nel tuo ufficio, in modo tale che io possa abbracciarti e dirti finalmente grazie, in modo tale che io possa dirti quanto ti voglio bene e che avrei combattuto al tuo fianco sempre.
Non li perdonerò mai per quello che ti hanno fatto, come non lo farà tanta gente. Non è stato Dio a decidere che era giunta la tua ora, nè il destino, nè il Fato, ma uomini, bestie. Non mi hanno mai parlato molto di te quando ero piccola. Mai una parola da parte dei miei maestri e professori, che hanno ritenuto sempre più importante e costruttivo imparare le tesi di questo o quel libro come pappagallini ammaestrati; mai una parola su di te da parte lorò nè di nessun altro. La prima persona che mi aprì uno spiraglio di luce nell'anima fu la mia fantastica mamma, che mi parlò, ma è poco ciò che mi ricordo, della tua storia e di quella di Giovanni; in seguito tua sorella Rita venne a parlare nella mia scuola, ad "illuminarmi d'immenso", per dirla con Ungaretti, con il racconto della tua vita e del tuo lavoro, ma ero piccola e poco mi rimase in mente di quell'incontro. Qualche anno dopo però, non saprei spiegarti neppure io come e quando precisamente, qualcuno, forse sempre il destino o Dio, decise di rinchiuderti nelle pareti del mio cuore e di gettarne le chiave. Una grossa parte di te è rimasta imprigionata lì, nel centro pulsante della mia vita, ed è destinata a rimanerci per sempre, anche quando questo fermandosi mi toglierà la vita, ricordandomi che sono solo una misera mortale.
Anche se non ho mai avuto l'onore di conoscerti, è come se sapessi tutto di te, come se non ci fossero tanti anni a separarci e sono convinta sempre più che tu sia la cosa più bella che mi sia mai capitata. Hai rappresentato per me la bellezza che le stelle conferiscono al cielo scuro e hai illuminato il mio sentiero così come loro illuminano quello di tanti viaggiatori della notte. Hai presente i Cristiani dei primi secoli? Ecco, non ero mai riuscita a capire perchè alcuni di loro dedicassero tutta la vita a Dio e rimanevo sconcertata quando ascoltavo le storie del loro martirio. Mi chiedevo spesso: "Ma chi glielo ha fatto fare?!" ed ero dell'idea che la vita sia il bene più prezioso che ci è stato donato e che è da sciocchi non godersene appieno ogni singolo istante per difendere la fede o qualsiasi cosa le somigli. Poi però, quando tu e Giovanni Falcone siete miracolosamete entrati a far parte della mia esistenza, l'ho capito. L'essere venuta a conoscenza degli ideali e dei sogni che hanno animato le vostre vite, non mi ha fatto più ritenere S. Paolo, S. Stefano e gli altri martiri cristiani degli sciocchi, degli incoscienti, ma, improvvisamente, ho capito la bellezza e l'importanza di donare la propria vita a degli ideali e ho deciso anch'io di dedicare la mia al perseguimento dei tuoi ideali e al raggiungimento dei tuoi sogni. Non potrebbe essere altrimenti.
Caro Paolo, tu mi hai donato la cosa più bella del mondo, un ideale in cui credere e mi hai insegnato che per rincorrere un sogno bisogna avere coraggio. Mi hai donato la speranza, la forza ed una inesauribile voglia di cambiare le cose.
Quando però ho iniziato a muovere i primi passi in questa oscura realtà, quando ho iniziato ad intuire quale forza regola il nostro Paese, quelle speranza, quei sogni iniziavo pian piano a sentirli distanti; duravano giusto il tempo di scrutare l'orizzonte e rammentare i tuoi insegnamenti, per poi scomparire quando mi lasciavo convincere che non era tempo di pensare a come cambiare il mondo. E invece tu, un pò come ha fatto Dio che ci ha mandato Gesù Cristo, ci hai inviato il nostro "Salvatore", colui che ha riacceso la fiamma della speranza, che ha illuminato la mia strada con i tuoi ideali di giustizia e ha tirato giù l'àncora della mia barca che iniziava ad addentrarsi nelle onde scure. Tuo fratello Salvatore ha riacceso in me quella voglia di voler dare anche la vita per i tuoi nobili ideali. Ha trasformato la mia ingenuità, che la realtà odierna e la scuola stavano temprando a mestiere, in pura consapevolezza delle cose che accadono e sono accadute al momento della tua morte. Ha reso ancora più salde le mie convinzioni e mi ha fatto capire in maniera defiitiva che la mia ragione di vita è e resterà una sola, anche se dovesse cadere il mondo. Mi ha fatto capire che bisogna lottare, lottare e lottare ogni singolo istante della vita per difendere la Giustizia. La mia gratitudine nei confronti di Salvatore va oltre ogni limite anche lontanamente immaginabile. So che tu, di tanto in tanto, ti sporgi dalle nuvole a guardarlo con le sue, le tue, Agende Rosse e so che sei orgoglioso di lui. Figli di un'altra realtà, figli di un altro mondo sorretto da pilastri di coraggio, moralità, senso dello Stato e del dovere, amore per la patria, determinazione e forza e bontà d'animo, tu e tuo fratello avete dato un senso profondo alla mia esistenza, avete rappresentato la primavera nella mia anima e portato un vento nuovo. Con la mia famiglia, che per me è sacra, siete le persone più importanti della mia vita e vi voglio bene proprio come ad un familiare.
Caro Paolo, so che ci guardi da lassù, perciò sappi che cercherò di non deluderti mai e poi mai e ti giuro che non mi fermerò fino a quando ogni angolo di questo Paese non avrà sentito "quel fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità" Ti giuro che sarà così.
Caro Paolo, ti voglio un bene inimmaginabile, che solo a voler provare a descriverlo mi esploderebbe il cuore.
Non è venuta fuori una grandissima lettera, perchè le cose che vorrei dirti sono talmente tante che sarebbe impossibile racchiuderle in poche pagine e molto spesso faccio una confusione impressionante, ma magari stasera, alla luce delle stelle, verrò a risussurrartelo e a ricordarti, come sempre, che ti voglio un mondo di bene. Per sempre.
Buon compleanno Paolo,

tua affezionatissima Serena
 

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Francesco Grasso  - PAOLO TI BACIA   |2010-01-19 22:24:56
Cara Serena
la tua è una grandissima lettera. In forma splendida, esprime i
nostri sentimenti. La tua lettera è un colpo micidiale per gli assassini di
Paolo,soprattutto quelli più miserabili che sono moltissimi.
La via della
libertà passa dalla conoscenza della Verità,dalla sua corretta
comprensione,animata dalla tua passione e dolcezza.
Sono sicuro che Paolo in
questo momento sia felice per le tue parole.
Vento   |2010-01-20 17:48:04
Il pensiero di Serena è anche il mio. L'essere venuto a consocenza
dell'esistenza di Salvatore(e si perchè come ho già detto in un altra
occasione prima di vederlo ad Annozero non sapevo nemmeno che Paolo avesse un
fratello) ha significato per me la concreta possibilità di lottare per
qualcosa.
Per me che la repulsione alla mafia è stata da sempre qualcosa più
del semplice indignarsi a scuola durante un pubblico dibattito ma che però non
sapevo dove andare a parare nella ricerca della verità e della vittoria.
Ebbene
con la sua azione Salvatore mi ha fatto luce mi ha indicato la strada da
perseguire mi ha fatto capire quanto la sconfitta della mafia significhi
salvezza del nostro Stato. E' come se il lavoro di Paolo proseguisse ora nelle
piazze e nelle scuole.
Ma la lettera di Serena mi colpisce perchè lei non ha
vissuto quel drammatico periodo eppure dalle sue parole emergono un attenzione e
un affetto particolari verso Paolo Borsellino che stanno a sancire la sua
grandezza e la sua immortalità.
Brava Serena tra il generale menefreghismo una
luce di speranza.

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