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Inaugurazione anno giudiziario a Palermo: i magistrati escono dall'aula PDF Stampa E-mail
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Scritto da Siciliainformazioni.com e Redazione Repubblica.it RadioTV   
Sabato 30 Gennaio 2010 17:16
30 gennaio 2010 - Palermo. "La nostra non è una protesta a difesa della categoria ma la testimonianza di una fortissima preoccupazione che riguarda gli attacchi a principi costituzionali e al diritto dei cittadini di avere la giustizia uguale per tutti e processi effettivamente rapidi al di là della politica degli annunci". Lo ha detto il presidente dell'Anm di Palermo, Nino Di Matteo, prima dell'inizio della cerimonia di inaugurazione dell' anno giudiziario, spiegando le iniziative di protesta organizzate dall'Anm nazionale. Di Matteo, gli altri componenti della giunta e un'altra ventina di magistrati, con la Costituzione in mano, sono usciti dall'aula in cui si svolge la cerimonia, quando ha preso la parola il rappresentante del ministero della Giustizia, Luigi Birritteri.

 

"Il processo breve - ha aggiunto Di Matteo - comporterà soltanto la morte di processi anche importanti, mentre in realtà non si fa nulla per accelerare con riforme concrete i tempi della giustizia".
"Sono e rimango iscritto all'Anm e sono accanto ai colleghi. Idealmente, quando parlerà il rappresentante del governo, mi alzerò e uscirò dall'aula insieme a loro, ma ci sono dei doveri di rappresentanza che mi impediranno gesti concreti e non mi consentiranno di seguire le naturali inclinazioni". Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo prima dell'inizio dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.

"Non taceremo e continueremo a manifestare la nostra preoccupazione per le riforme della giustizia in preparazione". Così Nino Di Matteo, presidente della Giunta dell'Anm del distretto di Palermo, ha concluso la conferenza stampa organizzata al termine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Di Matteo, nel suo intervento, ha messo in luce le contraddizioni del cosiddetto disegno di legge sul processo breve rispetto alle altre iniziative legislative adottate dal Parlamento nel campo della giustizia. "Come si concilia l'esigenza di un processo celere - si è chiesto - ad esempio, con le norme che vietano al giudice di eliminare le prove superflue, che attribuiscono alla corte d'Assise la competenza sui reati di mafia e che impediscono l'acquisizione al dibattimento delle sentenze definitive?" Contraddizioni evidenti, secondo il magistrato, che ha anche messo in luce "l'intasamento dei tribunali che comporterebbe l'entrata in vigore del disegno di legge sul processo breve e la morte di processi per reati importantissimi determinata dalla nuova legge". "Siamo stanchi delle campagna di falsità che si dipinge come una massa di fannulloni", ha detto il segretario dell'Anm palermitana Vittorio Teresi che ha riferito i dati sull'Italia della Commissione Europea per l'Efficacia della Giustizia. Secondo lo studio, il nostro Paese è il terzo, in Europa, per capacità di smaltimento dei procedimenti civili e il primo per quelli penali. A ricordare il rischio di "desertificazione" che corrono le Procure siciliane è stato Fernando Asaro, componente della Giunta che ha elencato i dati delle carenze d'organico degli uffici inquirenti del distretto: Palermo è al primo posto con 16 pm in meno. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche gli altri componenti della Giunta: Andrea Genna, Alessia Sinatra e Gaetano Scaduti. Quest'ultimo ha parlato degli effetti devastanti che l'entrata in vigore del processo breve avrebbe sulla materia civile. "Il giudice - ha detto - a Palermo sarebbe obbligato a a trattare una media di 75-100 processi a udienza".

Fonte:
siciliainformazioni.com, 30 gennaio 2010


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