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Home Documenti "Attenti alla zona grigia" - Intervista a Manfredi Borsellino
"Attenti alla zona grigia" - Intervista a Manfredi Borsellino PDF Stampa E-mail
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Scritto da Roberto Puglisi   
Venerdì 26 Marzo 2010 15:49

Poi, a Palermo, ci sono quelli del “però” e dei puntini di sospensione. Quelli che: “Falcone e Borsellino erano degli eroi”. Però… Quelli che sono onesti e illibatissimi. Epperò devono fare affari, ovviamente costretti, con gente di ogni risma. Devono insudiciarsi la giacca. Però…
Anni fa, Manfredi Borsellino, funzionario di polizia, figlio di Paolo Borsellino, lo scrisse a chiare lettere in una missiva a cuore aperto: “Non bisogna avere paura, soprattutto in questa città, di non intrattenere rapporti con uomini di potere, con persone importanti, poichè e agli occhi di tutti che la Palermo bene è inquinata”. Un inquinamento che ammorba sottovoce, con una puzza moderata. Eppure si sente a naso, eccome. I salotti regnano, vigiliano, proteggono. Lassù, talvolta, ci sono avvocati, ingegneri, professionisti, più o meno compromessi col grigiore, con l’illecito vestito con eleganza, col favore, con la contingenza del momento…
Poi, a Palermo, arrestano un architetto, un colletto bianco, anzi candido, che sarebbe, addirittura, il capo della mafia. E quelli che lo conoscevano, all’improvviso, non lo conoscono più. Giuseppe Liga, l’uomo venuto da un altro pianeta. E chi avrebbe mai potuto immaginare che…

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Manfredi Borsellino, salotti, mafia e architetti. Aveva visto giusto.
“Ai tempi, con la mia lettera, ho soltanto cristallizzato ciò che molti pensano circa la buona borghesia di questa città. Ma che nessuno dice. Palermo è una città difficile, colma di insidie. Bisogna stare attenti alle amicizie e alle conoscenze, per non precipitare in contesti strani”.


Cioè?

“Viviamo in una zona paludosa. Nemmeno io ho il know how e posso sapere se sia il caso di stringere la mano a una data persona”.


Doppia cautela la sua.

“Per il mio ruolo di funzionario di polizia e per il nome che porto. Seleziono gli amici e perfino le saltuarie frequentazioni”.


Come suo padre.

“Mio padre fece il vuoto intorno a sè. Con dolore, lasciò amici di infanzia per un sospetto o un’inchiesta. Voleva essere libero da condizionamenti di sorta. E nei suoi ultimi giorni gli amici fidati si contarono sulle dita di una mano”.


Furono tutti d’accordo con la sua presa di posizione?

“Moltissimi sì. Qualcuno mi disse: hai ragione, però tu hai uno stipendio, sei garantito. Pensa che c’è gente che deve campare”.


Però… Aveva torto quella voce di parziale dissenso?

“Sì. Io mi riferivo alla borghesia dei salotti e delle professioni. A quel livello è sempre possibile scegliere”.


Roberto Puglisi (livesicilia.it, 25 marzo 2010)



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annonovantadue  - non solo in Sicilia   |2010-03-27 00:17:26
La zona grigia non c'è solo a Palermo.
Il puzzo del compromesso (e anche quello
degli incendi dolosi) si sente anche qui, nella civile Milano. Ci si potrebbe
ribellare, tutti, da Torino a Trapani, se solo desiderassimo veramente sentire
quel fresco profumo di libertà. Ma a quanto pare preferiamo il denaro sporco,
la tranquillità, la connivenza, la zona grigia.
pcampoli  - Dalla Romagna, terra della Mafia Rossa   |2010-03-27 09:07:26
Dalla Romagna, terra della Mafia Rossa, sottoscrivo integralmente :

a quanto
pare preferiamo il denaro sporco,
la tranquillità, la connivenza, la zona
grigia.

Un criminale come la tessera P2 1816 e´ arrivato dove e´arrivato
perche´ purtroppo la maggioranza della gente in questo Paese preferisce, anche
per colpa della classe dirigente della ´sinistra´, il denaro sporco, la
traquillita´, la connivenza e la zona grigia.

E se escludiamo il momento
magico della Costituente, che ci ha dato una delle migliori Costituzioni al
mondo, il puzzo del compromesso si e´ cominciato a sentire fin dal 1944, quando
Togliatti offri´ la tessera del PCI al repubblichino Licio Gelli, reduce dalla
campagna di Spagna.

Oggi ne stiamo vedendo i risultati e non so quando
toccheremo il fondo.

Personalmente grazie a Giovanni Ruggeri, morto purtroppo
nel marzo 2006, infamato nel febbraio 1994 a Il Rosso e il Nero condotto da
Santoro, ho capito ed ho le prove, lavorando sulla inamissibile legittimazione
politica della tessera P2 1816, di come anche il PCI-PDS-DS-PD dia il suo
contributo a far si che gli italiani preferiscano il denaro sporco, la
tranquillità, la connivenza, la zona grigia.

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