"Il boss Vittorio Mangano era in contatto con Marcello Dell'Utri, che fu il tramite per l'assunzione del mafioso nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi". Così dice il sostituto procuratore generale Nino Gatto ha concluso la requisitoria contro il senatore Marcello Dell'Utri, chiedendo 11 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa
Chiesti 11 anni di carcere per il senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri.
Ad ascoltare l'ultima parte della requisitoria ci sono i legali di Marcello Dell'Utri, Nino Mormino, Giuseppe Di Peri, Pietro Federico e Sandro Sammarco. Poco prima delle 11 arriva in aula anche il senatore di Forza Italia, condannato in primo grado a nove anni.
Il procuratore generale accusa: "Il processo ha evidenziato una propensione dell'imputato a inquinare le prove". Nino Gatto affronta il capitolo della requisitoria riguardante i rapporti che Marcello Dell'Utri avrebbe intrattenuto con un falso pentito, Cosimo Cirfeta: "Tramite l'avvocato difensore di Cirfeta, Dell'Utri ha promesso soldi e un lavoro. In cambio, chiedeva delle dichiarazioni che avrebbero dovuto scagionarlo".
Secondo il procuratore generale, nel complotto del falso pentito avrebbe avuto un ruolo anche "l'agente Betulla, ovvero il giornalista Renato Farina - spiega Nino Gatto - che è stato giudicato in altra sede per aver aiutato alcuni agenti segreti ad eludere le investigazioni nei loro confronti, nell'ambito delle indagini sul rapimento di Abu Omar". In aula, il procuratore legge il capo d'imputazione riguardante Farina, coinvolto nelle azioni di spionaggio organizzate dall'ex agente del Sismi Pio Pompa, fra Roma e Milano.
"Questa vicenda - dice Nino Gatto - ci dice dei mezzi istituizionali di cui l'imputato si è servito per deviare le indagini".
Mentre il pg parla del caso Farina, Dell'Utri esce dall'aula della corte d'appello e fa una dichiarazione ai giornalisti che lo raggiungono: "Se mi lasciano in pace, se mi assolvono sono disposto a lasciare tutte le cariche politiche, non mi interessa fare politica. Io faccio il senatore per difendermi dal processo. Io mi difendo dall'attacco politico perché il mio è un processo politico, per questo faccio politica. Sì, vi sembra strano? - ribadisce - Sono entrata in politica per difendermi".
Fonte: repubblica.it (Salvo Palazzolo, 16 Aprile 2010)