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Scritto da Umberto Lucentini   
Martedì 11 Maggio 2010 13:16
A Palermo è nato un comitato di "protezione civica" per il giudice Ingroia, che indaga sui rapporti tra mafia e politica. Per non lasciarlo solo come accadde a Falcone e Borsellino


da sinistra: Lidia Undiemi, Sabrina D'Anna, il giudice Antonio Ingroia,
Bruno Testa, Giacomo Bellomare (fonte: L'Espresso)

Una scorta volontaria e composta da normali cittadini per il procuratore aggiunto a Palermo Antonio Ingroia, formatosi con Falcone e Borsellino e impegnato in diverse inchieste sui rapporti tra Cosa nostra e la politica, e per altri magistrati antimafia come Nino Di Matteo e Sergio Lari, che a Palermo e Caltanissetta indagano sui 'patti' tra mafiosi e pezzi deviati dello Stato.
L'iniziativa nasce a Palermo, dove un gruppo di professionisti ha fondato un comitato che ora esce allo scoperto: obiettivo dichiarato, difendere i magistrati non solo dal punto di vista militare.
A motivare il comitato sono le ultime, pesantissime intimidazioni ai procuratori antimafia che stanno cercando di fare luce sulle stragi Falcone e Borsellino e sulle complicità di cui hanno goduto i sicari di Cosa nostra nei più recenti misteri siciliani regolati a colpi di mitra o di bombe.

L'ultimo episodio noto di questa strategia che mira a intimidire chi indaga e chi sta rivelando i segreti di cui è a conoscenza è di pochi giorni fa. Si tratta della lettera recapitata a Bologna a Massimo Ciancimino (figlio dello scomparso sindaco di Palermo Vito, condannato per mafia) e poi inviata alle redazione palermitana di 'Repubblica' e a quella del 'Giornale di Sicilia'. Nella lettera, con acclusi proiettili di mitra kalashnikov, comparivano frasi come questa: "Le assicuro che banali ed elementari tecniche di tutela civile a protezione di questi soggetti (i magistrati, ndr) non costituiscono alcun ostacolo ai nostri scopi…". (leggi l'articolo).

"Il nostro ruolo sarà cercare di far capire alla società civile che siamo in un momento delicato e dobbiamo fare la nostra parte per garantire l'incolumità ai magistrati antimafia", spiega Lidia Undiemi, 31 anni, ricercatrice precaria all'università di Palermo, laurea in Economia con dottorato in Diritto dell'economia dei trasporti e dell'ambiente, che è fra le promotrici della Scorta civica per il giudice Antonio Ingroia e gli altri magistrati antimafia di Palermo.

La prima "scorta civica" è nata a Caltanissetta il 23 gennaio scorso dopo la notizia del fallito attentato al gip Giovanbattista Tona: in migliaia sono scesi in piazza per dare solidarietà a Tona e ai magistrati della procura antimafia che stanno indagando sui mandanti esterni alle stragi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino del 1992. "Avevo conosciuto il giudice Tona durante alcuni convegni dedicati ai problemi giuridici legati al lavoro", ricorda ancora la Undiemi "Così, quando ho saputo che la mafia voleva ucciderlo con un'autobomba, insieme ad altri amici ci siamo mobilitati per non farlo sentire solo".

Un'iniziativa, quella della scorta civica, che sbarca in una Palermo "dove il clima si fa sempre più rovente", come sottolinea Bruno Testa, che del procuratore aggiunto Ingroia è cognato. E aggiunge: "Organizzeremo manifestazioni, sit-in, seminari e incontri con gli studenti per lanciare un preciso messaggio: noi stiamo dalla parte dei giudici onesti e siamo contro chi li attacca, con le parole o con i fatti". Bruno Testa, maresciallo in servizio in un istituto privato di vigilanza e ufficiale medico in congedo della Croce Rossa, è stato in missione in Iraq dal 31 marzo al 15 maggio 2004 nella segreteria sanitaria del Medical City hospital di Bagdad e in Sri Lanka dopo la devastazione dello tsunami del dicembre 2004. Ora spiega: "Saremo anche pronti a replicare a quei politici che non perdono occasione per lanciare ingiurie alle toghe".

Il terzo promotore del Comitato è Giacomo Bellomare, analista programmatore informatico disoccupato dal 2005, 50 anni, sposato, due figli: "Ho lavorato per vent'anni nel settore informatico per aziende private che operavano per conto del ministero della Giustizia. Cinque anni fa sono stato licenziato perché l'azienda ha dovuto ridurre il proprio personale che si occupava dell'assistenza ai magistrati del Distretto di Palermo". E, come aderente al Comitato Assistenza Tecnica Unificata (www.comitatoatu.it) ha messo in guardia i magistrati dal processo di esternalizzazione informatica della giustizia: "A parte lo sperpero di soldi e la precarizzazione dei lavoratori, ci sono problemi che riguardano la sicurezza dei dati informatici che trattano i magistrati che non vanno sottovalutati".

Conclude la Undiemi, che aveva 17 anni quando nel '92 sono stati uccisi Falcone e Borsellino: "Pensavo che le stragi di Capaci e via D'Amelio avrebbero decretato la fine della mafia. Mi sbagliavo". Il giorno del compleanno del procuratore aggiunto Ingroia, insieme agli altri promotori della scorta civica ha preparato per lui una torta e una targa: "Al dottor Ingroia, per garantire libertà, legalità e giustizia. Noi, liberi cittadini, con voi contro la mafia. Mai più soli". Come lo furono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.


Umberto Lucentini (L'Espresso, 11 maggio 2010)


LINK

1)
IO STO CON IL GIUDICE TONA - Comitato Cittadini "Scorta Civica"
2) Comitato Scorta Civica Palermo - IO STO CON IL GIUDICE INGROIA
3) IO STO CON SALVATORE VITELLO- Comitato Scorta civica Calabria






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