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Salvatore Borsellino: 'Imbarazzato da politici smemorati e non da Massimo Ciancimino' PDF Stampa E-mail
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Scritto da Adnkronos e Ansa   
Venerdì 21 Maggio 2010 09:13

Salvatore Borsellino: ''Ciancimino può aiutare per l'accertamento della verità''

20 maggio 2010, Palermo. «Perchè non dovrei sedermi accanto a Massimo Ciancimino? Mica ha la peste? A me non interessa il perchè parli con i magistrati, a me interessa quello che sta dicendo perchè può essere utile per l'accertamento della verità». Lo ha detto Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, il giudice ucciso nella strage di via D'Amelio poco prima dell'inizio della presentazione del libro 'Don Vitò, scritto da Massimo Ciancimino insieme con il giornalista Francesco La Licata. Rivolgendosi direttamente a Massimo Ciancimino, Salvatore Borsellino gli dice: «Il perchè stai dicendo queste cose ai magistrati sono cavoli tuoi, non è mio compito giudicare perchè non faccio il magistrato, faccio l'ingegnere». E ha aggiunto: «Quando lo dicevo io che mio fratello venne ucciso per la trattativa tra lo Stato e Cosa nostra, mi prendevano tutti per pazzo, adesso finalmente c'è anche un'altra persona che lo dice e che potrebbe arrivare in questo in modo alla verità».

Riferendosi ad un incontro che c'era stato lo scorso inverno davanti al palazzo di giustizia con Massimo Ciancimino, Salvatore Borsellino ha detto: «Mi hanno detto di tutto, mi hanno crocifisso, mi hanno addirittura detto che ho fatto vilipendio di cadavere. Ma mica l'ho incontrato in una cripta dei cappuccini? Eravamo alla luce del sole». E poi, rivolgendosi ancora al figlio di don Vito, gli ha detto: «Secondo me dovresti parlare meno con i giornalisti, perchè quello che dici potrebbe essere interpretato in modo diverso dalla realtà». E fa un esempio: «Quando hai detto che Berlusconi è una 'vittima della mafià, hai anche aggiunto che era circondato da personaggi vicini ad ambienti mafiosi che 'lo tenevano per le p...'. Invece i giornali, o meglio molti giornali, hanno fatto i titoloni su Berlusconi 'vittima della mafia». Alla presentazione del libro, presso la facoltà di Giurisprudenza dell'università di Palermo intervengono oltre a Salvatore Borsellino e Massimo Ciancimino, il giornalista Francesco La Licata, co-autore del libro e il direttore di 'Antimafia 2000' Giorgio Bongiovanni. La diretta della presentazione potrà essere seguita in streaming sul sito di Antimafiaduemila.com.

Fonte: Adnkronos e Antimafiaduemila, 20 maggio 2010




Salvatore Borsellino: ''Per verita' parlerei con Riina''

20 maggio 2010, Palermo. «Nessun imbarazzo a sedere accanto a Massimo Ciancimino. Anzi. Se, come pare, darà un contributo all'accertamento della verità sul periodo buio delle stragi del '92, sarò solo curioso di ascoltarlo. D'altronde per capire cosa accadde in quegli anni, sarei disposto a parlare anche con Riina e Provenzano». Così Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso in via D'Amelio dalla mafia, spiega la decisione di partecipare alla presentazione del libro sull'ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, scritto dal figlio, Massimo. Il volume, dal titolo «Don Vito», sarà presentato stasera nell'aula magna della facoltà di giurisprudenza, a Palermo, alle 21. «Ciancimino - aggiunge - è una sorta di collaboratore di giustizia e sta dando elementi utili agli inquirenti. E poi io mica vado lì ad abbracciarlo: gli farò delle domande e cercherò di capire le motivazioni che lo spingono a collaborare con i magistrati». «Sconterà le pene che deve scontare - aggiunge riferendosi alla condanna per riciclaggio del denaro del padre subita dal figlio di don Vito - Ma questo non c'entra nulla con le rivelazioni che sta facendo sul periodo nero della trattativa». Su una cosa, però, Borsellino è critico: «Libri come questo - dice - non dovrebbero essere pubblicati mentre ci sono inchieste in corso». Di «Don Vito» il fratello del giudice boccia anche le parti in cui si raccontano scorci di vita «normale» dell'ex sindaco. «Era un criminale - dice - e come tale va descritto». E sull'idea di realizzare un film sul sindaco autore del sacco di Palermo, aggiunge: «Non mi piacciono le fiction. Non guardo neppure quelle su mio fratello. Figuriamoci quelle su Ciancimino».

Fonte:
ANSA e Antimafiaduemlia, 20 maggio 2010




Fratello Borsellino: ''Imbarazzato da politici smemorati''

Palermo. «Potrei provare imbarazzo a sedere accanto a uomini dello Stato come l'ex ministro Martelli e Violante, che hanno aspettato 17 anni e le rivelazioni di Massimo Ciancimino per ricordare che la trattativa tra mafia e Stato ci fu. Certo non mi imbarazza sedere accanto a Massimo Ciancimino». Lo ha detto Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia nel '92, intervenendo alla presentazione del libro 'Don Vitò, che racconta la storia dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, scritto dal figlio Massimo. «O potrei imbarazzarmi - ha proseguito - accanto al vicepresidente del Csm Mancino che continua a non ricordare di aver incontrato mio fratello prima della strage».

Fonte:
ANSA e Antimafiaduemila, 20 maggio 2010









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Curione  - DOMANDA A SALVATORE BORSELLINO   |2010-05-21 21:50:16
«Perché dovrei provare imbarazzo a sedere accanto a Massimo Ciancimino? Potrei
provare imbarazzo a sedere piuttosto accanto a uomini dello Stato come l'ex
ministro Martelli e Violante, che hanno aspettato 17 anni e le rivelazioni di
Ciancimino per ricordare che la trattativa tra mafia e Stato c'è stata»
(Salvatore Borsellino)

Gentile Dott. Borsellino,
Le ripeto la stessa domanda
rivoltaLe da quel giornalista: come è riuscito a non sentire imbarazzo sedendo
accanto al favoreggiatore di Cosa nostra, Massimo Ciancimino, postino del padre
mafioso durante la presunta trattativa fra Cosa nostra e uomini delle
istituzioni ? Attraverso quale logica morale è riuscito a collocare il Dott.
Martelli -fautore della nomina di Giovanni Falcone alla Direzione dell'Ufficio
Affari Penali- al di sotto del Sig. Ciancimino? Personalmente, credo che 17 anni
li abbiano attesi i magistrati delle procure siciliane per interrogare l'ex
Ministro, riguardo i fatti del 1992. Ing. Borsellino, rifletta su una
considerazione: Ciancimino non ricorda, bensì afferma, che ci sia stata la
trattativa tra Mafia e Stato, dopodichè Martelli e Violante ricordano episodi
che il gen Mori non ha mai negato, e che non presuppongono "trattativa"
nei termini intesi da lei. Ci consente almeno di percepire una differenza? In
attesa di una Sua risposta, Le consiglio vivamente di non seguire la tentazione
di un colloquio con la bestia Riina: considerata la profonda "stima" che
ha nutrito per suo fratello, mi sembra molto difficile che possa rivelarLe i
retroscena della strage di via D'Amelio.

Cordialmente

Marco Curione

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