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Salvatore Borsellino: "I giudici hanno fatto chiarezza, ora la verita' sulle stragi e la trattativa" PDF Stampa E-mail
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Scritto da Antonella Loi   
Mercoledì 30 Giugno 2010 10:17
"E' una sentenza significativa: il concorso esterno in associazione mafiosa viene confermato anche in appello, adesso è tutto più chiaro".
Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo, il magistrato di Palermo ucciso da Cosa Nostra nel 1992 insieme agli agenti della scorta, da allora impegnato nella ricerca della verità su quella stagione di stragi, non ha più dubbi: Marcello Dell'Utri ha concorso con Cosa Nostra. Almeno fino al 1992, dicono i giudici.

 

I giudici hanno condannato il senatore del Pdl a sette anni, ma il procuratore generale ne aveva chiesto 11.

"La riduzione della pena era già prevista perché i giudici - anche se io non ne capisco il motivo - hanno rifiutato la testimonianza di Spatuzza e Ciancimino che erano fondamentali per quell’accusa che è stata quindi dichiarata non sussistente. Cioè per i giudici non ci sono elementi sufficienti per provare un ruolo di Dell'Utri nelle stragi del '92-'93 e nella trattativa. L’importante è però che sia stata confermata la condanna".

Nei giorni scorsi si parlava insistentemente di assoluzione.

"Per parte mia sarebbe stata una tragedia. Far valere la prescrizione per reati di questa gravità sarebbe assurdo: la prescrizione non dovrebbe esistere in questi casi".


Dell'Utri è un senatore della Repubblica, co-fondatore di Forza Italia e braccio destro del premier Berlusconi. Che lettura politica dare?

"Be, se i politici traessero le conseguenze dalle sentenze si assumerebbero le loro responsabilità. Io so che mio fratello Paolo diceva sempre che anche prima che la magistratura si possa pronunciare su certi accadimenti, i partiti politici dovrebbero fare pulizia al loro interno. Penso che non siano parole al vento quelle di chi invoca liste pulite e un Parlamento pulito senza condannati o indagati.

Secondo lei Dell'Utri dovrebbe dimettersi?

"Ha idea della gravità di questa condanna? Certo che dovrebbe dimettersi. Solo che purtroppo vengono usati diversi pesi e diverse misure a seconda del momento o delle persone. Per Scajola a fronte di una semplice indagine viene dallo stesso partito l’iniziativa e se ne traggono le conseguenze. In casi estremamente più gravi come una condanna in appello per concorso esterno in associazione mafiosa conseguenz non se ne vedono. Credo che il fatto che Dell’Utri sieda ancora in Parlamento squalifichi l’intero organo legislativo".

Le dichiarazioni di Spatuzza stanno portando alla luce una verità diversa sulle stragi del '92-'93.

"La strada è ancora lunga, anche se sulla trattativa Stato-mafia almeno sembra tracciata. Ma dico che non è possibile che a 18 anni da quelle stragi ci siano ancora questi misteri su coloro che sono stati effettivamente autori e ispiratori di quelle stragi".

Lei è fiducioso?

"Io ho molta fiducia nei giudici di Palermo, Caltanissetta e Firenze che stanno lavorando per portare alla luce la verità, sempre che questi magistrati non vengano intimiditi o in qualche modo eliminati. Eliminati come hanno fatto con De Magistris, denigrandolo e trasferendolo, o come hanno fatto con Falcone e Borsellino, che sono stati uccisi. Solo allora potremmo arrivare alla verità. Come dice Antonio Ingroia, se gli italiani vorranno la verità si arriverà ad essa, ma bisogna pretenderla con forza. Per fortuna Spatuzza ha scelto di continuare a parlare, nonostante l’evidente intimidazione che è stata perpetrata nei suoi confronti non concedendogli il programma di protezione".

Fonte:  notizie.tiscali.it (Antonella Loi, 29 Giugno 2010)

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