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Verità e giustizia per Nino e Ida Agostino PDF Stampa E-mail
Documenti - Per non dimenticare
Scritto da Denise Fasanelli   
Mercoledì 04 Agosto 2010 16:07

Nino Agostino, agente della polizia di Stato, assieme alla moglie Ida Castelluccio, incinta di cinque mesi di una bambina, vennero trucidati dal piombo il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini. Tutto avvenne davanti alla villa di famiglia, dove si stavano recando per partecipare al compleanno della sorella di Nino, furono crivellati di colpi da due sicari in motocicletta sotto gli occhi dei genitori Vincenzo ed Augusta.

Dopo 21 anni, esecutori e mandanti sono ancora senza nome e senza volto, nessuno ha pagato per l’omicidio di quella coppia di giovani sposi e della loro futura bambina. Sul fascicolo relativo alle indagini  venne posto il vincolo del Segreto di Stato. Lo stesso che la commissione Granata, concludendo con notevole ritardo i propri lavori, nella sua relazione al Copasir prospetta la possibilità di prolungare oltre i trent’anni attualmente previsti dalla legge Prodi (legge 124) e sul quale in questi giorni si sono alzate numerose voci contrarie. Preoccupazioni sono state espresse ieri anche dal presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi in occasione della commemorazione.

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L’omicidio di Nino e Ida è una storia, seppur meno nota di altre, fitta di segreti di stato, loschi intrecci e collusioni oscure tra istituzioni, servizi segreti e mafia. Drammatica ed oscura vicenda  che rappresenta perfettamente la storia di un Italia retta, allora come adesso, da poteri deviati, collusioni e complicità.

Vincenzo e Augusta Agostino, genitori dell’agente, continuano a chiedere risposte allo Stato, il quale, di contro, sembrerebbe opporsi con tutte le sue forze.

Augusta non ha ancora tolto il lutto, chiede incessantemente verità e giustizia per suo figlio, chiede allo Stato di fare la sua parte in onore del sacrificio di Nino e a quelle persone che nascondo informazioni utili di parlare.
Vincenzo è divenuto negli anni un’icona dei familiari delle vittime della mafia, lui, che da quel 5 agosto del 1989, non ha più tagliato barba e capelli che ora, bianchissimi, gli ricoprono il viso e le spalle. Ha giurato di farli crescere fino a quando non saprà perché hanno ammazzato suo figlio, la nuora Ida e la nipotina mai nata.

Ventuno anni sono passati.  Ventuno anni in cui questi genitori non hanno mai smesso di pretendere giustizia, cercare la verità, lottare e chiedere risposte perchè “ogni giorno, da allora, continuano ad essere uccisi dal silenzio di chi – all’interno delle istituzioni – sa e non parla,  per chissà quale ragione.”

Sul loro viso si legge la stanchezza di chi troppe volte si è trovato a sbattere contro muri di gomma, troppe volte ha chiesto semplicemente la verità alle Istituzioni ricevendo delusioni incolmabili e, per certo, non cancellabili dal solito messaggio di solidarietà e cordoglio a cui siamo abituati in occasione di commemorazioni di questo tipo.
“Lo Stato è praticamente assente” – parla Vincenzo, il padre di Nino – “ci sono, si, dei magistrati che hanno voluto riaprire questo caso e lo stanno portando avanti. Mi auguro che loro possano darmi in futuro qualche risposta, che fin ora non sono riusciti a dare. Ma in generale noi familiari ci sentiamo abbandonati. Nel giorno della ricorrenza, lo Stato mette la sua mano sulla mia spalla, ma tutto finisce lì: questo, chiaramente non ha valore. Sono stanco di scrivere lettere e di fare appelli.”

La famiglia Agostino è una famiglia unita, una di quelle famiglie provate intimamente che continua a raccontare instancabilmente la propria storia a chiunque li ascolti. Una famiglia ricca di dignità che continua a lottare per questa dolorosa battaglia chiedendo “a tutta la comunità civile e alle istituzioni di unirsi alla richiesta di giustizia e tornando a lanciare un accorato appello al presidente del Consiglio e al presidente della Repubblica, perché possa finalmente cadere il segreto di Stato sulle notizie che sono fondamentali ai magistrati della Procura di Palermo per proseguire le delicate indagini sull’omicidio”.

Ci fanno sapere che domenica 5 agosto, alle 9.30, ricorderanno i loro cari con una messa solenne, nella cappella del cimitero di Santa Maria di Gesù.

Nel frattempo segnaliamo che su facebook, gli amici della famiglia Agostino, con il loro consenso, hanno lanciato un’iniziativa cercando di coinvolgere più persone possibili: dal 1 agosto al 5 si chiede di cambiare la propria immagine del profilo con quella dei due giovani sposi Agostino, ricordando a tutti che i morti innocenti di mafia sono uguali.


La storia dell’ agente di polizia Nino Agostino sul sito dell’Ass.ne Familiari Vittime di Mafia:
http://www.familiarivittimedimafia.com/index.php?option=com_content&view=article&id=897:nino-agostino&catid=104:sto&Itemid=278

Blu Notte: il caso Piazza e Agostino [1] http://www.youtube.com/watch?v=lNAROFl5sxE

Blu Notte: il caso Piazza e Agostino [2] http://www.youtube.com/watch?v=5q0Tj3TTZcg&feature=related

Blu Notte: il caso Piazza e Agostino [3] http://www.youtube.com/watch?v=RPAlbBFsufs&feature=related

Blu Notte: il caso Piazza e Agostino [4] http://www.youtube.com/watch?v=nHdI-D82Lls

Denise Fasanelli
da: Gliitaliani









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alexn8   |2010-08-04 20:33:33
Ho conosciuto il papà di nino, Vincenzo, in occasione della manifestazione del
19 luglio 2009, eravamo in piazza magione,
Erano seduti li in piazza, un attimo
erano da soli vincenzo e sua moglie, conoscendo la loro triste storia non ho
potuto fare a meno di salutarli di farli sentire la vicinanza mia e della mia
ragazza, due perfetti sconosciuti che con affetto abbiamo voluto trasmettergli
un po di forza e di vicinanza.
Per farli sentire che non solo del tutto soli ci
siamo noi gente comune al loro fianco.Dopo tutto leggendo questo articolo non
capisco se si riferisce a fabio granata, perchè a questo punto se si tratta di
lui, e incoerente con il trambusto (giustissimo) che sta facendo in questo
periodo...
Che cosa significa il pezzo "lo stesso che la commissione
Granata, concludendo con notevole ritardo i propri lavori, nella sua relazione
al Copasir prospetta la possibilità di prolungare oltre i trent’anni
attualmente previsti dalla legge Prodi (legge 124) e sul quale in questi giorni
si sono alzate numerose voci contrarie."
La commissione granata cioè
presieduta da Fabio Granata?
salvatore  - Commissione Granata   |2010-08-05 10:53:04
No, si tratta della commissione presieduta da Renato Granata, presidente
emerito della Corte Costituzionale
Francesco Grasso  - SEGRETO DI STATO!   |2010-08-04 21:29:54
Non si comprende su quali basi si possa apporre il segreto di Stato su fatti
qualificati di mafia,subito dopo l'evento addirittura pasionale.
Quali sono i
fatti coinvolgente l'interesse supremo dello Stato che si vogliono
occultare?
Sicuramente si tratta di una decisione insipiente in quanto idonea a
dimomostrare in modo certo ed incontrovertibile il coinvolgimento dello
StaTo,una vera e propria precisa confessione!!!
Evidentemente l'interesse a
coprire tali responsabilità,che per forza devono essere
gravissimi,inimmaginabili, è superiore a quello di non dimostrane il certo
coinvolgimento!
Si tratta del solito copione al quale assistiamo fin dal 1°
giorno dalla caduta del fascismo,che fà di questo Paese il " paese dei
misteri", oppresso da una ragnatela dell'illegalità di propporzioni
spaventose.
Ciò fabio granata deve spiegare!
alexn8   |2010-08-06 02:09:03
francesco si tratta di renato granata...avevo paura di aver capito male, ma
salvatore ci ha scritto che si tratta di renato granata e non di fabio granata
che tra l'altro sul sito de la sicilia ha fatto dichiarazione molto
apprezzabili..

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