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11 Agosto 1982 - La morte di un eroe: Paolo Giaccone PDF Stampa E-mail
Documenti - Per non dimenticare
Scritto da Milly Giaccone   
Mercoledì 11 Agosto 2010 10:13
L' 11 agosto 1982 moriva, ucciso da killer mafiosi, Paolo Giaccone, l'eroico medico che si rifiutò di modificare una perizia per "salvare" dall'ergastolo un assassino. Di seguito il ricordo della figlia, Milly

Dovevo esserci anch'io quel mattino. Ogni giorno insieme da casa all'Ospedale, verso il nostro lavoro così diverso eppure uguale negli intenti: tu Professore con i tuoi studi, il tuo laboratorio, con le tue analisi, ed io studentessa in Medicina. Io non c'ero. Meno male? Per quello che ho passato in questi anni direi che sarebbe stato meglio finirla quel caldo giorno accanto a te, insieme come eravamo vissuti. Ma se guardo gli occhi profondi dei miei figli dico che, forse, è giusto che abbia passato la soglia del dolore, che l'ansia e l'angoscia mi abbiano rapita la vita per lungo tempo. Non esiste controprova, comunque. Ho sempre cercato di immaginare quello che era accaduto nel vialetto alberato, tra le auto posteggiate e sull'asfalto caldo che accolse il tuo corpo. Quei due che attendevano il tuo arrivo ... il "palo" fuori dall'Ospedale dentro una 126. Le otto e un quarto. Posteggi l'auto, ti avvii al tuo giorno ... ti avvicinano, forse ti chiamano, e sparano con due pistole ... due proiettili alla tua sinistra ... cadi su quel lato e ... dopo ... un altro colpo alla tua destra. Crolli sull'asfalto e con te cade il tuo mondo, il nostro mondo. E' tutto finito. Gli assassini fuggono, scavalcano il muro di cinta dell'Ospedale ... vengono visti su una potente moto, uno di loro ha una smorfia di riso sulle labbra. Al primo uomo che ti soccorre, qualcuno con un camice bianco dice: " E' il Professore Giaccone". Poi gli assassini vanno ancora ad ammazzare. E' tutto qui il tuo giorno di morte. Essere stata assente in quel momento... è stato il mio incubo. Quando ti hanno ricomposto nella bara, dicendomi (per pietà) che non avevi subito autopsia, ti ho guardato, gridando col pensiero: "Basta! Non scherzare più!" E il freddo mi avvolge...Mi chino per baciarti la fronte, ed il freddo mi avvolge le membra, il cuore, il cervello e la vita... La sensazione del dolore la provai in quel momento: è freddo, il dolore, avvolgente... Come un ragno che trattiene l'insetto nella ragnatela, così il dolore ha avvolto il mio animo. Da quel momento ho capito che non eri più accanto a me...

Milly Giaccone


Links correlati:
Sonia Alfano: “Paolo Giaccone, medico coraggioso”



L'approfondimento di Wikipedia:

Paolo Giaccone

Paolo Giaccone (Palermo, 21 marzo 1929 – Palermo, 11 agosto 1982) è stato un medico italiano.

Fu assassinato tra i viali alberati del Policlinico di Palermo, qualche settimana prima della Strage di via Isidoro Carini che avrebbe fermato l'impegno di Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Attività professionale

Paolo Giaccone era uno dei più grandi esperti di medicina legale. Divideva il suo impegno tra l'istituto di Medicina legale che dirigeva e le consulenze per il palazzo di giustizia. Aveva ricevuto l'incarico di esaminare un'impronta digitale lasciata dai killer che nel dicembre 1981 avevano scatenato una sparatoria tra le vie di Bagheria con quattro morti come risultato. L'impronta era di un killer della cosca di Corso dei Mille ed era l'unica prova che poteva incastrare gli assassini.

Il medico ricevette delle pressioni perché aggiustasse le conclusioni della perizia dattiloscopica. Giaccone rifiutò ad ogni invito e ogni minaccia e il killer fu condannato all'ergastolo. In seguito il pentito Vincenzo Sinagra rivelò i dettagli del delitto incolpando Salvatore Rotolo che venne condannato all'ergastolo al primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Per le minacce a Paolo Giaccone fu arrestato un avvocato che al telefono lo avrebbe invitato a cambiare i risultati della perizia dattiloscopica.

Il ricordo di Piero Terzo

Il Policlinico di Palermo è oggi intitolato a Paolo Giaccone, medico coraggioso che non si piegò alla violenza dei vili boss mafiosi.  

Un aspetto della sua vita, noto a pochi, per ricordare un caro amico.

Era il 1970 quando ci incontrammo presso il Centro Trasfusionale AVIS che il Prof Ideale Del Carpio assieme al Prof Giaccone aveva creato nel 1963 presso l’Istituto di Medicina Legale e che era sotto la direzione di quest’Ultimo. Direzione condotta con disinteressato Amore. AMORE verso l’AVIS, AMORE verso gli altri. Questo l’aspetto più significativo della Sua figura di uomo. Fui invitato, in qualità di socio, a partecipare all’Assemblea annuale dell’AVIS. Ci presentammo in quattro con il sottoscritto. Il Prof. Giaccone dichiarata aperta l’assemblea in seconda convocazione, ci relazionò brevemente sulle cause dell’esiguità del numero di donatori – non ultima la mancanza di organizzazione – e ci pose quindi un solo quesito: sciogliere la sede AVIS di Palermo o rifondarla rimboccandoci le maniche. Ci guardammo negli occhi ed optammo per la seconda soluzione. Primo fra tutti però c’era Lui, Paolo Giaccone: ci ospitava ogni settimana presso il suo studio professionale, e assieme, assiduamente, si cominciò a riorganizzare l’Associazione. Così diventammo amici. All’assemblea dell’anno successivo eravamo presenti già più di cinquanta soci.

Pur essendo uomo e professionista affermato, non aveva nulla di scostante, era semplice, affabile ma soprattutto Amico. Infine l’onestà. Da tutti unanimemente attestata, adamantina, che costituiva una certezza incrollabile per le Sue perizie medico-legali. Per questo è stato ucciso, ma chi ne ha decretato la fine non sapeva che avrebbe privato gli ammalati negli Ospedali e l’AVIS di una persona capace, che operava per una maggiore disponibilità di sangue per tutti, e per una più qualificata presenza del Centro Trasfusionale all’interno del Policlinico.

53 anni, Medaglia d’Oro AVIS con 56 donazioni (l’ultima una settimana prima dell’assassinio), aveva coinvolto alla donazione la moglie e la figlia Milly, la maggiore di quattro. Come non ricordare la gioia e la commozione quando aveva voluto Lui stesso, nella qualità di Presidente Regionale, consegnarle la medaglia di bronzo. Presidente della Comunale fino a quando, nel 1981, non fu designato all’unanimità a dirigere l’AVIS in Sicilia. Sotto la Sua presidenza era stata formulata dal Consiglio Direttivo una proposta di piano sangue che era già stata diffusa, e costituiva una base proficua di discussione. Altre iniziative erano state ideate per rilanciare l’AVIS – e le altre associazioni di donatori in Sicilia – conferendole maggiore consapevolezza del ruolo da svolgere nel moderno Servizio Sanitario.

Ricoprivo la carica di Presidente dell’AVIS Comunale di Palermo e quell’11 agosto dell’1982 ricevetti una telefonata che mi informava dell’orribile fatto: fui tra i primi ad arrivare al Policlinico, riuscendo a vederlo, per l’ultima volta.
Piero Terzo

Note 

  1. ^ Lo Bianco Giuseppe, Viviano Francesco La strage degli eroi. Vita e storia dei caduti nella lotta contro la mafia Arbor 1996 ISBN: 888632524X
  2. ^ http://www.siciliaonline.it/index.php?option=com_content&task=view&id=103950〈=it
  3. ^ http://www.ateneonline-aol.it/030826nala.html
  4. ^ http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Tre-storie-di-donne-tra-violenza-e-liberta/1374135

 

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raf64  - Eroe   |2010-08-13 15:19:19
Biongiorno sig./ra Milly. Seguo assiduamente le vicende di mafia e poteri
occulti da quel lontano 3 settembre 1982...giorno dell'eccidio di Via Isidoro
Carini. Ma tra tutte le vittime di mafia suo papà il prof. Giaccone, di cui
poco si parla ha rivestito per me sempre un ruolo particolare....un uomo senza
protezione..un medico che pur sapendo quello che rischiava nella Palermo di
quegli anni si rifiuto di ammorbidire la perizia che incastrava il killer di
Corso dei Mille Pino Marchese (ora collaboratore di giustizia), nonchè nipote
di del capo dell'omonima famiglia, di quel Filippo Marchese famoso per aver
introdotto in cosa nostra l'uso di squagliare i corpi delle sue vittime
nell'acido ....previa tortura e strangolamento. Ebbene la figura di quell'uomo
oggi stride ancor di più, in questa italietta,.....dove si fà a gara per
servire...o farsi corrompere..o di mettersi a disposizione ancor prima che
qualcuno lo chieda, figurarsi cosa non si farebbe per salvare la pellaccia.
Eppure anche io mi chiedo nella consapevolezza di quel rischio sè avessi avuto
la risolutezza di affrontare i miei probabili assassini armato della sola
rettitudine morale. Ecco se di eroi oggi si può parlare questi sono i miei
eroi. Con simpatia la saluto.
Raffaele

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