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S. Borsellino: 'Magistrati non si uccidono piu' con bombe' PDF Stampa E-mail
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Scritto da ANSA   
Mercoledì 13 Ottobre 2010 18:46

13 ottobre 2010, Firenze. «Oggi i magistrati non vengono più uccisi con le bombe, si uccidono come sono stati uccisi Luigi de Magistris, Clementina Forleo, Gabriella Nuzzi, l'intera procura di Salerno: hanno cambiato il metodo. La magistratura non si ferma solo con il sangue, ma anche con i metodi cosiddetti legali che oggi vengono usati». Lo ha detto Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo ucciso nella strage di via D'Amelio, a margine della 6/a edizione del Forum nazionale contro la mafia, al polo di scienze sociali dell'Università di Firenze. «Non bisogna dimenticare le stragi e gli insegnamenti che ci hanno dato gli eventi - ha proseguito Borsellino -. Nel nostro Paese si sono succedute innumerevoli stragi di Stato, perchè non erano stragi solo di mafia o solo di terrorismo: in qualche maniera, c'è stata sempre anche la mano di pezzi deviati dello Stato. Magistrati come Borsellino e Falcone sono stati uccisi anche perchè lasciati soli dallo Stato». «Bisogna ricordare questo - ha continuato - e fare in modo che non siano lasciati soli i magistrati che oggi stanno finalmente cercando di togliere il velo, pesante e nero, che ha sempre coperto i veri responsabili di queste stragi. Sono magistrati che, oltre a dover lavorare tra mille pericoli, vengono attaccati da pezzi dello Stato, come succede con Nino Di Matteo, uno dei magistrati più impegnati in queste nuove indagini che stanno facendo le procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze».

ANSA

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