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Via D'Amelio, un dossier dei servizi dietro il falso pentito Scarantino PDF Stampa E-mail
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Scritto da Salvo Palazzolo   
Venerdì 22 Ottobre 2010 15:09

A consegnarlo ai pm di Caltanissetta fu Bruno Contrada, oggi in carcere, ma anche lo 007 del Sisde che adesso è accusato di essere il braccio destro del misterioso "signor Franco" di cui ha parlato Ciancimino nell'inchiesta sulla trattativa


Per gli amici dell'aperitivo, all'Acanto Blu, è "James". Come James Bond, lo 007 più famoso del cinema. Rosario Piraino, che la Procura di Palermo accusa di essere il "capitano" della trattativa e il braccio destro dell'enigmatico signor Franco, non ha mai fatto mistero di essere un funzionario della Presidenza del Consiglio. Ovvero, un agente in forza al centro Aisi di Palermo. La nuova filosofia dei Servizi sembra essere ormai: "Riservatezza, ma niente più inutili misteri". Così, lo 007 accusato di essere il depositario di segreti pesantissimi fa apparentemente una vita normale e spesso va anche allo stadio. Ma non per fede rosanero: Piraino è il motore della complessa macchina della sicurezza attorno al Renzo Barbera.

Lui, naturalmente, fa il lavoro riservato, cercando di anticipare le mosse degli ultrà violenti. Raccontano che più di una volta un'informazione arrivata al momento giusto da Piraino abbia consentito alla polizia di prevenire liti e scontri fra tifoserie. Raccontano pure che Piraino sia ritenuto uno dei migliori nel campo dell'intelligence sull'eversione e che abbia addirittura inventato un metodo ormai diventato un modello all'interno dei servizi segreti per prevenire gli episodi di violenza negli stadi.

Oggi, Rosario Piraino, 53 anni, è forse l'agente meno segreto di tutti gli agenti segreti di Palermo. Nella città dei professionisti che contano è conosciuto anche come il marito di un volto notissimo della Regione Siciliana, Alessandra Russo, dirigente generale del dipartimento Lavoro, una lady di ferro stimata da destra a sinistra.

L'avvocato di Rosario Piraino, Nino Caleca, era in Procura ieri mattina. "Possibile - dice - che il misterioso capitano vada a prendere l'aperitivo nel locale che si trova proprio di fronte casa di Massimo Ciancimino?". Accenna a un sorriso Caleca, fa segno che non può aggiungere altro. Tutte le dichiarazioni sono rinviate a mercoledì prossimo, quando Piraino verrà interrogato in Procura. "Risponderà e chiarirà tutto", taglia corto il legale.

Questo è Rosario Piraino oggi. Ma negli anni passati chi era davvero? Massimo Ciancimino non ha avuto dubbi nel riconoscerlo: "È lui che mi ha intimato di non parlare della trattativa e dei rapporti di mio padre con Berlusconi, nel 2006, quando ero ai domiciliari, a Palermo. L'anno scorso, il capitano è venuto fino a Bologna per minacciarmi". Adesso, è accusato dai pm Nino Di Matteo e Paolo Guido di violenza privata, con l'aggravante di aver favorito Cosa nostra.

Per quello che se ne sa, Piraino ha iniziato la sua carriera come ufficiale di complemento dei carabinieri. Sarebbe stato anche in servizio all'alto commissariato per la lotta alla mafia. Di certo, nel 1992 era capo dell'agenzia Sisde di Caltanissetta. Il suo nome è nell'agenda di Bruno Contrada, il numero tre dei Servizi che sta scontando una condanna a dieci anni per collusioni mafiose. Ecco l'appunto, alla data del 30 settembre, ore 10,30. "Caltanissetta, dal Procuratore della Repubblica Tinebra, col capo centro Pa (Ruggeri) e capo agenzia Cl (Piraino). Indagini stragi Pa". Quali sono queste indagini svolte da Bruno Contrada su Capaci e via d'Amelio? Ce n'è traccia nella sentenza sulla strage Borsellino, che oggi i magistrati della Procura di Caltanissetta stanno esaminando con cura, perché sarebbe stata frutto di un depistaggio.

Contrada portò a Caltanissetta un dettagliato rapporto in cui si accreditava il pentito (oggi ritenuto falso) Vincenzo Scarantino come un mafioso dalle illustri parentele. Una vera patacca, hanno scoperto il procuratore Sergio Lari e i magistrati del suo pool. Quale ruolo ha avuto Rosario Piraino nella stesura di quel rapporto su Scarantino? È una delle tante domande che i magistrati si fanno sull'uomo che Massimo Ciancimino indica come il braccio destro del signor Franco, il regista della trattativa mafia-Stato.

Intanto, le indagini sembrano ad una svolta anche a Caltanissetta. Nei giorni scorsi, Ciancimino junior ha confermato il riconoscimento di Lorenzo Narracci, l'agente segreto già chiamato in causa da Spatuzza come presente nel garage dove si caricava l'autobomba per via d'Amelio. Ciancimino sostiene di aver visto Narracci assieme al boss Gaetano Scotto, oggi all'ergastolo per la strage Borsellino. Il testimone colloca le due presenze nel bar di un albergo palermitano, dove suo padre e il signor Franco avevano appena finito un summit.


Salvo Palazzolo (
la Repubblica, 22 ottobre 2010)





 

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