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Via da Palermo lo 007 indagato. La Procura cerca nuovi riscontri PDF Stampa E-mail
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Scritto da Salvo Palazzolo   
Domenica 24 Ottobre 2010 20:30
Dopo l'avviso di garanzia notificato dalla Procura, è scattato il trasferimento immediato da Palermo per Rosario Piraino, l'agente segreto accusato di essere il "capitano" della trattativa mafia-Stato e l'autore delle minacce a Massimo Ciancimino. Piraino è adesso in servizio a Roma. Intanto, prepara una lunga autodifesa: l'avvocato Nino Caleca ha già annunciato che il suo cliente intende rispondere alle contestazioni che gli verranno mosse dai sostituti Nino Di Matteo, Paolo Guido e dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia. L'avviso di garanzia notificato dalla Dia prevede il reato di violenza privata, che sarebbe stato commesso nei confronti di Massimo Ciancimino. Il reato è aggravato dall'aver favorito l'organizzazione Cosa nostra, perché il "capitano" di cui ha parlato Ciancimino avrebbe intimato di tacere sulla trattativa mafia-Stato e anche sugli investimenti dei boss nelle aziende di Berlusconi. In attesa dell'interrogatorio, le indagini proseguono su Rosario Piraino.
A Caltanissetta, dove nel 1992 lo 007 era capo agenzia dell'allora Sisde, lo ricordano ancora al palazzo di giustizia: era molto spesso presente alle udienze del processo Borsellino. Lui diceva, solo per incontrare alcuni amici magistrati. Di certo, il 30 settembre 1992 Piraino accompagnò Bruno Contrada per consegnare un rapporto che accreditava il falso pentito Vincenzo Scarantino. Cosa faceva per davvero Piraino al palazzo di giustizia di Caltanissetta? È quello che adesso si chiedono i magistrati. Un'altra curiosa coincidenza, fra altre amicizie e gli ennesimi sospetti di depistaggi, è quella che colloca Rosario Piraino nell'agriturismo di Piana degli Albanesi di Giorgio Riolo, il cugino dell'omonimo maresciallo del Ros condannato per essere una talpa della mafia. Proprio di quell'agriturismo si occupò anche il processo "Talpe". Ad analizzare le utenze di chi chiamava fu il consulente della Procura, Gioacchino Genchi. Era anche Piraino a telefonare. Per prenotare un weekend, o per fare cosa? Lo stesso interrogativo si posero i pm dell'inchiesta "Talpe" per le telefonate di altri agenti segreti che frequentavano quell'agriturismo.

Salvo Palazzolo (la Repubblica, 23 ottobre 2010)
 

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