28 ottobre 2010, Roma. «Chi conosce vicende che potrebbero essere utili alle indagini deve parlare». È la richiesta di Nino Di Matteo, uno dei magistrati che indaga sulla trattativa tra mafia e Stato. «Dobbiamo fare di tutto per capire se in certi momenti storici mafia e Stato abbiano trovato spazi di dialogo o di accordo», dice Di Matteo in un'intervista a Repubblica. «Se ciò fosse accaduto e oggi non si facesse tutto quello che è necessario, la mafia conserverebbe nei confronti delle istituzioni il suo potere più terribile, quello del ricatto». «Per aspirare alla definitiva chiarezza su vicende così complesse - sottolinea Di Matteo - la magistratura deve conservare appieno l'indipendenza, che sempre più spesso viene messa in pericolo da progetti di legge la cui approvazione finirebbe per limitare l'autonomia degli uffici del Pm, con il rischio di un sostanziale controllo degli uffici della Procura da parte dell'esecutivo».
ANSA