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Notti contro le mafie a Venezia PDF Stampa E-mail
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Scritto da Gianluigi Placella   
Domenica 21 Novembre 2010 20:15

21 novembre 2010. Nominare la mafia, parlarne, volerla vedere dove si nasconde e si confonde.

Travestita da attività imprenditoriale che si vanta di offrire opportunità di lavoro o trasformata in vera forza politica che agisce in prima persona sul territorio, sullo scenario quotidiano.

Devastando l'ambiente in cui riversa tutta la potenzialità distruttiva dei capitali illeciti pronti così a rifarsi una faccia, sconvolgendo le regole, il diritto, la convivenza sociale.

 

Guardarla in faccia, è quello che donne e uomini, giovani e meno giovani, hanno fatto venerdì sera 19 novembre in campo dei Tolentini nell'edizione di Venezia di Notti contro le mafie.

 

Semplici cittadini si sono attivati per fare la loro parte come ricorrentemente viene loro richiesto dai rappresentanti dello stato fino alle sue più alte cariche.

 

Le lettura sulle mafie, grande idea di civiltà lanciata dai giovani del popolo viola, è stata realizzata a Venezia dal gruppo locale del Movimento delle Agende rosse, il movimento nazionale creato da Salvatore Borsellino che si richiama all'agenda rossa di suo fratello, il grande magistrato Paolo, trafugata dalla macchina ancora fumante dopo l'esplosione che il 19 luglio 1992 martoriò i corpi del giudice e della sua scorta.

Quell'agenda rossa, cassaforte dei misteri su cui si fonda la nostra seconda repubblica che le sentenze e le indagini dei giudici di Palermo, Caltanissetta. Firenze, Milano cominciano a svelare.

 

In una serata in cui coraggiosamente, si affrontavano temi di grande significato civile, era assente una rappresentanza ufficiale delle istituzioni locali, che ancora una volta hanno lasciato i cittadini da soli a combattere le battaglie più scomode.

 

A titolo personale, a dimostrazione del loro attaccamento ai valori di base della comunità, e perciò senza simboli di partito, i consiglieri comunali e municipali Camilla Seibezzi, Marco Gavagnin, Sebastiano Bonzio, Erminio Viero, Enrica Berti, Lorenzo Buiatti, Marco Caberlotto.

 

Nella suggestiva cornice dei Tolentini, resa ancora più evocativa da un magnifico gioco di luci a comporre sulle colonne della chiesa il tricolore dell'Italia, cittadini auto-convocatisi hanno letto passi dei libro La malapianta di Nicola Gratteri e di Santa mafia di Petra Reski

 

Entrambi trattano di 'ndrangheta, la mafia rivelatasi la più potente organizzazione dell'antistato criminale per potenza economica (movimenta 40 miliardi all'anno) e per espansione territoriale in Italia e nel mondo.

 

Si è letto di come, di fronte ad un pericolo di tali dimensioni, la gente comune sia tenuta all'oscuro, sindaci e prefetti continuano a negarne l'esistenza, a rifiutare di vedere che ormai dappertutto in Italia, dove ci sono grandi capitali, è lecito sospettare che si nasconda denaro criminale.

E si è letto di come invece, quanto più di questo si parla in termini precisi, tanto più si è esposti a delegittimazione.

 

Si è voluto diffondere e denunziare, che il potere di questa criminalità è oggi, tutto nel fatto che si continua a vederlo come un fenomeno di arretratezza culturale, come una piaga del meridione a cui la gente del sud, per mentalità, si arrende, come una infestazione che ha contagiato ambienti sani per la difesa dei quali, la soluzione è semplicemente l'abbandono del sud al proprio destino costituzionalizzando la mafia o realizzando la secessione.

 

Finché non si cambierà il linguaggio e si dirà che l'imprenditoria del nord Italia e dell'Europa sta coscientemente aprendo le porte e stendendo tappeti rossi a questi capitali illeciti, alle opportunità di guadagno facile che tali capitali consentono, finché si continueranno a sentire come bestemmie le denunce di Roberto Saviano sulle contiguità tra mafie e governi locali del nord, non si potrà sfuggire alla responsabilità ed anche alla complicità di consentire il radicamento definitivo di tale fenomeno.

 

A stemperare la tensione della denuncia, sottolineandoli i passi più significativi delle letture, i suoni intensi e struggenti del clarinetto basso di Alberto Collodel, della tromba di Ilich Fenzi, del trombone di Umberto de Nigris e del contrabbasso di Andrea Carlon del laboratorio Novamusica di Venezia diretti da Giovanni Mancuso.

Ancora una volta presenti a condividere idee e obiettivi, ancora una volta disponibili a rispondere, con la loro sensibilità di artisti partecipi e consapevoli, ai richiami dei valori comuni.

Tra un mese si replica.


Gianluigi Placella (
Movimento Agende Rosse Belluno-Treviso-Vicenza-Venezia)







 

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Notti contro le mafie - Venezia[ ]21/11/2010 20:16

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