Increase Font Size Option 6 Reset Font Size Option 6 Decrease Font Size Option 6
Home Documenti In memoria di Gaetano Giordano: "Non posso piegarmi proprio ora"
In memoria di Gaetano Giordano: "Non posso piegarmi proprio ora" PDF Stampa E-mail
Documenti - Per non dimenticare
Scritto da Serena Verrecchia   
Sabato 11 Dicembre 2010 11:55

In attesa che lo Stato dia delle risposte concrete ed immediatamente realizzabili ad Ignazio Cutrò e Valeria Grassi, ricordiamo, oggi, la figura di un altro “imprenditore-coraggio”, un altro siciliano morto perché aveva deciso di non piegare il capo dinanzi alla tracotanza della criminalità organizzata, che imponeva, e impone tuttora, le proprie leggi e le propri volontà in una realtà ormai succube dei poteri criminali.

Gaetano Giordano non era un eroe. Aveva due figli ed era il proprietario di un noto negozio in pieno centro storico, a Gela. Conosceva la legge della mafia, sapeva benissimo di dover pagare il pizzo per non incappare in situazioni spiacevoli e pericolose per lui e per la sua famiglia; conosceva anche la storia di Libero Grassi e ne ricordava soprattutto l’epilogo, pertanto sapeva a cosa si andava incontro se si disobbediva alle leggi della mafia, ma tutto ciò non gli importava. O meglio, Gaetano era consapevole, più di tutti gli altri suoi concittadini, del fatto che, per riemergere dalle tenebre dell’incubo del pizzo e della sudditanza nei confronti dei poteri criminali, era necessaria una rivoluzione partecipata di tutto il popolo, una rivoluzione nella quale tutti i commercianti e gli imprenditori dovevano imporsi il coraggio di urlare il proprio “no” in faccia all’estorsore che, periodicamente, si presentava alle porte delle imprese per riscuotere il pizzo. La voglia di sentirsi partecipe di un’ondata di cambiamento fu il principio dell’odissea di Gaetano. Il suo estorsore era un ragazzino, uno di quei tipacci prelevati dalla strada troppo presto, un ventenne la cui massima aspirazione era ritrovarsi in galera nel giro di qualche anno. “Aveva la faccia da bambino e un sorriso innocente” ricorda Franca, la moglie dell’imprenditore. Si chiamava Ivano Rapisarda, per gli amici e colleghi “Ivano Pistola”, ed indubbiamente meno innocenti del suo sorriso erano le motivazioni che lo spingevano a bussare alla porta di Gaetano, il quale, alla richiesta della tassa da pagare alla mafia, aveva sempre risposto con un “no” secco e deciso. Tuttavia, Ivano Pistola non amava essere cacciato in malo modo dai negozi come un criminale qualunque, così ebbero inizio le ritorsioni e l’imprenditore iniziò a pagare le conseguenze del suo coraggio: dopo innumerevoli minacce, gli incendiarono il negozio e gli arrecarono danni per 200 milioni. Stanco di dover fare i conti con un’organizzazione che si sostituiva allo Stato e pretendeva forse più dello Stato, Gaetano denunciò tutto ai carabinieri e il Pistola finì tra le sbarre senza deludere le aspettative. Cosa nostra però non poteva permettere che tutto ciò avvenisse senza intralci, così, il 10 novembre del 1992, decise di troncare la vita dell’imprenditore.

Cinque colpi di pistola e la fine di un uomo che non amava reputarsi un eroe e, anzi, quando si lodava il suo coraggio, era solito rispondere: "Io coraggioso? Macche'. Io ho una fifa da matti. Ma non posso piegarmi proprio ora che i commercianti hanno fatto la rivoluzione con le denunce degli estorsori".

Gaetano Giordano non era un eroe; era semplicemente un imprenditore per il quale pagare il pizzo non sarebbe mai stato “normale” o necessario. Gaetano Giordano era un uomo normale, ma sappiamo benissimo che comportarsi da uomini normali, in alcune situazioni ed in determinate realtà, diviene qualcosa di eroico, dunque anche Gaetano Giordano è da considerarsi un eroe, della stessa tempra di coloro che tutt’oggi combattono la medesima battaglia per reclamare il proprio diritto alla Libertà e il proprio NO alle prepotenti richieste della mafia.


Serena Verrecchia



Comments:

Commenti
Cerca RSS
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!

3.26 Copyright (C) 2008 Compojoom.com / Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."