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A 31 anni dalla sua morte ricordiamo Marcello Torre PDF Stampa E-mail
Documenti - Per non dimenticare
Scritto da Serena Verrecchia   
Sabato 11 Dicembre 2010 13:56

Marcello Torre nacque a Pagani, in provincia di Salerno, il 9 giugno 1932, da una famiglia di buona estrazione sociale. Appassionatosi giovanissimo alla politica e alle battaglie dell’Azione Cattolica, divenne delegato provinciale dei Gruppi Giovani della Democrazia cristiana e, ancor prima di compiere ventiquattro anni, venne nominato componente della Giunta esecutiva nazionale come responsabile delle politiche per il Mezzogiorno ed eletto al Consiglio comunale di Pagani. All’attività politica e sociale fece corrispondere gli studi giuridici presso l’Università di Napoli, dove si laureò a pieni voti nel 1957. Divenuto uno degli avvocati più in vista della zona, egli si ritrovò molto spesso a dover assumere la difesa di capiclan e camorristi. Nel 1964 fu eletto consigliere provinciale e rimase in carica fino al 1970, anno in cui lasciò temporaneamente la politica per dedicarsi alla carriera forense e alla famiglia.

 

Il destino volle però erigerlo a primo cittadino del suo amato Paese: Pagani. Divenuto sindaco tuttavia, le cose iniziano a cambiare, la realtà con cui aveva avuto a che fare fino a quel momento si stravolge, il clima si intorpidisce, l’aria assume i tratti angoscianti della paura, del rischio, del pericolo. Indubbiamente a qualcuno non era piaciuta la sua ascesa a sindaco della città, perché, in veste di primo cittadino, e non più di avvocato, le sue priorità non erano più gli interessi dei clienti, ma il benessere e la tranquillità dei propri concittadini. ”Sogno una Pagani civile e libera” era il suo slogan, il suo leit-motiv. E ci credeva sul serio alla possibilità di costruire dalle fondamenta una Pagani diversa, una Pagani migliore. Per lui “il Comune, che raccoglie le famiglie del territorio, in cui c'è la torre che ricorda un passato, un campanile che indica il cielo, libere istituzioni che rappresentano il patrimonio della nostra storia, il Comune, è la base della Democrazia”.

Il 23 novembre del 1980 un evento sconvolse la vita del Comune e soprattutto quella di Marcello Torre: il terremoto dell’Irpinia. Immediatamente dopo la catastrofe, lo spirito civile del primo cittadino era già proiettato alla ricostruzione, al futuro. E, nelle sue intenzioni, nel futuro di Pagani non c’era spazio per la camorra, così egli si oppose apertamente e senza paura alle infiltrazioni e alle pretese dei clan nelle procedure di assegnazione degli appalti per la ricostruzione. Ciò gli costò la vita, che lo abbandonò l’11 dicembre dello stesso anno, quando, fuori casa, i killer che lo aspettavano lo ferirono mortalmente a colpi di lupara.

Per l'omicidio la Corte di Assise di Appello di Salerno ha condannato all'ergastolo Raffaele Cutolo, indicato come mandante del delitto, il 10 dicembre2001, sentenza poi confermata dalla Corte di Cassazione il 4 giugno 2002.

Al primo cittadino di Pagani è dedicato lo stadio comunale dove gioca la Paganese Calcio, squadra di cui fu presidente in vita, e, in memoria del suo impegno civile nei confronti della città, è stato istituito il Premio Marcello Torre, un'onorificenza che premia l'impegno civile e l'opera di denuncia della criminalità.

La figlia, Annamaria Torre, è vicepresidente del coordinamento campano Familiari vittime innocenti di criminalità.


Serena Verrecchia




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