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Scritto da Christina Pacella   
Giovedì 23 Dicembre 2010 21:40

“Purtroppo siamo costretti a questa raccolta fondi in quanto le cure mediche negli USA ed in Slovacchia, fino ad oggi, non sono convenzionate e, appena riceveremo aiuti da parte dello Stato, della Regione Sicilia, della Sanita', dalle USL e di tutte le associazioni onlus per disabili interromperemo immediatamente sia con la raccolta fondi e, di conseguenza con lo scioglimento del Comitato Aiutiamo Mattia e quindi con la chiusura del sito web”

(dal sito www.ilportaledimattia.com)


Una malattia grave che colpisce la famiglia di un operaio in cassa integrazione. Datemi pure dell'idealista ma e' di questo che dovrebbero essere coperte le pagine dei nostri quotidiani. Le storie reali sono quelle che raccontano il dramma di vivere in un Paese divenuto l'emblema internazionale dell'incivilta', della disinformazione, dell'anticultura dove i cittadini comuni possono solamente sognare uno Stato solidale ai drammi che la vita spesso ci riserva.


Da tempo ormai seguo la storia della famiglia Salamone attraverso la rete. Le mie parole non possono raccontarvi il dolore del piccolo Mattia e dei suoi genitori. Un dolore fin troppo dignitoso, un dolore avvolto nel coraggio dove a fare da protagonista e' la fiducia nell'amore del prossimo. Cio' che posso fare io e' gridare il mio pensiero, posso parlare di solidarieta', di coesione verso chi ha bisogno di essere supportato. Posso parlarvi di un padre che affida a facebook il suo appello per riuscire a trovare un lavoro. Un padre che deve “supplicare” un impiego per sostenere la sua famiglia, per non essere costretto ad avvalersi di siti web dove chiedere fondi per poter curare suo figlio. Un dramma nel dramma, uno dei tanti, dei troppi. Mi domando quanti Mattia ci sono, quanti di loro hanno bisogno della presenza di questo Stato troppo impegnato a distruggere i nostri diritti?

Siamo sempre li, diritti negati, diritti stravolti, cittadini gettati nel baratro della solitudine, dell'indiffernza, colpiti dalla contiguita' di una mentalita' individualista che fa di noi la brutta copia di un' America capitalista dove i “ghettos” di Detroit sono la nostra Rosarno. Il papa' di Mattia e' un operaio in cassa integrazione. In Italia non ci sono cure adeguate per sostenere le terapie di Mattia. Per curarsi il piccolo deve essere portato all'estero. La famiglia e' obbligata a sostenere spese mediche gravosissime. Stringersi attorno a chi soffre di ingiustizia e' gettare il seme, e' creare il presupposto per quel cambiamento morale e culturale che tutti invochiamo. Se provo, per un solo istante ad immedesimarmi nella situazione dei Salamone mi si chiude lo stomaco, i battiti del mio cuore aumentano e sento crescere la disperazione e la rabbia. La stessa rabbia che mi ha portato tra le Agende Rosse, la stessa rabbia che portera' di nuovo e per sempre “quel fresco profumo di liberta'” nelle nostre vite, la stessa rabbia che e' semplicemente l'amore ed il desiderio di lottare anche per Mattia. Nella mia Agenda Rossa e nella mia vita c'e' sicuramente uno spazio riservato a lui.


Con questa riflessione vi lascio alle parole della Mamma di Mattia:




Salve, mi chiamo Jessica, sono nata a Milazzo(ME)  36 anni fa', ma vivo a San Giovanni la Punta (CT), sono sposata con un meraviglioso marito di nome Davide, e  mamma di un meraviglioso bambino di 6 anni di nome Mattia.

Purtroppo il piccolo Mattia e' nato MORTO, ma dopo un lunghissimo massaggio cardiaco, ha ripreso a vivere e, data la gravissima asfissia (40 minuti circa!), subisce gravissima paralisi celebrale.

 

Adesso vi racconto in breve...

Dopo essere nato fu trasferito presso il Policlinico di Messina, lasciandomi da sola in un letto, circondata da altre mamme che avevano partorito da pochi minuti, ed io li...a guardare i loro maravigliosi figli...Furono momenti terrificanti che,  solo chi li passa può capirli.

A 5 mesi gli diagnosticarono una rara malattia, la

 

Sindrome di West, una forma epilettica che porta grave ritardo mentale e psicomotorio.


Vidi mio figlio dopo 1 giorno, pieno di oggetti esterni che cercavano di tenere in vita il suo corpicino pieno di tremori (clonìe) ed inanime, imbottito di farmaci, con aghi infilzati ovunque...

 

Mattia ebbe 5 trasfusioni, e lo stesso giorno che lo vide il primario ci disse che era gravissimo e che secondo loro non avrebbe vissuto molto, e ci disse pure se eravamo d'accordo sulla donazione degli organi.

 

Per ben 4 volte ci dissero che stava per andarsene e con lui credo anche noi... attorno al piccolo Mattia i miei occhi videro cose che prima immaginavo solamente, vedevo morire bimbi che dopo pochi giorni di ricovero (terapia intensiva) lasciavano l'ospedale per essere portati non tra le braccia dei genitori ma... con il Signore.

 

Non vi lascio immaginare... fui ricoverata in ospedale per 7 lunghissimi mesi, di cui 3 in terapia intensiva, senza andare a casa. Non vi dico il dolore, fino ad oggi il piccolo Mattia ha vinto tante battaglie non per le proprie forze, ma perché Dio è stato misericordioso con noi.



Ci tengo a dire che Jessica e Davide capiscono perfettamente che non tutti hanno le possibilita' economiche per contribuire alle spese mediche del loro meraviglioso bambino. A queste persone chiedono una preghiera. Una preghiera la si puo' recitare ovunque. Una preghiera e' il riflesso di quei principi e di quei valori incarnati dall'uomo Gesu' Cristo. Sebbene io sia moralmente distante dall'istiutzione Chiesa e anche se non riesco ad affidare il mio destino ad un'entita' che non sia fisica, in momenti di disperazione e solitudine mi sono spesso ritrovata a scrutare il cielo in cerca di qualcuno o di qualcosa che mi potesse confortare. Gesu' Cristo ci ha lasciato un esempio, potremmo dire delle impronte da seguire. Sono impronte nude di egoismo che camminano verso un mondo fatto di altruismo dove il coraggio del giusto non teme ritorsioni personali, dove il cuore e' la guida del pensiero e dell'azione. La storia ci ha consegnato molti uomini e molte donne nate da questo “imprinting”. Penso che Paolo, Giovanni e tutti i nostri eroi si trovino sicuramente tra loro. Se una nostra preghiera puo' dare conforto viene naturale volerla donare.

Personalmente invece vi chiedo qualcosa in piu'. Vi chiedo di cercare la famiglia Salamone. Vi chiedo di divulgare la loro storia, di parlarne. Ma non e' finita qui perche' la richiesta piu' grande la rivolgo allo Stato. Da esso pretendo la garanzia di un impiego stabile per Davide. Si, lo pretendo perche' il diritto al lavoro e' sancito dalla Costituzione e la Costituzione non e' carta straccia. Lei e' impregnata dell'odore del sacrificio di chi e' morto in nome della democrazia, dell'uguaglianza e quindi della liberta'. Chiedo ai politici di promuovere una politica piu' umana e piu' giusta. Chiedo alla classe politica di diventare l'incarnazione delle loro promesse e delle loro parole. Pretendo che questo Stato investa nella sanita' pubblica perche' abbiamo tutti il diritto di poterci curare ricorrendo agli stessi specialisti ed alle stesse tecnologie di cui si avvalgono i ricchi. Pretendo da chi ci governa, da chi ci ha chiesto di votarli e non di delegarli a scegliere per noi, di fare il proprio dovere. Chiedo loro di ascoltarci e di decidere secondo il bene collettivo poiche' le cliniche private italiane ed estere alle quali si affidano per curare se stessi e le proprie famiglie sono pagate con i sacrifici di chi e' costretto ad aspettare mesi interi per una visita specialistica in un ospedale pubblico o a fare 12 ore di pronto soccorso con un bambino malato ma, principalmente da chi come la famiglia Salamone deve sedersi davanti ad una telecamera per raccontare la malattia devastante del loro piccolo figlio nella speranza che qualche persona caritatevole gli mandi pochi euro essenziali per raccogliere la somma necessaria alle sue cure. Se voi politici, se voi, classe dirigenziale dell'Italia potete permettervi il meglio di tutto e' solo grazie ad un popolo la cui dignita' calpestate senza remore e senza vergogna alcuna giorno dopo giorno. La nostra disperazione e' la vostra ricchezza. Ma, ci stiamo svegliando e vi stiamo dicendo, basta!

Un immenso grazie a Davide e Jessica per avermi concesso di scrivere la loro storia ma sopra tutto a Mattia perche' attraverso la sua Resistenza noi ci avviciniamo un po' di piu' al vero significato della parola coraggio. Mattia, sei il sole di cui abbiamo tutti bisogno e del quale la vita non puo' fare a meno.


Christina Pacella









 


 


 

 

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