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6 Gennaio: il ricordo di Piersanti Mattarella PDF Stampa E-mail
Documenti - Per non dimenticare
Scritto da Serena Verrecchia   
Giovedì 06 Gennaio 2011 08:50

Trentuno anni fa, nel giorno dell’Epifania, in una Palermo indaffarata a riporre l’albero di Natale nel ripostiglio, si accasciava al suolo l’uomo più in vista della Sicilia dell’epoca, il suo Presidente: Piersanti Mattarella. Morto paradossalmente in una strada che porta il nome di Libertà, il presidente siciliano era stato il punto di riferimento della parte sana della società civile e di quell’esigua minoranza politica che aveva a cuore gli interessi del proprio popolo. Un elemento raro da trovare. Gli uomini politici del suo calibro, quelli che combattono a testa alta contro la sopraffazione, la corruzione e le infiltrazioni criminali, a costo anche della propria vita, sono oggi in via d’estinzione.

Piersanti Mattarella divenne il portavoce di una ventata di cambiamento allorquando, in un’aula gremita alla Conferenza regionale dell'agricoltura, tenuta a Villa Igea la prima settimana di febbraio del 1979, dopo l’intervento dell’onorevole Pio La Torre, che denunciava l'Assessorato dell'agricoltura, designandolo come centro della corruzione regionale e additando lo stesso assessore come colluso alla delinquenza regionale, quando tutti si aspettavano una sua dura presa di posizione contro il politico comunista e in difesa del proprio assessore, il Presidente stupì tutti, parlando dell’importanza della legalità e della correttezza all’interno delle Istituzioni. Ma la sua lotta alle collusioni politico-criminali non si limitò ad una pura esibizione di retorica antimafiosa. No, Mattarella andò oltre: continuò a denunciare le irregolarità che poteva constatare e fece pulizia all’interno del partito e nel Consiglio regionale.

Aveva incarnato, per un attimo e con gesti che dovrebbero essere normali e doverosi da parte di un rappresentante delle Istituzioni, il sogno di quei Siciliani che pretendevano di vivere in una terra migliore ed incontaminata e credo che avrebbe potuto benissimo rappresentare la bandiera portata in alto da quei tanti giovani armati di coraggio e speranza che oggi resistono a questo sistema corrotto al grido di “fuori la mafia dallo Stato!”. Un grido che ci ricorderà per sempre la sua instancabile voglia di spendersi per una Sicilia migliore. Era un uomo speciale, Piersanti Mattarella. E un politico di quelli che non ne nascono più. Forse lo capì più in fretta Cosa nostra, che gli tolse la vita, in via della Libertà, il giorno dell’Epifania di trentuno anni fa. E tolse alla Sicilia un’altra speranza di cambiamento.

Serena Verrecchia








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