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Mafia: processo Mori, pm chiede audizione Ciancimino e pentiti Siino e Brusca PDF Stampa E-mail
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Scritto da Adnkronos   
Martedì 15 Marzo 2011 12:13
Palermo, 15 mar. (Adnkronos) - L'audizione dei pentiti Giovanni Brusca e Angelo Siino e del super teste sulla 'trattativa' tra Stato e Cosa nostra Massimo Ciancimino e' stata chiesta oggi dal pm Antonino Di Matteo al processo al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, entrambi accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nell'ottobre del '95. Massimo Ciancimino e' stato gia' sentito nell'ambito del Processo Mori. Il pm ha, inoltre, chiesto al tribunale presieduto da Mario Fontana di acquisire altri verbali, tra cui quello delle dichiarazioni rese dall'ex ministro della giustizia Giovanni Conso in due occasioni, la prima volta il 24 settembre del 92 e la seconda il 24 gennaio 2010. Se non verranno acquisiti i verbali, il pm chiedera' l'audizione in aula dell'ex ministro oggi 90enne. Chiesti anche i verbali delle dichiarazioni rese dai presidenti emeriti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro lo scorso 15 dicembre davanti alla Procura di Palermo.
Il pubblico ministero Antonino Di Matteo ha chiesto di risentire nuovamente Massimo Ciancimino nell'ambito del processo Mori su "circostanze che Ciancimino ha rappresentato all'ufficio del pm solo ultimamente". In particolare il magistrato fa riferimento alla nomina dell'ex direttore del Dap, Niccolo' Amato, a difensore del padre, Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo. Secondo Ciancimino la nomina sarebbe stata "frutto di un suggerimento dei carabinieri che intrattenevano rapporti con Vito Ciancimino", come ha spiegato Di Matteo al presidente del Tribunale. Sempre Ciancimino junior deve rispondere di altra documentazione depositata di recente "consistente in dattiloscritti con annotazioni manoscritte a margine riconducibili a Vito Ciancimino, anche nei periodi di contatti con Mori e De Donno (quest'ultimo e' l'ufficiale dei carabinieri che aveva accompagnato piu' volte il suo superiore Mori negli incontri con Vito Ciancimino, ndr) e che contengono riferimenti ad asserite rassicurazioni fornite sulla trattativa anche da Mori". La Procura di Palermo chiede poi di sentire il pentito di mafia Angelo Siino "che recentemente ha reso dichiarazioni sui contenuti di colloqui investigativi avvenuti nel '93 con Mori e De Donno anche per le ricerche degli ex latitanti Giovanni Brusca e Bernardo Provenzano". Siino, negli interrogatori disse che "le indicazioni su Provenzano non interessavano piu' e che quindi ci si doveva concentrare su Brusca". Secondo il pm Di Matteo, Siino va sentito anche "sul ruolo di Massimo Ciancimino come abituale 'postino' di comunicazioni scritte da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano.
Oltre che di Massimo Ciancimino parla anche del ruolo di abituale intermediario di Giuseppe Lipari", ha spiegato ancora il magistrato. Infine il pm Di Matteo, oggi solo in aula per l'assenza del procuratore aggiunto Antonio Ingroia, ha chiesto che venga disposto un nuovo esame di Giovanni Brusca, che era gia' stato sentito nell'ambito del processo a Roma. In particolare Brusca va sentito "sul cosiddetto 'terminale politico' delle richieste allo Stato nel 'papello'. Brusca nel settembre scorso ha espresso la richiesta al mio ufficio di essere sentito. Cosi' e' stato interrogato per tre volte". Negli interrogatori Brusca ha parlato di quanto appreso nel periodo del '92 dopo la strage di Capaci "direttamente da Toto' Riina -come spiega ancora il pm Di Matteo- sulla persona dell'allora senatore Nicola Mancino, ritenuto il 28 giugno del '92 come 'terminale' delle richieste di Cosa nostra". Giovanni Brusca, l'uomo che premette il telecomando che face saltare in aria il giudice Giovanni Falcone, la moglie e i cinque agenti della scorta va risentito anche su altre circostanze "che ha riferito ultimamente, su quanto appreso da Toto' Riina dopo l'omicidio dell'europarlamentare Salvo Lima e del ruolo gia' assunto da Vito Ciancimino e Marcello Dell'Utri quali referenti politici di Cosa nostra in sostituzione dell'onorevole Lima". Brusca, infine, secondo il magistrato va sentito nuovamente "sullo sviluppo ulteriore della trattativa del '92 anche dopo l'arresto di Toto' Riina, sulle richieste che Brusca e Bagarella fecero pervenire a Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi tramite Vittorio Mangano. Si tratta di dichiarazioni rese recentemente. Brusca deve quindi riferire sulle rassicurazioni ottenute, tramite Mangano (lo stalliere di Arcore, ndr) da Berlusconi e Dell'Utri".

Mafia: processo Mori, chiesta acquisizione note su revoca 41 bis


Le richieste di abrogare il carcere duro, il 41 bis per centinaia di detenuti per mafia all'inizio del '93, sono tra gli atti che la Procura di Palermo chiede di acquisire al processo al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. Si tratta di oltre 1.800 pagine depositate nei giorni scorsi dai pm Antonino Di Matteo e Antonio Ingroia a disposizione della difesa, rappresentata dall'avvocato Basilio Milio. In particolare il pm Antonino Di Matteo ha chiesto che venga acquisita agli atti una nota del 6 marzo del '93 a firma dell'ex direttore del Dap, Niccolo' Amato, che era indirizzata all'allora ministro della Giustizia giovanni Conso. "La nota -ha spiegato Di Matteo- ha rilevanza perche' contiene un 'compendio' riassuntivo che il direttore del Dap dell'epoca fece avere al ministro da poco insediato e in cui si legge opportunita' di abrogare il regime del 41 bis. Si legge nella nota che poco prima c'era stata una riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza dove sarebbe stato espresso il parere favorevole dell'allora capo della polizia Vincenzo Parisi. Sollecitazioni per revocare il 41 bis a Secondigliano e Poggioreale arrivarono anche da ambienti interni al ministero". Secondo Di Matteo e' importante l'acquisizione degli atti perche' l'abrogazione del 41 bis e' "tra le richieste del 'papello' di cui ha parlato anche Massimo Ciancimino", cioe' la lista di richieste che Cosa nostra avrebbe avanzato allo Stato in cambio dello stop della strategia stragista dopo il '92.
La Procura ha chiesto poi di produrre altri documenti, come la nota del Dap del 14 febbraio del 2011 indirizzata al procuratore di Palermo sulla corrispondenza intrattenuta tra Amato e Conso "nel febbraio del '93 concernente l'avvenuta revoca del 41 bis di detenuti di Secondigliano e Poggioreale". Inoltre si chiede la produzione di un'altra nota del Dap al procuratore di Palermo datata 10 dicembre 2010 che riguarda l'elenco dei decreti revocati o non prorogati di detenuti, 140 tra il maggio del '93 e il '96 e la mancata proroga del 41 bis per altri 340 tra il 1 novembre 2003 e il gennaio 2004. Sempre a proposito della revoca del 41 bis, il pm fa riferimento ad un documento inviato il 30 ottobre '93 dal Dap alla Procura di Palermo con la volonta' di fare cadere il carcere duro per diversi detenuti "a meno che -ha detto Di Matteo- la Procura non avesse dato indicazioni sulla necessita' di prorogare il 41 bis. All'epoca l'allora procuratore aggiunto Vittorio Aliquo' scrisse una nota in cui si parlava della necessita' di prorogare il 41 bis". Sempre oggi, nel corso dell'udienza interlocutoria, assenti i due imputati Mori e Obinu, il pm Antonino Di Matteo, ha chiesto di acquisire i verbali di diversi rappresentati istituzionali, tra cui quello dell'ex direttore dell'ufficio detenuti Andrea Calabria sentito il 22 dicembre 2010 sul periodo immediatamente successivo alle dimissioni di Niccolo' Amato da direttore del Dap e l'arrivo del nuovo direttore Adalberto Capriotto e del vicecapo Francesco Di Maggio, che "il generale Mori avrebbe incontrato due volte", ha detto Di Matteo. Di Maggio nel frattempo e' morto, quindi la Procura ha sentito solo Capriotto.
La Procura ha chiesto poi il consenso della difesa di acquistare le dichiarazioni di Nicola Cristella rese alla Procura di Firenze il 13 maggio 2003, sul suo ruolo di collaboratore diretto di Di Maggio. Poi e' stata chiesta l'acquisizione dei verbali resi dai presidenti emeriti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ed Oscar Luigi Scalfaro il 15 dicembre 2010 che nel periodo della revoca del 41 bis erano rispettivamente presidente del Consiglio e capo dello Stato. Di Matteo ha poi ribadito la necessita' di acquisire verbali delle dichiarazioni rese da Giovanni Conso la prima volta a Firenze il 24 settembre del '92 "in cui non c'era alcun riferimento ad assunzione di responsabilita' per la proroga di 340 detenuti al 41 bis, a differenza di quanto sostenuto il 24 gennaio scorso quando parlo' di una decisione autonoma della proroga". Il pm ha chiesto inoltre l'acquisizione di verbali resi dal prefetto Antonio Dacunto sentito nel dicembre 2010 e che aveva partecipato alla riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza nel '93, di Edoardo Fazioli e dell'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli, sentito il 15 febbraio 2011 e dell'ex direttore del ministero della Giustizia Liliana Ferraro sentita il 14 dicembre 2010. Martelli ha sostenuto di avere "avvertito il ministro dell'Interno di allora Nicola Mancino su quanto appreso dei contatti tra Mori e De Donno con Vito Ciancimino", ha ribadito Di Matteo. Per chiudere le richieste c'e' anche quella dell'acquisizione al fascicolo dibattimentale delle dichiarazioni rese da un ex funzionario di banca oggi in pensione: Giovanni Salvatore Scilabra, sentito il 29 ottobre 2010 dai pm di Palermo cui "rapporto pre esistenti tra Vito Ciancimino e Marcello Dell'Utri che in una circostanza si sarebbero rivolti allo stesso Scilabra", ha spiegato Di Matteo secondo cui la testimonianza "e' pertinente" per "dimostrare che Ciancimino e dell'Utri si conoscessero e si frequentassero e che avevano anche fatto una richiesta a Scilabra quando era direttore di banca". Mentre Dell'Utri ha sempre sostenuto di non avere mai incontrato Ciancimino. Al termine dell'udienza l'avvocato di Mori e Obinu, Basilio Milio ha chiesto al Tribunale un termine per potersi pronunciare sulle richieste avanzate oggi dal pm Antonino Di Matteo. "Sono piu' di 1.800 pagine -ha spiegato il legale- e sono arrivato ancora alle prima 400 pagine. Quindi chiedo un termine per potere terminare la lettura e pronunciarmi successivamente". Il processo e' stato rinviato al prossimo 22 marzo.
 

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