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Chiuse indagini sull'ex pm Canali. Dichiarò falso per agevolare mafia PDF Stampa E-mail
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Scritto da Antonella Crippa   
Venerdì 01 Aprile 2011 16:55

Monza - La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha notificato a Olindo Canali, già sostituto procuratore della Repubblica in città e quindi presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina (oggi è giudice alla quinta sezione penale del Tribunale di Milano), l'avviso di conclusione delle indagini preliminari per il delitto di falsa testimonianza aggravato dal fine di agevolare Cosa Nostra.

Il procedimento a carico di Canali, che vive a Lissone, è nato dalla denuncia sporta da Sonia Alfano, oggi parlamentare europeo per l'Italia dei valori, figlia del giornalista Beppe Alfano, ucciso dalla mafia l'8 gennaio del 1993, in conseguenza alle dichiarazioni rese dal magistrato in qualità di testimone (citato su richiesta della difesa del boss di Cosa Nostra Giuseppe Gullotti) il 6 e il 15 aprile 2009 davanti alla Corte di assise di appello di Messina nel secondo grado del processo Mare Nostrum. Nell'occasione Canali negò di avere redatto nel 2006 un memoriale sull'omicidio di Alfano diverso da quello già acquisito dalla Corte e negò di avere ricevuto dal giornalista confidenze sul duplice omicidio Iannello-Benvenga.


Proprio per quel duplice omicidio Giuseppe Gullotti era stato condannato all'ergastolo in primo grado. La Corte di assise di appello, con la sentenza del 28 novembre 2009, assolse il boss Gullotti dalle accuse. Nell'avviso di conclusione indagini si legge che Canali "negava il vero sostenendo di non aver redatto, nel periodo immediatamente successivo alle festività natalizie 2005, documenti e memoriali, relativi all'omicidio Alfano, diversi ed ulteriori rispetto al file inviato per posta elettronica al giornalista Leonardo Orlando e negava il vero sostenendo di non aver ricevuto confidenze da Beppe Alfano in merito all'omicidio in danno di Giuseppe Iannello".

Sul suo blog, Sonia Alfano commenta la notizia affermando che "come ho ripetutamente denunciato, il dr. Canali è il principale responsabile dei depistaggi sull'omicidio di mio padre, compiuti fermando gli accertamenti alle responsabilità dei piani bassi della mafia barcellonese ed evitando che emergesse la causale principale dell'omicidio, collegata alla presenza a Barcellona Pozzo di Gotto dell'allora latitante Nitto Santapaola. Mio padre, come ammesso dal dr. Canali, gli aveva confidato di aver scoperto il covo del capomafia catanese. Nulla fu fatto e mio padre venne ucciso. E quando partirono le indagini, ad opera proprio del dr. Canali, quest'ultimo “dimenticò” le confidenze di mio padre su Santapaola. Dal fascicolo rimasero scientificamente fuori i nomi di Nitto Santapaola e di Rosario Cattafi, uomo che è da decenni il tramite fra la mafia catanese e barcellonese e i servizi segreti".

Antonella Crippa

 

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