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Mafia, Mancino: “Nessun accordo tra Stato e mafia nel ’92″ PDF Stampa E-mail
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Scritto da Markez   
Sabato 02 Aprile 2011 11:13

1 aprile 2011 -  “Nel 1992 non ci fu alcun accordo tra Stato e mafia“. Lo ha ribadito ai magistrati di Palermo l’ex presidente del Senato, Nicola Mancino, sentito per circa due ore come persona informata dei fatti. Saltato intanto il confronto con Claudio Martelli previsto per oggi.

Parlando con i cronisti, all’uscita dall’ufficio del procuratore Messineo, Mancino ha detto di aver chiesto di “rendere dichiarazioni dopo il deposito di verbali al processo Mori”.

“Sono stato sempre difensore del carcere duro, il cosiddetto 41bis – ha sottolineato – e al maxiprocesso ho consentito io che il giudizio contro la mafia andasse avanti, con l’appoggio di 129 senatori della Dc. Di fronte a questo – ha proseguito l’ex presidente del Senato – come si fa ad ammettere l’esistenza della trattativa?”.

Ai cronisti, che gli chiedevano la fondatezza delle dichiarazioni di Claudio Martelli sulla sua presunta conoscenza delle iniziative del Ros nei confronti di Vito Ciancimino, Mancino ha risposto: “Io non avevo alcun dovere nè potere di sindacare l’attività della polizia giudiziaria. Il Ros non faceva capo al ministero
dell’Interno, ma erano legati all’organizzazione dell’Arma dei carabinieri. Che sindacato potrebbe avere il ministro dell’Interno su un’attività di polizia giudiziaria?”.

E alla domanda riguardante le dichiarazioni di Giovanni Brusca, che aveva indicato Mancino come “il terminale della trattativa”, il ministro dell’Interno ha risposto secco: “Io Brusca l’ho denunciato, cos’altro dovevo fare?”.

E’ saltato il confronto tra Nicola Mancino e l’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli, per l’indisponibilità dello stesso ex guardasigilli.

Tra i due testimoni persistono insanabili divergenze sulle rispettive versioni dei fatti: da una parte Mancino afferma di non avere mai saputo dei contatti tra il Ros e Vito Ciancimino nel periodo compreso tra la strage di Capaci e quella di via D’Amelio; dall’altro lato Martelli sostiene di averglielo detto e di essersi lamentato nei confronti del Raggruppamento operativo speciale e del generale Mario Mori.

Mancino, di fronte ai Pm, questo pomeriggio haribadito di avere denunciato per calunnia sia Giovanni Brusca sia Massimo Ciancimino; questi ultimi, però, hanno detto di avere parlato per sentito dire, su input l’uno di Totò Riina e l’altro del padre, l’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino.

“Di fronte a questo – ha detto Mancino ai magistrati – argomentare in senso contrario è difficile”.


da: blogSicilia.it

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