E' normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio.
Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.
Una nuova leggina. Questa volta per togliere dagli impicci il senatore Marcello Dell’Utri e l’ex sottosegretario Nicola Cosentino. La proposta prevede l’introdurre nel codice penale del reato di concorso esterno in associazione mafiosa (che non esiste in quanto reato) e di fissare le pene al massimo in cinque anni (oggi il reato è parificato all’associazione mafiosa e la pena ha un minimo di 7 anni). Un tetto che, se la norma dovesse essere approvata in pochi mesi, cancellerebbe la condanna per il senatore Dell’Utri, condannato in secondo grado per concorso esterno a 7 anni, e darebbe una bella mano d’aiuto all’onorevole Cosentino il cui processo, sempre per concorso esterno, è appena cominciato in primo grado.
Il promotore non è il solito onorevole avvocato della folta schiera di penalisti presenti tra Camera e Senato nei banchi del Pdl ma il senatore di tradizione liberale Luigi Compagna che rifiuta a priori di essere catalogato tra gli estensori delle leggi ad personam. Precisa: «Voglio bene sia a Dell’Utri che a Cosentino ma entrambi sono all’oscuro della mia iniziativa». E aggiunge: «E’ una questione aperta da tempo che ho mutuato da un disegno di legge che porta la firma dell’ex onorevole Giuliano Pisapia». La proposta Compagna è depositata al Senato da una decina di giorni. La questione della codificazione del concorso esterno è tema aperto e mai risolto. Riproporla adesso ha di per sè un che di sospetto visto che il processo Dell’Utri è in attesa solo della Cassazione e tra un anno sarà prescritto. Laura Garavini (Pd) denuncia l’ennesima legge ad personam. Per Donadi (Idv) è giusto codificare la norma ma non ridurre i tempi della pena.