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Tranchina: Giuseppe Graviano aziono' il telecomando in Via D'Amelio PDF Stampa E-mail
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Scritto da Redazione Antimafiaduemila   
Venerdì 06 Maggio 2011 20:42
5 maggio 2011. Fu Giuseppe Graviano ad azionare il telecomando dell'autobomba che fece saltare in aria Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta.
Sarebbero queste le ultime confessioni del pentito Fabio Tranchina, ex fedelissimo dei potenti fratelli di Brancaccio, che collabora con la giustizia dallo scorso 22 aprile.
A rivelarlo, oggi, è “Il Fatto Quotidiano”, che riporta la ricostruzione offerta ai magistrati dallo stesso pentito, informato sulla dinamica dei fatti, a suo dire, direttamente dal capomandamento del quartiere palermitano.
“Prima dell’attentato – aveva già spiegato Tranchina ai pm che indagano sulle stragi, Giuseppe Graviano - più volte mi fece passare da via D’Amelio riaccompagnandolo, e io non capivo cosa dovesse vedere. Poi mi chiese di trovargli un appartamento in via D’Amelio, e visto che non l’avevo trovato ebbe a dirmi che allora si sarebbe messo comodo nel giardino. Dov’è avvenuta la strage in effetti c’era un muro e un giardino”.
Ed è proprio da lì, da dietro quel muro posto a distanza molto ravvicinata dalla casa della madre del giudice, che il boss – appostato fin dalle prime ore del pomeriggio - avrebbe premuto il pulsante del telecomando nel momento esatto in cui Borsellino premette quello del citofono.
Una ricostruzione inedita fornita ai magistrati di Firenze, Caltanissetta e Palermo. E che ricorda in parte quella offerta precedentemente da un altro collaboratore di giustizia, Giovambattista Ferrante: il quale raccontò di aver saputo che il commando di morte di Via D'Amelio era appostato dietro un muretto. E che qualcuno, in quel commando, aveva temuto che la parete di cemento crollasse e li seppellisse.
Dopo le dichiarazioni di Tranchina la Procura di Caltanissetta avrebbe già iniziato a cercare i dovuti riscontri, mentre si continuerebbe a valutare anche un'altra ipotesi emersa di recente: quella secondo cui il gruppo di fuoco di Via D'Amelio si trovava all'interno di un palazzo di 12 piani, all'epoca ancora in costruzione, di proprietà dei fratelli Graziano. Anche questo situato oltre il muro del giardino.

AMDuemila (5 maggio 2011)
















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papalagi  - Emersa di recente???   |2011-05-07 14:20:34
"un'altra ipotesi emersa di recente: quella secondo cui il gruppo di fuoco
di Via D'Amelio si trovava all'interno di un palazzo di 12 piani"

Veramente
è la stessa ipotesi che Nicola Mancino riferi' il 20 Luglio 1992, riferendo
alla Camera in qualità di ministro:

""...l' esplosivo... è stato
innescato attraverso un telecomando a distanza da persona nascosta in un
edificio in costruzione, ubicato a circa 200m dal luogo dell'
eccidio..."

http://www.radioradicale.it/sched
a/48050/48110-assassinio-del-giudice-borsellino-e-
di-cinque-agenti-della-sua-scorta

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