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Intervento del dott. Antonio Ingroia alla Notte per la Costituzione – Palermo 06.05.2011 PDF Stampa E-mail
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Scritto da Antonio Ingroia   
Mercoledì 11 Maggio 2011 15:11

Sono state dette già molte cose, cose molto esatte. Io voglio soltanto fare qualche riflessione rapida. Ringraziare innanzitutto la Giunta Distrettuale dell'Associazione Magistrati per avere organizzato questo incontro assieme alle altre associazioni che hanno organizzato assieme alla Giunta questa serata, questo incontro anche emozionante, importante. Quindi un grazie va soprattutto a voi, ai cittadini palermitani che vedo oggi hanno riempito come non accadeva da anni, credo, quest'aula e credo che questo dia un senso, un sapore, un'importanza particolare a questa serata. Credo che sia un'ulteriore dimostrazione di quello che noi speriamo, che noi a volte non sappiamo e rispetto al quale questi momenti sono momenti di verifica. E cioè, come diceva con belle parole la ragazza dell'associazione poc'anzi, che i magistrati palermitani e italiani non sono soli. Io credo che l’occasione di oggi sia quella di un'ulteriore riprova dei tanti cittadini italiani che hanno a cuore la Costituzione, i valori della Costituzione, la Giustizia e anche questa magistratura che commetterà pure i suoi errori, i suoi eccessi come a noi viene spesso rimproverato, ma che ogni giorno, quotidianamente cercano di applicare la legge tenendo fede a questi valori della Costituzione.

Questi cittadini, voi, che, oggi vi ringraziamo, vi state stringendo attorno a noi, ai magistrati e non solo, ai quali vi stringete non solo da morti ma anche da vivi. Perché lo sappiamo troppo spesso invece dalla politica e anche da alti vertici istituzionali gli apprezzamenti ai magistrati vengono solo quando i magistrati sono morti e mai quando i magistrati sono vivi, perfino agli stessi magistrati insultati da vivi e poi inneggiati da morti è accaduto.

E credo quindi che essere qui sia importante per noi e spero anche per voi. Questo luogo che, è inevitabile che ci sia anche un po' di emozione, di commozione da parte nostra, dicevo, in questo luogo che ha visto molti nostri colleghi, nostri maestri che oggi sono caduti per difendere anche la Costituzione fino all'estremo sacrificio e questo essere oggi qui ha tutto un altro sapore. Loro si sono battuti - sono anche riprodotti nei quadri che abbiamo difronte - loro si sono battuti per la democrazia, per la Costituzione, perché la mafia è nemica della democrazia, la lotta alla mafia è anche questione di democrazia e credo che questo dà anche un senso al nostro impegno, anche alla nostra critica aspra contro questa riforma costituzionale, una riforma cosiddetta, pseudo riforma come la definisco io, perché l'intento riformatore è ben poco, una riforma comunque che mira al cuore della Costituzione perché mira al principio di eguaglianza di tutti i cittadini difronte alla legge che è il cuore della nostra Costituzione. Perché come dicevano bene e meglio di me i colleghi che mi hanno preceduto, alcune modifiche sono in realtà soltanto strumentali. L'attacco all'autonomia e indipendenza della magistratura non è soltanto animata da uno spirito di vendetta o di risposta contro la magistratura, magari fosse solo questo! Sarebbe un affare nostro, diciamo così, un affare della nostra corporazione. E l'attacco al principio di obbligatorietà dell'azione penale non è ancora una volta un attacco alle prerogative della magistratura inquirente, magari fosse solo questo! Sarebbe una questione come si cerca di spiegare in modo superficiale con uno scontro tra poteri, potere politico di qua, potere giudiziario di là. Non è una questione di scontro tra poteri, è una questione che, ripeto, concerne il cuore della Costituzione, perché avere una magistratura autonoma e indipendente dagli altri poteri, avere una magistratura che deve applicare il principio di obbligatorietà dell'azione penale non è un diritto dei magistrati, ma è un diritto dei cittadini, perché l'autonomia e indipendenza della magistratura, l'obbligatorietà dell'azione penale sono principi cardine a tutela appunto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini nei confronti della legge, che si articola sul principio fondamentale dello Stato liberale della separazione dei poteri nel quale nessun potere sia subordinato all'altro e soprattutto i poteri di controllo come quello giudiziario non siano subordinati ai poteri controllati come è anche il potere esecutivo. La verità è che quel che si vuole è cambiare il volto dell'assetto dei poteri nel nostro Stato. Una riforma che sarà, ripeto, ne sono convinto, un colpo al cuore dello stato democratico come è stato disegnato dai nostri padri costituenti. Sarà un Paese con cittadini con meno diritti, un Paese con cittadini meno garantiti, perché ripeto la magistratura autonoma e indipendente è un diritto dei cittadini e una loro garanzia. Il legislatore ovviamente ha diritto di farlo, di fare le proprie scelte, ma noi abbiamo non solo il diritto ma il dovere di dirlo ai cittadini e di chiedere ai cittadini di partecipare, di essere cittadini attivi per esprimere una nuova resistenza costituzionale nel ricordo di questi uomini, tanti, magistrati e non solo magistrati, caduti per difendere la Costituzione nella lotta alla mafia e non solo nella lotta alla mafia. Magistrati a volte, come si ricordava poc'anzi, ritenuti una minaccia anziché una risorsa, come veniva ritenuto una minaccia Giovanni Falcone per l'economia isolana soltanto perché si era permesso di rivolgere le sue indagini anche nei confronti dei potenti siciliani. Nel ricordo insomma dei valori dei padri costituenti. La Costituzione è la bussola della nostra democrazia. Oggi rischiamo di smarrire la bussola e assieme a questa di smarrire la nostra democrazia. Per questo credo che noi abbiamo il dovere di difenderla e anche voi dovrete difenderla da oggi in poi. Grazie.

 


Trascrizione a cura di Adriana Stazio

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