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Nuove indagini sulle stragi del ´92 PDF Stampa E-mail
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Scritto da Salvo Palazzolo   
Sabato 14 Giugno 2008 17:55
La Procura di Palermo indaga su un misterioso "distinto signore"
che avrebbe consegnato a Ciancimino le richieste del boss

"E' l'uomo del papello di Riina". Nuove indagini sulle stragi del '92

I pm chiamano a testimoniare il figlio del politico per svelare i misteri della trattativa fra Cosa nostra e pezzi dello Stato
di SALVO PALAZZOLO

PALERMO - La Procura di Palermo ha riaperto l'inchiesta sulla misteriosa trattativa che si sarebbe tenuta fra il vertice di Cosa nostra e pezzi dello Stato, durante la terribile stagione delle stragi Falcone e Borsellino. L'indagine si concentra su un misterioso "distinto signore con una busta in mano", così l'ha descritto in un interrogatorio del 7 aprile scorso, rimasto fino ad oggi segreto, Massimo Ciancimino, il figlio dell'ex sindaco di Palermo, Vito.

"Una ventina di giorni prima della strage Borsellino, mio padre mi disse che aspettava una persona - racconta il rampollo di don Vito, di recente condannato per riciclaggio - quell'uomo venne nella villa che avevamo affittato a Monte Pellegrino. La busta conteneva le richieste di Cosa nostra, il papello. Io non l'ho visto, ma mio padre me ne parlò: c'era un elenco di 10-12 richieste. C'era ad esempio qualche immunità: volevano che le famiglie dei mafiosi venissero lasciate in pace". "Mio padre si dannava - prosegue Massimo Ciancimino - perché su tre-quattro cose si poteva anche intavolare una discussione, ma su sette, otto, mi disse: saranno irricevibili".

Erano i giorni in cui Vito Ciancimino incontrava anche un ufficiale del Reparto operativo speciale dei carabinieri, il capitano Giuseppe De Donno: "Voleva un aiuto per la cattura dei superlatitanti", dice Massimo Ciancimino. Ma dopo quella misteriosa consegna del papello, il pensiero del vecchio Ciancimino fu uno solo: "Mi disse di contattare De Donno, siamo partiti per Roma. La busta è partita con mio padre".

Adesso, i pm Nino Di Matteo, Domenico Gozzo e Antonio Ingroia chiamano a testimoniare come teste d'accusa proprio Massimo Ciancimino, nel processo che vede imputati il generale Mario Mori, ex capo del Sisde, e il colonnello Mauro Obinu di favoreggiamento aggravato. L'accusa è pesante: ai due ex ufficiali del Ros viene contestato di aver "aiutato Provenzano ed altri affiliati mafiosi che ne gestivano la latitanza a sottrarsi alle ricerche e ad eludere le investigazioni". Il processo è nato dalla denuncia di un altro ex Ros, il colonnello Michele Riccio, che alla Procura di Palermo ha raccontato delle presunte pressioni e dei condizionamenti che avrebbe subito nell'ottobre del 1995, per far fallire un blitz fondato sulle rivelazioni del confidente Luigi Ilardo, che doveva incontrare il capo di Cosa nostra.

Mori ha sempre respinto ogni accusa. Ha negato di avere incontrato Ciancimino prima della strage Borsellino. E ha ribadito che lo scopo di quei colloqui era esclusivamente finalizzato alla collaborazione dell'ex sindaco, per la cattura di Totò Riina.

Adesso, Ciancimino junior accusa: "Prima della strage Borsellino, ci furono tre incontri con i carabinieri, di cui due alla presenza di Mario Mori".

Chiedono i pm nell'interrogatorio: "Suo padre riferì di queste richieste, di quel foglio di carta ai carabinieri?". Risposta: "Sì, le ha riferite. Anche perché lui tornò da Palermo con il preciso... di incontrare il generale Mori e di raccontare qual era stato il contenuto dell'incontro. Ma era amareggiato: vedrai che mi manderanno a fanculo perché sono richieste inaccettabili, improponibili". Ciancimino conclude: "Mio padre mi raccontò poi che la trattativa si era chiusa nel momento in cui i carabinieri avevano chiesto la consegna di Riina".


Fonte: www.repubblica.it

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Andrea   |2008-06-14 22:13:34
mi pare tutto molto ragionevole, credibile!
qwan   |2008-06-15 12:37:51
ho letto bene??????
VILLA SUL MONTE PELLEGRINO?
che coincidenza......
salvatore   |2008-06-15 13:13:25
Questi personaggi, quando parlano, lanciano sempre dei messaggi che, quelli ai
quali sono effettivamente diretti, possono ben individuare e decriptare. Questa
citazione di Monte Pellegrino deve sicuramente essere uno di
questi.
Interessante è anche la datazione dell'incontro ad una ventina di
giorni prima del 19 Luglio, anche questo potrebbe essere un messaggio, andando
indietro si arriva esattamente al 1 Luglio, il giono che nell'agenda di Paolo è
riportato come:
1 Luglio ore 19: Mancino
Luana   |2008-06-15 16:27:18
E speriamo che sia la volta buona per fare luce su questo e ad altri misteri
riguardanti soprattutto le stragi!

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