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Il pm Di Matteo e Lumia nel mirino dei boss PDF Stampa E-mail
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Scritto da Salvo Palazzolo   
Giovedì 26 Maggio 2011 22:10

L'ultimo pentito svela due progetti di attentati
Il capomafia Stefano Lo Verso ha raccontato ai magistrati che nel 2006 la famiglia di Bagheria voleva uccidere uno dei pubblici ministeri della Dda di Palermo e l'ex presidente della commissione antimafia. Poi, però, il vertice di Cosa nostra non avrebbe autorizzato le nuove stragi: "Perché c'erano i processi in corso", ha spiegato il collaboratore.

Un'ala di Cosa nostra meditava di riaprire la stagione delle stragi. Nel 2006, la famiglia di Bagheria aveva già scelto due obiettivi: il sostituto procuratore Nino Di Matteo e il deputato del Pd Giuseppe Lumia, componente della commissione antimafia. A guidare l'ala dura di Cosa nostra era il boss Giuseppe Di Fiore, fedelissimo cassiere di Bernardo Provenzano: "Fu lui stesso a rivelarmi il progetto - ha rivelato nei giorni scorsi l'ultimo pentito di mafia, Stefano Lo Verso - ne parlammo durante un'udienza del processo Grande mandamento, nel 2007. Io gli dicevo che il pm in udienza, Michele Prestipino, era davvero cattivo. Lui mi disse che ce n'erano di più cattivi. Mi parlò di Di Matteo e del progetto di eliminarlo quando sarebbe venuto in villeggiatura nella zona di Bagheria. Analoga decisione - prosegue Lo Verso - avevano preso per Lumia: pure lui aveva un villino nel Bagherese. Poi, però, non arrivò l'autorizzazione a procedere, così spiegò Giuseppe Di Fiore. Perché c'erano i processi in corso".


Lo Verso collabora con la Procura di Palermo da tre mesi. A febbraio, si era presentato alla caserma dei carabinieri del suo paese, Ficarazzi, con una busta in mano: "Datela al più presto al dottore Di Matteo", disse. E nel giro di pochi giorni il boss aveva iniziato a incontrare il magistrato, firmando in gran segreto decine di verbali. Fino al 10 maggio Lo Verso ha vissuto una doppia vita. Ufficialmente, continuava ad essere un capomafia di Ficarazzi, cittadina alle porte di Palermo. In realtà, collaborava segretamente con la Procura di Palermo e con i carabinieri. Neanche la moglie e i figli sapevano nulla: messi di fronte all'evidenza, hanno deciso di restare a Ficarazzi. Stefano Lo Verso è stato invece trasferito in una località protetta.

Adesso, parla del presente e del passato di Cosa nostra. Il neo pentito ha ospitato per due anni il superlatitante Bernardo Provenzano, proprio a Ficarazzi, fra il 2003 e il 2006. L'ha nascosto in casa della suocera e l'ha accompagnato a numerosi summit.


Salvo Palazzolo (La Repubblica, 26 maggio 2011)




Il Movimento Agende Rosse esprime piena solidarietà al dott. Nino Di Matteo ed al sen. Giuseppe Lumia di fronte alla notizia di un progetto di attentato da parte di Cosa Nostra ai loro danni.
Un senso di profonda inquietudine prende vita nel momento in cui lo stesso Di Matteo ed il dott. Antonio Ingroia sono al centro di una pesante campagna di delegittimazione ed isolamento condotta nei loro confronti da settori dell'informazione e financo delle stesse Istituzioni. Si sente la mancanza di una voce autorevole che
sia in grado dall'interno della stessa Magistratura, che forse in questa campagna di isolamento ha più colpe di chiunque altro,  di rompere questo muro di silenzio e di mostrare che il re è nudo. Prima si fa il vuoto attorno agli uomini delle Istituzioni che di fronte a certe collusioni hanno scelto di non chiudere gli occhi, poi arrivano i progetti di attentato.
Ciò che noi possiamo fare, lo faremo.
Il 4 giugno il Movimento Agende Rosse abbraccerà Nino Di Matteo ed Antonio Ingroia a Torino. Sarà questa l'occasione per ribadire la nostra sincera solidarietà anche a Giuseppe Lumia. Il 19 luglio faremo altrettanto a Palermo.


Movimento Agende Rosse



 


Milano, 20 novembre 2010: manifestazione 'Io sto con Nino Di Matteo'


















 






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