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Home Rubriche Lettera di Manuela del 16 Giugno 2008
Lettera di Manuela del 16 Giugno 2008 PDF Stampa E-mail
Rubriche - Le vostre lettere
Scritto da Manuela   
Martedì 17 Giugno 2008 19:28

Caro Salvatore,
ti giuro che avevo già azionato quello che ormai chiamo il mio personale “cronometro della vergogna all’italiana”.
Temevo che la sezione disciplinare del Csm, accogliendo la richiesta della Procura generale della Cassazione, impiegasse altri otto anni per decidere di condannare il giudice Edi Pinatto.
E invece stavolta ci hanno messo poco, anche se io, personalmente, ci avrei messo molto meno.
Questo così poco solerte giudice aveva, appunto, impiegato otto anni per scrivere le motivazioni della sentenza con la quale il tribunale di Gela aveva condannato numerosi esponenti del clan Madonia a complessivi 90 di carcere, provocandone la vergognosa scarcerazione.
Ma tale gravissimo, abnorme ed ingiustificato ritardo, in base a quanto affermato dal suo difensore Mario Fantacchiotti, presidente di Sezione della Cassazione, trovava giustificazione nella “….difficoltà che il giudice aveva incontrato nel conciliare il carico di lavoro che si era trovato davanti quando era stato trasferito alla Procura di Milano e l'arretrato che aveva lasciato a Gela…..nel non essere stato in  grado di organizzarsi………ma non è che siamo di fronte a un magistrato che invece di lavorare va in montagna…..".
Eh…..si caro Fantacchiotti, lei ha proprio ragione! Il Pinatto a lavorare ci andava, ma il problema è che, mentre faceva finta di lavorare, sognava di stare in montagna!!! Altrimenti non si spiega!!!!!
Pinatto, evidentemente, trovava le 775 pagine della sentenza da depositare, eccessive, beh….effettivamente doveva trattarsi di un lavoraccio immane, troppo duro fare un copia-incolla dei vari atti di indagine e processuale compiuti e limitarsi a stendere valutazioni e motivazioni in poche righe!!!!!!
Sono proprio passati, caro Salvatore, i tempi in cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino trascrivevano con una normalissima ed oggi obsoleta macchina da scrivere, le 8607 pagine dell’ordinanza del Maxiprocesso di Palermo, divise in 40 volumi, contenenti capi d’accusa per 475 imputati, con più di 4000 pagine di appendici, documenti e fotografie.
Se ci fosse stato Pinatto allora, che oggi invece di una macchina da scrivere ha avuto sicuramente a disposizione computer, stampanti etc….., altro che appendici, documenti e fotografie!!!
C’è anche da dire, comunque, che un giudice con un così poco esaltante curriculum etico come quello di Pinatto, non sarebbe potuto entrare a far parte di quel pool di Palermo, istituito da Chinnici prima e guidato da Caponnetto poi, pool di cui rappresentarono il cuore pulsante proprio Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ricordo di aver letto nel libro “LA TERRA DEGLI INFEDELI” di Alexander Stille, che a volte, durante le loro riunioni, Giovanni e Paolo si lanciavano in accalorate ed amichevoli discussioni, sull’appartenenza di un certo inquisito a questa o a quella famiglia mafiosa.
Riempivano quaderni di note e possedevano una memoria infallibile!! Quando gli altri magistrati si trovavano di fronte ad un nome che non ricordavano, telefonavano ad uno dei due giudici, i quali subito rispondevano ricostruendo l’albero genealogico legato a questo o a quel nominativo. “…Tizio è il cognato di Caio che è un soldato di una certa famiglia ed è il proprietario di un negozio di abbigliamento insieme al signor Tal dei Tali che è stato condannato 5 anni fa per i seguenti crimini…….”. Lo stesso Caponnetto, raccontava che tra i due era davvero difficile stabilire chi avesse la meglio, “…Falcone era instancabile e l’unico che riusciva a stargli dietro, a volte a batterlo in quanto a precisione di particolari e a conoscenza dei singoli fatti, era proprio Paolo..".
Se Pinatto fosse stato animato dalla stessa passione, dalla stessa dignità di Giovanni e Paolo, probabilmente sarebbe stato un po’ più celere nel compiere il suo dovere.
Speriamo che questo atto funga da monito per tutti coloro i quali scaldano la comoda poltrona dei loro altrettanto comodi uffici, anche se, per una vergogna che si riesce a scovare, mille ne sfuggono!!!
Sarò troppo pessimista, che dici?
Pare però, che a questo mio latente pessimismo, si stia seriamente attentando.
Dopo la notizia di Pinatto, la settimana regala altre interessanti cose. E’ di poche ore fa, la notizia della scoperta di un’organizzazione nella quale boss della mafia e massoneria insieme, si erano stretti in un patto segreto contro la giustizia, con il principale scopo di ritardare i processi ai boss delle cosche di Trapani e Palermo.
In carcere, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo in sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d'ufficio, sono finite otto persone e, tra queste, ci sarebbero anche un impiegato del ministero della Giustizia in servizio in una cancelleria della Cassazione, un'agente della polizia di Stato, un ginecologo di Palermo, imprenditori di Agrigento e Trapani e un faccendiere originario di Orvieto. Gli indagati, avrebbero formato una rete di cui si sarebbero serviti sia affiliati a Cosa nostra per ottenere ritardi dei processi in Cassazione in modo da poter avere la prescrizione, sia gli stessi professionisti, come il ginecologo di Palermo, che era stato condannato anche in appello per violenza sessuale su una minorenne, procedimento che infatti risulta pendente da tre anni, per poi accedere anche lui alla prescrizione.
Provo strani sentimenti quando sento di queste notizie.
Mi chiedo se tutto questo non faccia parte di una sorta di disegno occulto per farci intendere che ora le cose nel nostro paese vanno bene?!!
Sempre a pensar male io, eh!????
Da una parte mi dico, quasi esultando “….E vai!!! E così che la giustizia dovrebbe andare! Scopri un reato? Fai pagare chi lo ha commesso!!!! Chiunque esso sia…". Entusiasmo, quindi, e soddisfazione. Dall’altra parte però, cresce in me una sorta di paura, alimentata dalla consapevolezza che il malaffare è sempre dietro l’angolo, riuscendo a nascondersi in quelle stanze, dove dovrebbero albergare il senso del dovere, dello Stato e della giustizia.
Penso anche che il male, se non lo sconfiggi definitivamente, ritorna sempre, con altre vesti, altri volti, altre voci. Ed ogni volta lo devi ricercare, riconoscere, lottarci contro e se ci riesci, vincerlo!
E’ una lunga battaglia, a volte contro i mulini a vento, ma come si dice……ogni battaglia che si decide a priori di non combattere, è una battaglia persa, no?!

Speriamo bene!!!

Ti abbraccio

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Luana   |2008-06-18 10:41:40
Condivido il tuo ultimo pensiero. Ormai il male è nascosto ovunque, anche dove
non immaginiamo. E non so se davvero si riuscirà mai a sconfiggere questo.
Si
toglie un dente marcio e ne spunta già un altro!
Ma io spero ancora...
sandro  - per Luana   |2008-06-18 23:56:53
Brava Luana,

Nonostante tutto bisogna continuare a sperare e soprattutto
lottare, lottare e ancora lottare. Il male è sempre esistito ma per poter
sopravvivere ha bisogno delle persone perbene che per fortuna sono tante. Basta
organizzarci e reagire, fare terra bruciata attorno ai sistemi del malaffare,
dei corrotti e dei criminali.
L'indifferenza dei cittadini onesti è
certamente la migliore alleata del male oscuro che attanaglia la nostra
società. Gridiamo a squarcia gola la nostra rabbia, il nostro NO! al male in
tutte le sue forme. Diffondiamo tra i nostri familiari, parenti, amici, semplici
conoscenti, questa idea di libertà, di giustizia, questa speranza che non
dovràmai morire.

Ciao. Sandro

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