5 Settembre 2011 Angelo Vassallo muore un anno fa, un auto lo attende e lo blocca, si avvicinano, gli sparano. Colpi in rapida successione, il sindaco della speranza resta ucciso , l'uomo che aveva trasformato Pollica in un comune modello, l'uomo che preferiva pronunciare molti no anzichè girarsi dall'altro lato o chinare il capo acquiescente e pauroso è fermato dalla violenza camorristica. Un anno dopo nessun riscontro su mandanti ed esecutori.
"Mio padre - spiega Antonio Vassallo - aveva intorno a sé una squadra di persone, non amministratori o politici quanto tecnici e avvocati, tutti amici legatissimi tra loro che facevano tutto quello che potevano fare per lui e per Pollica, senza nessuna retribuzione. Non era un team organizzato, ma qualcosa che veniva naturale.
Erano queste le persone a lui vicine, mentre lo Stato lo ha lasciato solo: lo continueremo a dire anche se è qualcosa che non si vuol sentire e che fa girare il muso. Spesso ha chiesto aiuti che non ha avuto, parlo di politici, forze dell'ordine, che non hanno capito che qui c'era un sindaco che poteva fare del bene non solo al suo paese ma a tutta la regione. Oggi sono tutti bravi a parlare bene di lui e a fare il suo nome, ma non posso dire che, dopo quel settembre, sia venuto qualcuno qui a dirci 'cosa possiamo fare per voi'".
adnkronos
Eros Lamaida, sindaco di Castelnuovo Cilento, lo ha ricordato così: Per scongiurare questo pericolo e far sì che risorga la speranza,
dobbiamo fare un patto di sangue, giurare, tutti, istituzioni, magistratura, forze dell’ordine, cittadini, tutte le forze sociali ed economiche presenti sul territorio, di vivere, concretamente, la consapevolezza della
necessità di fare il proprio dovere, senza aspettarsi nulla in cambio, qualunque cosa succeda, rigettando, senza pietà, i trasformismi ipocriti e mediocri che lasciano tutto come prima, di
assumerci le nostre responsabilità, di non rinnegare la nostra coscienza, di mantenere alto l’impegno di
testimoniare i valori dell’onestà, della solidarietà. Della libertà.
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