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Mafia: trattativa tra boss e Stato, pm Palermo interrogano dirigente Dap Ardita PDF Stampa E-mail
Documenti - I mandanti occulti
Scritto da Adnkronos e AGI   
Lunedì 07 Novembre 2011 17:32
Palermo, 7 nov. (Adnkronos) - Il dirigente del Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Sebastiano Ardita, e' stato ascoltato oggi per circa due ore al palazzo di Giustizia di Palermo dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dal pm Antonino Di Matteo nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra lo Stato e la mafia subito dopo le stragi mafiose del '92. Ardita, che e' stato sentito come persona informata dei fatti, come confermano in ambienti giudiziari, ha fornito dei chiarimenti e "approfondimenti" sul 41 bis, il carcere duro dei boss mafiosi. In particolare ha parlato anche di alcuni passaggi del suo libro 'Ricatto allo Stato' in cui parla proprio del regime carcerario del 41 bis. In passato, durante l'indagine, i pm della Dda di Palermo hanno acquisito un corposo carteggio proprio sul 41 bis e oggi e' stato necessario sentire il dirigente del Dap per fornire alcuni chiarimenti. Non e' escluso che i pm potrebbero chiedere l'acquisizione della deposizione di Ardita nel processo che si sta celebrando davanti al Tribunale di Palermo a carico del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss mafioso Bernardo Provenzano nell'ottobre del '95.

(AGI) - Palermo, 7 nov. - Il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e il sostituto Nino Di Matteo hanno ascoltato come testimone il capo dell’Ufficio Detenuti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Sebastiano Ardita, nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia. Ardita e’ stato sentito su alcuni passaggi del suo recente libro “Ricatto allo Stato”.

In particolare, i pm gli hanno chiesto chiarimenti sull’episodio della falsa notizia comunicata da Massimo Ciancimino a un giornalista circa l’insulto “pezzo di sbirro” rivolto da Giovanni Riina a Bernardo Provenzano nel carcere dell’Aquila. Ardita ha confermato che la notizia era falsa e che Riina non disse quelle parole e ha osservato che potrebbe inserirsi in una strategia volta a far trasferire Provenzano o Riina da quel carcere. Il dirigente del Dap ha riferito anche su un esposto anonimo di minacce ricevuto dall’allora presidente della Repubblica, Scalfaro, e dall’ex capo della polizia, Parisi, ai quali si chiedeva l’allentamento del regime carcerario del 41 bis. Infine, nell’interrogatorio si e’ parlato della nomina di Francesco Di Maggio a vice capo del Dap, grazie a un decreto, benche’ non rivestisse il grado richiesto di magistrato di corte di appello. I verbali della deposizione di Ardita potrebbero essere acquisiti nel processo in cui l’ex comandante del Ros, Mario Mori, e il colonnello Mauro Obinu, rispondono di favoreggiamento aggravato in relazione alla mancata cattura di Bernardo Provenzano. (AGI) Pa1/Rap

da: stato-oggi.it

 

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