.......la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
La settimana scorsa è stata reintegrata a Milano da dove era stata trasferita ingiustamente dal Csm per incompatibilità ambientale. Ora il giudice Clementina Forleo ottiene dalla Cassazione a sezione unite una vittoria parziale e una assoluta. La Suprema Corte ha accolto il suo ricorso contro la censura ricevuta dal Csm a Febbraio per aver causato ritardi nella definizione di centinaia di processi milanesi. In particolare, quello di Farida Bentiwaa, accusata di favoreggiamento del terrorismo islamico. Rispetto al complessivo ritardo dei pronunciamenti sui fascicoli, esaminati da Forleo quando era giudice per le indagini preliminari a Milano, la Cassazione ha disposto un nuovo esame davanti alla sezione disciplinare del Csm. I giudici hanno criticato Palazzo dei Marescialli perché ha adottato un 'criterio insufficiente per valutare l'assenza di giustificazioni di ritardi'. Il Csm 'avrebbe dovuto effettuare un confronto tra i provvedimenti in ritardo, anche grave, e i provvedimenti depositati nei termini' in modo da stabilire una percentuale certa di eventuali ritardi gravi. Per la Cassazione la contestazione 'è stata compiuta dal Csm sulla base di dati numerici e temporali che non appiono certi'. Annullata senza rinvio, invece, la censura per il caso Bentiwaa: Forleo non ha emesso un provvedimento 'abnorme' e non è stato violato 'il proncipio della corrispondenza tra chiesto e pronunciato', come aveva stabilito il Csm.
Antonella Mascali (Il Fatto Quotidiano, 8 dicembre 2011)