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Il boss D'Angelo si dissocia, il ministero gli toglie il 41 bis PDF Stampa E-mail
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Scritto da Redazione I Quaderni de l'Ora   
Lunedì 26 Dicembre 2011 18:50
Condannato a 6 anni e 4 mesi, D'Angelo si e' dissociato da Cosa Nostra al processo Green Line e il ministero della Giustizia lo ha trasferito al regime di detenzione ordinaria. Giovanna Maggiani Chelli: ''Accettata la dissociazione, uno dei punti cardine del papello. Ora la mafia puo' sperare in un futuro migliore''.

Al processo Green Line s’è dissociato pubblicamente da Cosa Nostra. E adesso il ministro della Giustizia Paola Severino gli ha revocato il carcere duro. Festivita' natalizie meno dure per Gaetano Giovanni D’Angelo, 29 anni, arrestato nel 2009, condannato a 6 anni e 4 mesi in primo grado per associazione mafiosa, e ritenuto il numero 2 del presunto boss di Enna Giancarlo Amaradio. Per il suo avvocato, Antonio Impellizzeri, la decisione del ministero della Giustizia ''e' il primo concreto risultato in favore mio difeso, frutto della condotta processuale tenuta dal giovane D’Angelo davanti all’autorità giudiziaria inquirente e giudicante, ma anche il risultato di una autentica e profonda rivisitazione critica operata dal mio giovane cliente rispetto a condotte ormai datate nel tempo''.
Per Giovanna Maggiani Chelli, invece, "l'annullamento del carcere duro costituisce un affronto che riteniamo gravissimo. Vedere accettata  la  “dissociazione dalla mafia”, uno dei punti cardine del “papello” di Riina presentato allo Stato nel 1993, in sede di trattativa, con il conseguente passaggio ad un regime di carcere normale  - prosegue la Chelli - è il più bel regalo di Natale per la mafia tutta, anche quella che la notte del 27 Maggio 1993 ha massacrato i nostri figli in via dei Georgofili, potesse aspettarsi in questo Natale 2011, durante un Governo Tecnico''. ''Da questo momento in poi  la mafia potrà sperare davvero   in un futuro migliore - conclude la Presidente dell'associazione di via dei Georgofili - e tutto questo mentre le nostre vittime non hanno ancora avuto giustizia penale completa, e mentre le leggi amministrative riguardanti i sostegni alle vittime di mafia, non solo non sono ancora applicate nella loro interezza, ma addirittura diritti già acquisiti sono messi in discussione da finanziare atte a sanare il debito pubblico, debito peraltro  alzato al massimo livello, nel nostro Paese, proprio dal dilagare del concorso esterno con associazioni mafiose.

da: IQuaderniDeLOra.it (26 dicembre 2011)



Green Line, revocato il 41-bis a D'Angelo


Enna - Al processo Green Line s’è dissociato pubblicamente da Cosa Nostra. E adesso il ministro della Giustizia Paola Severino gli ha revocato il carcere duro. Per Gaetano Giovanni D’Angelo (nella foto), 29 anni, arrestato nel 2009 e che resta detenuto - ma in regime ordinario - il prossimo sarà un Natale meno difficile dei due precedenti. Condannato a 6 anni e 4 mesi in primo grado per associazione mafiosa, la Dda lo ritiene il braccio destro del presunto boss di Enna Giancarlo Amaradio.

La decisione di concedergli il regime carcerario ordinario è arrivata ieri mattina dagli uffici romani di via Arenula: accolta l’istanza del difensore di D’Angelo, l’avvocato Antonio Impellizzeri, a cui aveva dato parere favorevole la Dda di Caltanissetta (che in origine aveva chiesto la misura). L’avvocato Impellizzeri, nell’esprimere apprezzamenti per la decisione, ha detto: “Mi ritengo molto soddisfatto. È il primo concreto risultato in favore mio difeso, frutto della condotta processuale tenuta dal giovane D’Angelo davanti all’autorità giudiziaria inquirente e giudicante”.

“Tutto ciò è anche il risultato di una autentica e profonda rivisitazione critica – ha aggiunto il penalista – operata dal mio giovane cliente rispetto a condotte ormai datate nel tempo e che propende per un giudizio favorevole di cessata pericolosità sociale. Siamo fiduciosi del futuro e auspichiamo un positivo risultato nel giudizio dell’autorevole Corte d’appello che procede”.

Redazione ilgiornaledienna.it (24 dicembre 2011)













 

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