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Estorsioni: imprenditore antiracket annuncia sciopero fame PDF Stampa E-mail
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Scritto da Antonella Lombardi   
Domenica 15 Gennaio 2012 10:46

cutro-ignazio-web0''Ho scelto di denunciare la mafia e continuo a credere nelle istituzioni, ma ora sono esasperato: da lunedi' iniziero' lo sciopero della fame e della sete e lo portero' avanti fino a quando non saro' ricevuto dal ministro dell'Interno e fino a quando lo Stato non mi dira' se posso continuare a lavorare in Sicilia o se dovro' arrendermi alla burocrazia che, finora, e' stata piu' forte della mafia''. A parlare e' Ignazio Cutro', imprenditore edile di 44 anni di Bivona (Ag).

Entro lunedi dovra' pagare una cartella esattoriale di 85.562,56 euro che gli e' stata recapitata dall'agenzia Serit Sicilia, pena l'iscrizione di un'ipoteca sui suoi beni immobili. ''E' una richiesta di pagamento relativa a cartelle che dovevano essere bloccate dalla sospensiva prefettizia - spiega Cutro' - ma la sospensiva e' arrivata in ritardo, quando la cartella esattoriale era gia' stata inviata. Perche' devo pagare io le conseguenze di questo ritardo? A novembre ho inviato una lettera al prefetto di Agrigento chiedendo un incontro, ma non ho avuto risposta. Per questo iniziero' lo sciopero della fame e della sete. La mia non e' una minaccia, ma un messaggio di esasperazione. Non mi sento un eroe, ho fatto oltre 28 denunce contro mafiosi ed estorsori, ho subito una trentina di intimidazioni, ma l'ho fatto per coscienza civile''. Cutro' racconta anche la sua vita ''blindata'' dopo la decisione di ribellarsi al racket: ''Una parte dello Stato e' con me, ed e' costituita dagli angeli della scorta che mi proteggono tutti i giorni. Ma si sta mandando un messaggio pericoloso e distorto agli imprenditori, come se denunciare non fosse conveniente. Per questo mi appello anche a Confindustria''. Dalla parte dell'imprenditore si sono subito schierati l'artista siciliano Roy Paci e un gruppo di associazioni che hanno costituito un comitato.

''Bisogna incoraggiare le vittime del racket, non avvilirle - dice Gaetano Montalbano, blogger e attivista del comitato - per questo, chiediamo al presidente della Regione Sicilia e ai singoli assessori della Giunta regionale di governo, ai deputati regionali e al presidente dell'Ars un gesto di grande levatura morale: ciascuno di loro puo' devolvere 1000 euro del proprio stipendio per saldare il debito da pagare alla Serit''. Anche il sindaco di Bivona, Giovanni Panepinto, si e' dichiarato pronto a sostenere l'imprenditore, con un impegno pubblico lanciato dalle pagine del suo sito, 'FiancoaFianco.it': ''Credo che le istituzioni locali abbiano il dovere di sostenere Cutro' nel suo percorso imprenditoriale. Per questo sono pronto a portare in consiglio comunale la proposta di poter pagare la cartella esattoriale se questa potra' essere rateizzata''. L'imprenditore di Bivona ha incontrato nei giorni scorsi alcuni vertici dell'agenzia ''mi hanno assicurato che la rateizzazione e' possibile - dice - mi fa piacere che il primo cittadino di Bivona voglia dare l'esempio, ma non c'e' piu' tempo, se vuole mantenere la sua promessa deve convocare subito una seduta straordinaria del consiglio comunale. Sono stanco delle passerelle politiche, e' ora che la politica dia risposte serie agli imprenditori che scelgono di contrastare la mafia. E' possibile che la burocrazia sia piu' forte della mafia?''.


ANSA

da: AntimafiaDuemila.com



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Le associazioni agrigentine “Grilli di Sciacca”, “L’altra Sciacca”, “Libere Terre”, “Socialismo Cristiano” ed “S.O.S Democrazia” prendono posizione netta riguardo alla vicenda che vede coinvolto Ignazio Cutrò e costituiscono il “Comitato Cutrò” in favore dell’imprenditore bivonese che con le proprie denunce e testimonianze ha messo in ginocchio la mafia della Bassa Quisquina.

“E’ fuori da ogni logica civile e democratica che un imprenditore, dopo essersi schierato coraggiosamente dalla parte delle Istituzioni – si legge in un comunicato del comitato –  venga steso da quello stesso Stato che ha servito con onore e rispetto. La superficialità e la goffaggine con la quale alcuni apparati statali stanno trattando la vicenda rischia di generare effetti drammatici e duraturi sul tessuto sociale ed economico dell’isola.

Le mostruose vicende del recapito ad Ignazio Cutrò di una “comunicazione preventiva di ipoteca”per un importo 86 mila euro e del mancato rilascio dei documenti necessari al riavvio dell’azienda devono trovare una immediata soluzione positiva. Bisogna incoraggiare le vittime del racket e non avvilirle. E’ inaccettabile che lunedì 16 gennaio 2012 la Serit-Sicilia possa procedere all’iscrizione di ipoteche sul patrimonio immobiliare dell’imprenditore-coraggio. La classe politica siciliana ha il dovere di lanciare con urgenza un segnale chiaro e concreto su una vicenda che coinvolge la dignità di ogni siciliano onesto. Chiediamo, quindi, al Presidente della Regione Sicilia, ai singoli assessori della Giunta Regionale di Governo, al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana ed ai singoli Deputati Regionali di prodursi in un slancio di generosità nei confronti della nostra Terra. Chiediamo un atto di Responsabilità. Un gesto di grande levatura morale. Chiediamo che venga chiusa la partita. Mille euro ciascuno. E l’imprenditore Ignazio Cutrò potrà tornare a lavorare. Ci aspettiamo, anche, che Confindustria Sicilia intervenga con decisione ed aiuti Cutrò a rialzarsi. Siamo orgogliosi di stare accanto ad Ignazio in questa battaglia di civiltà e non lasceremo il campo fino a quando la vicenda non troverà la giusta soluzione. Se nulla accadrà valuteremo l’intrapresa di azioni forti”.

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