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Paolo Borsellino: lasciatelo riposare in pace PDF Stampa E-mail
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Scritto da Pippo Giordano   
Domenica 05 Febbraio 2012 22:04
4 febbraio 2012. Non riesco a comprendere la dichiarazione emersa in Tribunale a Palermo e attribuita a Paolo Borsellino: «Non volle protezione per non mettere a rischio la famiglia». In sostanza, si afferma che Paolo Borsellino informato di un prossimo attentato in suo danno, avrebbe rifiutato una maggiore protezione, rispondendo: «Lo so, lo so: devo lasciare qualche spiraglio, altrimenti se la prendono con la mia famiglia»
Mi spiace ma dissento totalmente sulla ricostruzione fatta in dibattimento, per una semplice considerazione. Un magistrato come Borsellino, non avrebbe mai e poi mai sacrificato 5 uomini di scorta e poi, conoscendo la dirittura morale di Borsellino, egli non avrebbe permesso a nessuno di barattare l'alto senso del dovere esercitato con la carica di Magistrato. Ipotizzare un Borsellino, silente e prono ad accettare non solo la sua morte ma anche quella di altri, è pura fantasia.
Sino ad ora, abbiamo una testimonianza fatta in Tribunale e che ci vengono riportate de relato pensieri e parole di Paolo Borsellino. Bene, allora cominciamo ad esaminare i fatti con le cosiddette “ pezze d'appoggio” .
I colloqui investigativi sono regolati dalla Legge e comunque devono essere autorizzate dal magistrato, al quale facendo esplicita richiesta, si rappresentano le esigenze investigative. A colloquio avvenuto, l'investigatore è tenuto a relazionare i contenuti del colloquio. Prima domanda. Fu fatta relazione di servizio da parte del maresciallo Lombardo, dopo aver avuto il colloquio investigativo con l'ormai “posato” mafioso Girolamo D'Anna, circa l'imminente attentato contro Paolo Borsellino? Fu mandata copia al magistrato che autorizzò il colloquio investigativo e se sì indicò il possibile attentato contro Borsellino?
Fu lanciato l'allarme, per iscritto, al Ministero dell'Interno, alla Procura di Palermo, al Ministero di Giustizia, ai “Servizi” alla DIA, allo stesso Comando Generale dell'Arma, sul prossimo attentato a Paolo Borsellino?
Furono informati, sempre per iscritto, i servizi di scorta?
Per meglio far comprendere di cosa stiamo parlando, racconto un episodio. Ricevo la richiesta da parte di un detenuto, per un colloquio investigativo. Il magistrato autorizza l'accesso in carcere e il detenuto mi mette a corrente che nella struttura carceraria si stava progettando un'evasione di massa e che prevedeva l'utilizzo di nove candelotti di dinamite già pronte e custodite all'esterno. Immediatamente mettemmo in sicurezza, con adeguati servizi di vigilanza il carcere e mi recai dal Procuratore della Repubblica, consegnando un rapporto dettagliato con tutti i nomi di coloro che avrebbero partecipato all'evasione, compreso esponenti della camorra. Il procuratore, con procedura d'urgenza trasferì i detenuti in altri carceri e dopo diversi giorni, sequestrai ad una donna i nove candelotti di dinamite in una villetta che sarebbe dovuta servire come nascondiglio dopo la fuga.
L'episodio non è paragonabile a quello che poi si verificò in via D'Amelio, ma credo che se si fossero adottate tutte le precauzioni in favore di Paolo Borsellino, egli e la sua scorta potrebbero essere ancora con noi.
Altro che spiraglio...........lasciatelo riposare in pace.

Pippo Giordano










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