Increase Font Size Option 6 Reset Font Size Option 6 Decrease Font Size Option 6
Home Documenti 64 anni dopo ritrovati i resti di Placido Rizzotto
64 anni dopo ritrovati i resti di Placido Rizzotto PDF Stampa E-mail
Documenti - Per non dimenticare
Scritto da Serena Verrecchia   
Lunedì 12 Marzo 2012 19:08

Mentre proseguono le ricostruzioni sulla strage di via D'Amelio, sull'altro fronte, quello della memoria, un importante rinvenimento ci riconduce al ricordo. Sono stati recuperati i resti di un'altra vittima della mafia, a Corleone, in una foiba nelle viscere di Rocca Busambra, il “cimitero” dei Corleonesi. Si tratta di un uomo, o forse, di quello che oggi chiameremmo ancora un ragazzo. Era un semplice contadino, nato in quell'arretratissimo paesino della Sicilia, che aveva combattuto contro i nazifascisti in Carnia. Si chiamava Placido Rizzotto e aveva trentaquattro anni la notte in cui scomparve.
Era stato un partigiano, aveva combattuto per la Libertà e per i diritti, aveva visto ragazzi della sua età cadere sul campo di battaglia in una guerra contro il dispotismo e le ingiustizie, ed era cambiato. Voleva assaporare l'aroma della Libertà anche in una terra efferata come Corleone, carnefice dei diritti e impermeabile a Giustizia e solidarietà. Tornato in paese, Placido era diventato il leader dei contadini, combatteva al loro fianco per difenderne le terre. Era segretario della Camera del lavoro e si opponeva testardamente ai soprusi e alle ingiustizie della mafia di paese. Mafia capeggiata da Michele Navarra.

Navarra era un medico, primario d'ospedale, affarista e dirigente dell'associazione dei coltivatori diretti; ma soprattutto, Michele Navarra era ù patri nostru di Corleone, l'unico che non poteva essere mai contraddetto. Rizzotto non gli era certo simpatico, specie dopo che questi, presidente dell'Associazione combattenti e reduci dell'ANPI, si era rifiutato di inserirlo come membro onorario nell'associazione, perché “voi non siete né reduce né combattente”, diceva, “e poi noi, i mafiosi non li iscriviamo”.
Placido pagò presto, a caro prezzo, la propria audacia. La notte del 10 marzo del '48, scomparve nel nulla.
Un contadinello, Giuseppe Letizia, tornato a casa quella stessa sera, rivelò sconvolto di aver visto dei banditi che fracassavano il cranio ad un contadino. I genitori, preoccupati nel vedere il figlio così sconvolto, lo portarono all'ospedale, dove il dottor Navarra si fece raccontare per filo e per segno ciò che il ragazzo aveva visto. Poche ore dopo, Giuseppe Letizia morì, a causa di un'iniezione letale somministratigli da ù patri nostru.
Perché uccidere un bambino di tredici anni, che non si era macchiato di nessuna colpa se non di quella di essere stato turbato dalla visione di uomo che gli era morto sotto gli occhi?

Perché Giuseppe Letizia aveva visto morire Placido Rizzotto, il contadino rivoluzionario, il socialista, il sindacalista, il ribelle, il partigiano


Serena Verrecchia



Comments:

Commenti
Cerca RSS
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!

3.26 Copyright (C) 2008 Compojoom.com / Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."