Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla.
Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare. Paolo Borsellino
Palermo. «Attendo di leggere il resoconto del dibattito parlamentare, ma rimango perplesso per questa decisione che non vorrei costituisse di fatto un'invasione di campo del Parlamento in una attività giudiziaria». Così il pm di Palermo Nino Di Matteo ha commentato la decisione del Senato di negare l'autorizzazione a l'uso delle intercettazioni a carico del senatore Carlo Vizzini, indagato dalla procura del capoluogo siciliano per corruzione aggravata alla mafia. Il magistrato è titolare dell'inchiesta che coinvolge anche l'ex ministro del'agricoltura Saverio Romano, l'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro e il tributarista Gianni Lapis. Per Romano, che è deputato, Montecitorio ha invece dato parere favorevole alla autorizzazione delle intercettazioni. L'indagine va comunque avanti anche se, dopo la decisione di Palazzo Madama, le intercettazioni ritenute dal gip rilevanti per l'inchiesta non saranno utilizzabili a carico di Vizzini. La decisione del Senato fa, comunque, cadere un significativo filone di indagine dei pm ricostruito attraverso l'ascolto di centinaia di ore di intercettazioni.